Eccoci all’appuntamento annuale del primo weekend di primavera in occasione del quale i volontari FAI organizzano le Giornate FAI di Primavera mostrandoci beni non sempre aperti al pubblico. Il desiderio di scoprire delle vere chicche nascoste, proprio dietro l’angolo di casa, ti porta a curiosare nel loro sito e a puntare il dito sul bene che vuoi vedere e che magari è aperto esclusivamente per il FAI. Ancora oggi ricordo con entusiasmo la passeggiata tra natura ed arte che ho fatto ad Almenno e, ancora oggi, il mio post viene utilizzato da amici per fingersi ciceroni almeno per un giorno. Che grande soddisfazione per me 😉
Oggi vi voglio parlare della Cappella Espiatoria di Monza. Quante volte sono passata davanti a questo monumento grigio ed austero che, a dire il vero, non t’invoglia proprio a visitarlo. Perfino la mia fedelissima guida touring lo snobba non citandolo tra le chicche da vedere a Monza. E’ lì, solitario, tra vie trafficate e palazzi anni ’70. Ci passi davanti per andare verso il parco, dai una sbirciata e tiri dritto. Ci passi se vai verso il centro per il tuo shopping settimanale e, ancora una volta, lo guardi con indifferenza. Spinta dalla curiosità di visitarlo internamente ho deciso di prendere la mia Canon ed alle 10,00 ero già in coda per vivere questa esperienza. Passo dopo passo mi avvio verso l’entrata e la mia immaginazione incomincia a galoppare. Corre a più di un secolo fa e mi porta a pensare che proprio qui, in una calda e gioiosa serata di fine luglio, il Re Umberto I di Savoia venne ucciso dall’anarchico Gaetano Bresci. Un cippo in marmo nero, posto all’interno della Cripta, reca incisa la data dell’uccisione, 29 luglio 1900. La nostra guida ci ha saputo coinvolgere raccontandoci che il Re Umberto I amava venire a Monza e qui si sentiva talmente al sicuro che in quell’occasione non indossò la cotta di maglia (tipo di armatura “a veste” formata da anelli in ferro anticamente utilizzata per proteggere il corpo dei combattenti) che solitamente indossava e che avrebbe potuto salvarlo da quei tre micidiali colpi di pistola.
L’edificio commemorativo, ricco di elementi simbolici, che si staglia imponente davanti a Noi venne progettato dall’architetto Giuseppe Sacconi per volere di Vittorio Emanuele III, figlio e successore di Re Umberto I, che qui volle commemorare l’assassinio del padre. Giuseppe Sacconi morì prima che il monumento fosse ultimato ed i lavori vennero portati a compimento, nel 1910, da Guido Cirilli proprio in occasione del decimo anniversario del regicidio. Si presenta a Noi in tutta la sua imponenza e severità. Realizzato in pietra d’Oggiono è caratterizzato da una scalinata monumentale che conduce alla cappella sopra la quale si eleva una stele alta 35 m. sulla cui sommità possiamo notare un cuscino su cui sono deposti i simboli del regno Savoia: lo scettro, il collare dell’Annunziata e la corona dei Savoia. La struttura è impreziosita da due croci in alabastro d’Algeria trasparente che ogni 29 luglio vengono illuminate dall’interno sprigionando una luce dorata che ci regala un’atmosfera di pura magia.
Ai piedi della Stele si trova un gruppo bronzeo rappresentante la Pietà. La parte anteriore del monumento, quella che affaccia su Via Matteo da Campione, è recintata da una cancellata in ferro battuto. La zona posteriore, circondata da un muro suddiviso in campate decorate con motivi a mosaico grigio, racchiude un vasto giardino alberato al cui centro spicca un monumento con leoni.
Dopo uno sguardo al giardino e qualche scatto qua e là ai particolari, si accede alla cripta. Non puoi che rimanerne affascinata. Interamente rivestita con marmi e bronzi.
Un vero tripudio di colori presente nelle volte, un susseguirsi di mosaici che riproducono un cielo stellato. Nella volta centrale, di un rosso intenso, è posizionato un disco in alabastro al di sotto del quale vi è il cippo in marmo nero che indica il luogo esatto in cui il Re venne assassinato.
Sulle pareti della cripta sono raccolte circa 180 corone votive in bronzo donate da città, istituzioni, associazioni, personalità italiane in segno di cordoglio per la morte del sovrano.
Uno scatto dopo l’altro per immortalare quel luogo triste ma nel contempo carico di mistero. Uscendo dalla cripta si prosegue verso la terrazza dalla quale si ha una visione dell’intero complesso monumentale e da qui si raggiunge la parte anteriore da dove si accede alla cappella. Uauh!! Bellissima.
Non me l’aspettavo proprio. Internamente è riccamente decorata da mosaici d’ispirazione bizantina che richiamano il mausoleo di Galla Placidia di Ravenna. Sia nella cappella che nella cripta si nota l’utilizzo di materiali raffinati ed il gioco di luce che filtra attraverso pannelli in alabastro conferisce agli ambienti un non so ché di mistico.
Se siete da queste parti vi assicuro che c’è molto da vedere. Potreste iniziare il tour un sabato mattina percorrendo le vie del centro e concludendo con una visita dettagliata in Duomo dove non si può assolutamente perdere la Cappella degli Zavattari .
Dal Duomo con una passeggiata di circa mezz’ora potreste raggiungere la Cappella Espiatoria. Leggo che è aperta dal martedì al sabato, dalle 9 alle 13. Stessi orari per la prima e terza domenica del mese. Terminata la visita potreste concludere il vostro giro turistico visitando la Villa Reale ed i suoi giardini.