Quasi in punta di piedi mi riaffaccio su questo mondo virtuale. Sopraffatta dai problemi di questo tran tran quotidiano ho un po’ perso la voglia di raccontare di viaggi, di gite domenicali e, persino tra i fornelli, non riesco più a concludere nulla. Ansia, apatia e tanti pensieri mi stanno togliendo quell’allegria che ha caratterizzato, in questi anni, ogni singolo post del mio mondo virtuale. Trascinata quasi a forza fuori dai miei amici di sempre ho ripreso la mia Canon, la mia guida e tutti insieme siamo partiti per un piacevole fuori porta che ci ha portato a scoprire un altro pezzetto del Lago di Como. E’ caratterizzato da un territorio armonioso. La natura è rigogliosa ed è un delizioso susseguirsi di minuscoli centri abitati che con le loro casine colorate ed i vicoli acciottolati hanno il fascino discreto di borghi di altri tempi. Vi ho parlato di una Como vista in una giornata autunnale. Vi ho parlato dei giardini fioriti di Villa Melzi D’Eril, siamo andati virtualmente insieme alla scoperta del minuscolo borgo di Nesso. Vi ho mostrato il panorama mozzafiato che si gode da Civenna. Abbiamo percorso virtualmente insieme i 10 km di straordinaria bellezza che si snodano da Colonno a Cadenabbia. Ci siamo soffermati ad ammirare stanze e giardini della magnifica Villa del Balbianello ed ora eccoci, nuovamente insieme, ad esplorare la bellezza di Villa Monastero ed il misticismo che si respira all’Abbazia di Piona.
Villa Monastero, nove secoli di vita. Originariamente la villa era un antico monastero cistercense edificato intorno alla fine del secolo XII. Il suo attuale aspetto, di fine Ottocento, è dovuto ai numerosi interventi che si sono avuti nel corso dei secoli. La famiglia Mornico, originaria della valsassina, da generazione in generazione, l’ha vissuta per ben tre secoli. Nonostante i numerosi rifacimenti, la Villa ha mantenuto l’impianto originario seicentesco. Vedasi il bellissimo loggiato che si affaccia sul lago regalandoci degli scorci mozzafiato.
La visita non può che iniziare da una passeggiata lungo quei due chilometri che si snodano tra viottoli, piante e motivi architettonici di notevole bellezza. Il sole è tiepido ed il riverbero dei raggi sulle acque del lago crea un’atmosfera veramente piacevole. Il giardino accoglie più di 500 varietà di piante esotiche.
Lungo il percorso è un susseguirsi di glicini, agrumi, palme, agavi, yucche, camelie ed essenze profumate. Il parco è senza dubbio l’attrattiva più bella della Villa. Ogni tanto una balaustra che si affaccia sul lago incorniciata da colonne e statue.
S’incrociano tempietti, scalinate e fontane. Il pezzo di maggiore pregio è il gruppo scultoreo della Clemenza di Tito, opera dell’artista Giovan Battista Comolli, qui trasportata da Walter Kees verso la fine dell’Ottocento.
Dopo questa passeggiata, estremamente rilassante, è giunto il momento di accedere alla Casa Museo il cui percorso si snoda tra 14 sale.
La mia attenzione viene subito carpita dallo scalone il cui impianto è in parte quello seicentesco. L’aspetto e le decorazioni risalgono al periodo in cui la Villa venne abitata dalla famiglia Kees (1897). Walter Kees personalizzò l’ambiente con il proprio stemma ed una serie di pannelli in maiolica. Nella nicchia centrale possiamo ammirare il gruppo scultoreo con il Ratto delle Sabine.
Iniziamo la visita dalla Sala Rossa che ci accoglie con tappeti e tappezzeria di un rosso intenso e magnifici arredi in stile neo-rococò. Al centro della sala spicca il magnifico arazzo settecentesco che raffigura una scena di caccia. Volgiamo lo sguardo al soffitto ed ammiriamo il lampadario ottocentesco in bronzo dorato. Nella parete di fronte alla finestra è collocato un delizioso camino ottocentesco realizzato in marmo bianco. La sala era utilizzata sia da Kees che dai suoi predecessori come sala di ricevimento.
Sulla sinistra dell’Atrio si accede alla Sala Nera, così chiamata per gli arredi e le tappezzerie che vennero qui collocati a fine Ottocento. Nel periodo in cui dimorò Kees la sala venne utilizzata come sala da pranzo ed è così che oggi si presenta ai nostri occhi. Il rivestimento delle pareti è costituito da una carta da parati ottocentesca. Non potrete non notare il camino in marmo nero di Varenna che si staglia al centro della parete posta di fronte alle finestre. Volgete lo sguardo al di sopra del camino e ammirate l’arazzo fiammingo seicentesco che rappresenta l’incontro tra Antonio e Cleopatra.
Dopo aver visitato la Sala Fermi, uno ad uno saliamo i gradini dello scalone d’onore che ci condurranno al primo piano di Villa Monastero. Il giro lo iniziamo dalla Camera Sud-Est che si apre a destra dello scalone d’onore. Originariamente era la camera da letto di Carlotta Kees che nel 1918 chiese la restituzione dei propri mobili. Oggi, in questo ambiente, vi sono eleganti cassettoni e dipinti di notevole pregio. Si procede verso il Salottino e poi verso la Sala del Consiglio. Non era possibile scattare con il flash e così non sono riuscita, attraverso il mio scatto, a mostrarvi la magnificenza di quel tavolo ovale in legno di noce intarsiato. Cronologicamente dovrebbe risalire alla prima metà dell’Ottocento.
All’interno dei riquadri, sul piano di appoggio, si trovano le iniziali intrecciate dei proprietari. Lo sguardo si sposta verso il soffitto decorato con pannelli di legno dipinto con i segni dello zodiaco. Bellissimo il lampadario ottocentesco realizzato in ferro battuto.
Si continua verso il Salottino Orientale. Il nome, molto probabilmente, deriva dal particolare mobile giapponese che non potrete non notare appena varcate la soglia di questo ambiente. Varchiamo la porta che ci introduce in un ambiente ricco di colori e molto armonioso. Siamo nella Sala della Musica.
I due magnifici pianoforti collocati nella parete che da sul lago, il giallo che domina l’ambiente, il sontuoso lampadario a ventiquattro fiamme in bronzo dorato e l’enorme specchiera in legno intagliato un tutt’uno che dà un tocco di classe e raffinatezza che rende particolare questa sala. Si passa alla Camera Padronale dalla quale si accede ad una terrazza che affaccia sulle acque del Lario. Gli arredi originari, in noce biondo, sono caratterizzati dallo stemma della famiglia Kees.
Il giro lo concludiamo rimanendo quasi abbagliati dalla magnificenza del bagno. Un bagno in stile pompeiano con richiami orientaleggianti. Venne realizzato per volere dei Kees. E’ un ambiente estremamente confortevole riscaldato da un potente impianto centralizzato, tuttora funzionante, che produceva aria calda che usciva dalle bocchette delle pareti laterali. La tappezzeria dell’antibagno è ancora quella originaria ma quello che colpisce maggiormente è l’azzurro quasi accecante della vasca da bagno. Realizzata in maiolica e arricchita da pannelli con motivi acquatici ed eleganti rifiniture come il rubinetto con teste di cigno.
La visita di Villa Monastero è stata una vera scoperta. Ad ogni passo nuovi scorci da immortalare che non possono che ammaliare il visitatore.
Dopo un panino veloce in darsena ed una passeggiata tra i viottoli acciottolati di Varenna,
si riprende la macchina per raggiungere l’Abbazia di Piona. Se siete a Varenna non dimenticatevi di questo angolo che trasuda di misticismo. Non è la prima volta che la visito ed ogni volta, vuoi per la sua posizione tra lago e montagne, vuoi per la semplice architettura, io ne rimango affascinata. E’ un luogo di pace che ti da un senso di benessere interiore specialmente quando non riesci ad affrontare i su e giù della vita. Siamo ai piedi del Monte Legnone nel comune di Colico. La Chiesa di Piona si presenta ai nostri occhi ad unica navata e gli affreschi sono stati riportati alla luce nel 1906. Il Chiostro, a forma quadrangolare, è il fulcro dell’intera Abbazia e fu fatto costruire dal priore Bonaccorso de Canova tra il 1252 e il 1257.
Carissima Bea, finalmente! Era ora che ti facessi risentire! Mi sono mancate le tue gite fuori porta, i tuoi WE, i tuoi viaggetti… Per la verità pensavo che ne stessi facendo uno particolarmente lungo… Chissà cosa ci starà preparando, mi dicevo. E invece, rieccoti qui!
Cara Bea, ansie e preoccupazioni ne abbiamo tutti, questa è la vita, ma tu non perdere mai la tua allegria contagiosa che ti caratterizza, fallo per i tuoi amici e affezionati followers!
Un abbraccio, Matteo
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Grazie Matteo per aver letto il mio post. Mi fa molto piacere e lo sai. Purtroppo è un periodo decisamente No, cerchi di tirar fuori l’ottimismo ma non è sempre facile. Speriamo che passi presto questo periodo e vedrai che l’allegria contagiosa ritornerà. Un bacione a te e alla tua bellissima signora 🙂
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Il capolavoro “I promessi sposi” del Manzoni è impresso nella mia memoria e “quel braccio del lago di Como …” un’oasi di bellezza spesso fonte d’ispirazione di tanti poeti, l’ho ritrovato poco fa leggendo il tuo post. Un idillio romantico tra panorami e fotografie, natura e centri abitati, giardini rigogliosi di piante, colonne e statue.
Hai saputo mettere a valore, con la tua inseparabile Canon, ogni scorcio meritevole di attenzione.
Io purtroppo non c’ero in questo piacevole fuori porta eppure attraverso le tue parole ho trascorso un po’ di tempo esercitando un utile esercizio del pensiero. E qualcuno ha detto che pensare aiuta a vedere.
Tu sei entrata in punta di piedi ed io in punta di piedi esco da questa casa virtuale che sempre mi regala armonia e serenità.
Il tran tran quotidiano è zeppo di problemi 😦 ma la Vita resta ancora una storia fantastica tutta da raccontare e tu la racconti, in modo splendido, attraverso viaggi, fotografie e profumi di cucina.
Non mollare, al bando ansia, apatia e pensieri negativi … allegria a gogò per la mia cara Bea.
Un abbraccio lungo quanto quel braccio del lago di Como 🙂
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Carissima Affy vedo che nonostante i tuoi problemi sei sempre presente tra i miei post. Si cara sono molto giù anch’io per problemi di salute tutti da risolvere ma come dici tu non si molla, al bando tutto ciò che è negativo a facciamo riaffiorare il sorriso. Una gita piacevole che tu hai gustato virtualmente con me. Sei sempre la benvenuta. Un bacione grosso grosso Bea
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Non perdere mai la voglia di raccontare le tue esperienze di viaggio: sarebbe davvero un peccato, perché riesci sempre a trasmettere con grande maestrìa a tutti i tuoi lettori emozioni e sentimenti 🙂
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Ma che bel complimento, grazie 🙂 Mi hai fatto, senza volerlo, una piccola coccola che acchiappo tutta con il cuore. Ciaoo
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uno dei miei posti preferiti qui in Lombardia.
se poi ci aggiungi le patole del crott De Meo, su in cima, oltre il castello di Vezio, è il paradiso vero
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Vedo che conosci molto bene la zona quindi pubblicare qualche post di luoghi che i miei followers conoscono mi da molto gusto.
Alla prossima 🙂
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Che spettacolo! Ma quel bagno li a che epoca risale?!?!? No perché alla reggia di Caserta non ne avevano uno così bello e moderno!
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Kees tra il 1897 e il 1909 fece eseguire importanti lavori di sistemazione della villa e del giardino, dando loro l’aspetto che ancora conservano. Mi credi che ci abbiamo perso almeno 15 minuti a guardare, quasi ammaliati, lo splendore di quel bagno. Chi non vorrebbe averne uno simile in casa? 😉
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Oh io sono quasi malata “di bagni” è una cosa che suscita molta curiosità 😄😄
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Graziosissima questa villa dal panorama incantevole! Sono stata soltanto poche ore sul lago di Como e noto che mi sono persa molte attrattive della zona che invece meritano una visita!
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C’è tanto da vedere. Certo è che devi abitare nei dintorni per fare delle scappate domenicali. Ricordati che altrettanto belle sono Villa Balbianello e Villa Fogazzaro Roi. Tutte chicche da non perdere. Villa Monastero è stupenda così placidamente adagiata sulle sponde del lago.
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