Trascinata fuori da Carla e Guido che ce la stanno mettendo proprio tutta affinché io non perda quella vitalità che mi ha sempre caratterizzata, oggi la combriccola ha deciso di fare un fuori porta tutto Piemontese. 120 Km da casa per raggiungere una delle più belle dimore del FAI, il Castello e Parco di Masino.
La bianca facciata del Castello, dolcemente adagiata su un poggio morenico che domina la pianura del Canavese, risale all’XI secolo e venne edificata per volere dei conti Valperga discendenti di Arduino d’Ivrea primo Re d’Italia dal 1002 al 1014. Da generazione in generazione il Castello venne abitato dalla dinastia Valperga fino al 1987 anno in cui morì la Marchesa Vittoria Leumann moglie del conte Cesare Valperga. L’anno successivo il bene venne donato al FAI dal figlio della Marchesa, Luigi Valperga. Per la sua strategica posizione fu teatro di numerose battaglie per il controllo della zona. Là dove oggi passeggiamo tra magnifici giardini all’inglese un tempo vi erano possenti torri di guardia ed alte mura.
Il suo aspetto di fortezza, verso la fine del Rinascimento, lasciò posto alla splendida dimora che oggi ha il potere di deliziarci. Un grazie lo dobbiamo al FAI che riesce a riportare beni d’inestimabile valore al loro antico splendore. La dimora è circondata da un parco immenso all’interno del quale è possibile perdersi in quella distesa di filari che s’intersecano dando vita al secondo labirinto più grande d’Italia. Varcarne l’ingresso significa intraprendere un percorso ignoto che potrebbe creare un senso di smarrimento. Lo si deve affrontare con serenità d’animo, pazienza e disponibilità di tempo.
Nel nostro giro ho perso il conto delle innumerevoli sale visitate. Con la mia Canon ho catturato i colori, i particolari di ricchi arredi che rendono veramente charmante questa antica dimora. Affreschi realizzati tra il ‘600 ed il ‘700 arricchiscono le pareti di ogni sala. Si rimane a bocca aperta quando da sala in sala si arriva al torrione circolare cinquecentesco dove si può ammirare la Sala da Ballo.
Vi immaginate volteggiare sotto quel magnifico lampadario in cristallo di Boemia? Le enormi vetrate che si affacciano sul parco lasciano filtrare una luce soffusa. La sala è arricchita da affreschi risalenti al 1730 che raffigurano ameni paesaggi.
Ma procediamo con ordine. La visita si articola in due parti. La maggior parte delle sale si possono visitare autonomamente affidandosi ai pannelli illustrativi che spiegano ogni singolo particolare (costo della visita 11 euro – gratuita per gli iscritti FAI). Con una spesa aggiuntiva di 5 Euro il percorso viene completato dalle 8 sale che ci verranno mostrate, con dovizia di particolari, da un’esperta guida FAI.
Giunti all’ingresso del Castello in uno scatto racchiudo quel magnifico alternarsi di campi e tetti colorati
e poi via verso il portale d’ingresso.
La nostra visita ha inizio. La prima sala che si apre davanti a noi è il Salone degli Stemmi, una delle sale più antiche del castello, e già da qui hai il sentore che ciò che stai per visitare sarà di una bellezza unica.
E’ un vero tripudio di colori. Lo stemma di casa Valperga è rosso e giallo ed al centro dello stemma si nota il disegno di una pianta di canapa. Ogni stemma è diviso in due parti. Se notate bene una parte è uguale in tutti gli stemmi mentre l’altra rappresenta lo stemma della famiglia di chi ha sposato un Valperga.
In fondo alla Sala, sulla destra, si accede alla piccola cappella di famiglia “Cappella di San Carlo”. Ha delle origini molto antiche ma ciò che vediamo oggi è frutto di una ristrutturazione avvenuta nel corso del Seicento. Il minuscolo spazio è dominato dalla pala d’altare dipinta da Guglielmo Caccia detto il Moncalvo. La cappella conserva nelle teche numerose reliquie, tra cui quelle di re Arduino che sono conservate all’interno di una cassetta. Attraversate le prime stanze …
si giunge alla terrazza degli agrumi da dove si ha un magnifico insieme sul Castello.
Una deliziosa struttura esagonale, dal tetto colorato, cattura la mia attenzione… è la Torre dei venti. Il nome lo deve alla rosa dei venti dipinta sul soffitto. Una freccia, posta al centro dell’affresco, indica la direzione del vento grazie al collegamento con la banderuola posizionata sul tetto.
Le pareti sono un susseguirsi di tele che raffigurano le maschere della commedia dell’arte e sembra che tutte puntino lo sguardo verso il visitatore.
Il giro continua, si va al primo piano nobile. Con lo sguardo all’insù, uno dopo l’altro, saliamo i gradini dello Scalone d’Onore ammirando ogni singolo quadro e ogni singolo oggetto così magnificamente accostati gli uni agli altri.
Giunti al primo piano si entra nella Galleria dei Poeti realizzata, tra il 1811 ed il 1814, per volere dell’Abate Tommaso Valperga di Caluso il cui intento fu quello di tracciare un percorso dei letterati italiani più stimati a inizio ‘800 e raccontare le amicizie intellettuali della sua famiglia. Sulle pareti si susseguono 22 medaglioni a chiaro e oscuro con i ritratti dei poeti italiani scelti dall’Abate.
Si prosegue verso le Camere degli Ambasciatori così chiamate perché furono realizzate come ambienti di rappresentanza. Troviamo la Camera degli Ambasciatori di Spagna sulla cui volta possiamo notare numerosi stemmi riferiti a personaggi legati alla casa regnante spagnola. Bellissimo il letto a baldacchino ricoperto di damasco rosso.
Si prosegue verso la Camera degli ambasciatori d’Austria, con gli stemmi di Leopoldo Ignazio e della moglie Anna Maria Giuseppina di Baviera . Da notare il letto a baldacchino in legno dorato rivestito da sete settecentesche.
Molti elementi di arredo sono decorati in pastiglia di riso tecnica utilizzata anche per i mobili con specchiera. Completano l’ambiente i dipinti e le stampe.
Il percorso di visita procede verso delle sale che, a parer mio, sono una più bella dell’altra.
La Sala da Ballo, situata nel torrione cinquecentesco, è sicuramente di un fascino incredibile. Le ampie finestre creano una perfetta armonia tra lo spettacolare panorama della Serra morenica e gli splendidi paesaggi raffigurati negli affreschi alle pareti.
La Sala dei Gobelins magnificamente adornata da tappezzerie ed antichi araldi di famiglia.
Usata come sala di rappresentanza deve il nome, molto probabilmente, all’arrivo da palazzo Valperga a Torino (nel corso dell’Ottocento) del gruppo di poltrone e divano rivestiti con tessuto a motivi vegetali che richiamavano la manifattura parigina dei Gobelins.
E ora entriamo in uno dei più antichi ambienti del Castello, la Sala del Biliardo. Originariamente questa sala doveva essere usata per ospitare il corpo di guardia ed il Tribunale. Successivamente il conte Carlo Francesco II Valperga la trasformò in una sala destinata al divertimento e allo svago.
Terminata la visita libera si ritorna verso la terrazza degli agrumi. Quindici minuti di break e la visita guidata ha inizio dalla Sala degli Antenati. Già dalla prima sala entriamo nella storia di chi ha vissuto per secoli tra queste mura. Che dire, stupenda!!! Ogni cosa al posto giusto. Le volte affrescate, i ritratti degli antenati Valperga, il lampadario e gli arredi. Il tutto crea un’atmosfera avvolgente.
Il giro prosegue verso l’appartamento della Marchesa composto dall’Anticamera, la Sala gialla ed il Salottino rosso. Il salottino, un tripudio di damaschi e ritratti settecenteschi, lo possiamo ammirare solo attraverso la porta a vetri.
Molto bella è la camera di Madama Reale risalente alla fine del seicento con letto a baldacchino e preziose sete cinesi.
Il nostro giro si conclude con una sosta imperdibile al Salone degli Dei e alla Sala della musica.
Un vero trionfo di luci, colori e dipinti.
Un ultimo sguardo a Masino ed un arrivederci a questo luogo incantato che ci ha regalato una giornata all’insegna del relax.
Per chi passasse da queste parti consiglio di dedicare almeno un tre ore alla visita. Noi, purtroppo, non abbiamo potuto visitare la ricca collezione di carrozze che sono conservate nel Palazzo delle Carrozze. Non ci è stato possibile visitare la Biblioteca con oltre 12.000 volumi, che sicuramente mi avrebbe affascinato. Imperdonabile non aver dedicato, almeno un’oretta, al grande Parco di oltre 24 ettari che circonda il Castello. Sarebbe stato bello concedersi una passeggiata percorrendo il Viale dei Tigli o il Giardino dei Cipressi e farsi inebriare da quei profumi che si diffondono nell’aria in una calda giornata primaverile.
Quanti tesori meravigliosi ha l’Italia!
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Veramente incredibile. Questo Castello è bellissimo. Sicuramente da visitare. Bacii
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luogo e reportage sontuosi!
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Ma dai Domenico che bel complimento. Ho faticato tanto per riuscire a creare un articolo degno di questo Castello. Non avevo molto materiale in mano per meglio descrivere le sale e, soprattutto, non ho trovato su internet delle notizie più dettagliate. Però sono contenta 🙂 Le foto parlano da sole 😉
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Pingback: Castello e Parco di Masino, un bene FAI incredibilmente bello — Viaggiando con Bea | Il Blog di Tino Soudaz 2.0
avevo intenzione di andarlo a visitare tipo… “prima o poi” ma dopo aver visto questo tuo splendido reportage aspetto una giornata di sole e corro a visitarlo! grazie e complimenti!
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Il Castello di Masino é una gita da fare e poi le foto credo parlino da sole. Bacii
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