Siviglia, la città andalusa che ti entra nel sangue
Cosa mai mi avrà fatto innamorare della bella capitale dell’Andalusia? L’aria di contagiosa allegria che aleggia tra i suoi vicoli bianchi o il ritmo frenetico del piede che batte seguendo le calde note del flamenco? Forse è capitato anche a voi di vedere all’ombra della Giralda o tra gli antichi portici di Piazza di Spagna un cantaore e due bailaoras esibirsi in una danza sfrenata lasciandovi senza parole.
Il Flamenco unisce un ballo passionale pieno di rabbia ad un canto malinconico carico di dolore. Non è nato come una forma di spettacolo ma come un’esigenza di esternare sentimenti di gioia e di dolore. Le tre città Andaluse che si contendono il ruolo di culla del flamenco sono: Siviglia, Cadice e Jerez de la Frontera.
Le sue antichissime origini derivano dal cante jondo, il primitivo canto andaluso. Arrivò in Andalusia nel ‘400 e furono i gitani a farlo conoscere nella Spagna del Sud e oggi quando si parla di musica spagnola è inevitabile pensare subito al …
Flamenco
Cosa vedere a Siviglia in un giorno?
Un solo giorno, è questo il tempo che io ho potuto dedicare a Siviglia. E’ stata una vera corsa contro il tempo e, quindi, se viaggiate in autonomia vi suggerisco di ritagliarvi almeno 2 giorni. In una giornata è impossibile vedere tutto, tuttavia, noi siamo riusciti a cogliere l’essenza di questa città andalusa così ricca di passione.
Immaginate di indossare le solite scarpette da tennis e scoprire virtualmente insieme monumenti, piazze e quartieri di inimmaginabile bellezza.
Per ottimizzare il vostro tempo vi suggerisco di prenotare con largo anticipo:
- l’accesso ad uno dei monumenti più belli di Siviglia, Reales Alcazares
- l’accesso rapido alla Cattedrale, la Giralda e la Chiesa di San Salvatore
- e …. per spostamenti un po’ lunghi vi suggerisco di utilizzare i taxi in quanto non sono cari e se ne trovano ad ogni angolo.
Il nostro mini itinerario toccherà i simboli di Siviglia: Plaza de Espana, per poi proseguire dapprima verso l’area dell’antico quartiere ebraico e successivamente verso due dei monumenti che nel 1987 sono stati inseriti fra i Patrimoni Unesco: la Cattedrale con l’annesso campanile della Giralda ed i Reales Alcazares.
Plaza de España, oserei dire una delle piazze più belle al mondo.
Uno scenografico emiciclo di ben 170 metri di diametro con un magnifico insieme di torri, scalinate e ponticelli, è questa Piazza di Spagna. Venne realizzata tra il 1914 ed il 1928 in occasione dell’Expo Ibero-americana del 1929, manifestazione che ha lasciato in eredità alla città un grandissimo patrimonio monumentale e l’assetto urbanistico così come lo vediamo oggi. La fontana, collocata al centro della piazza, è un elemento estraneo al progetto originale.
Sul canale che scorre lungo la piazza vediamo quattro ponticelli che rappresentano gli antichi regni di Spagna.
I pannelli in ceramica, decorati con piastrelle sivigliane e marmi, che circondano lo spazio centrale sono 48 e rappresentano le province spagnole.
Accanto a Plaza de España si apre il Parco di Maria Luisa creato nel 1849 e donato alla città nel 1893 dalla duchessa di Montpensier, Maria Luisa Fernanda, sorella della regina Isabella II. Il giardino venne ridisegnato nel 1914 dall’architetto francese Jean-Claude che lo abbellì con romantici padiglioni e fontane. Sempre in occasione dell’Expo del 1929, oltre a Piazza di Spagna, venne realizzata un’altra Piazza monumentale, Plaza de América.
Dopo innumerevoli scatti il giro prosegue verso il Barrio de Santa Cruz, il quartiere più romantico e caratteristico di Siviglia. Un dedalo di tortuose stradine su cui si affacciano case dai muri imbiancati a calce ravvivate da davanzali fioriti. Stupendo perdersi tra quei vicoli e soffermarsi in piazze ombreggiate da aranci o sotto le facciate colorate di antichi palazzi. E’ affascinante sbirciare tra cancelli in ferro battuto e scoprire ombrosi cortili.
Nel nostro percorso verso l’antico quartiere abbiamo fatto una piacevole passeggiata all’interno dei Jardines de Murillo. Anche questi giardini furono progettati in occasione dell’Esposizione Ibero-Americana. Ogni tanto ci imbattiamo in fontane e panchine ricoperte di azulejos.
A metà percorso passiamo davanti ad un monumento dedicato a Cristoforo Colombo.
Il monumento è formato da due colonne in pietra alte una ventina di metri che si elevano da una base dove possiamo notare due medaglioni in marmo uno con il busto di Cristoforo Colombo e l’altro con lo stemma dei monarchi cattolici. Al centro delle colonne c’è una caravella realizzata in bronzo con accanto due fregi che riportano i nomi dei Re cattolici, Isabel e Fernando. Sulla sommità delle due colonne c’è la figura di un leone con un globo. La passeggiata continua verso le Jardin de las tres Fuentes, impossibile non rimanere impressionati dalle dimensioni enormi dei ficus i cui tronchi sono caratterizzati da un insieme di radici contorte.
Ancora due passi e giungiamo in uno degli angoli più fotografati del Barrio di Santa Cruz.
Sull’angolo di un antico edificio ci viene indicato, dalla nostra guida, il balcone di Rosina, protagonista della bellissima opera il “Barbiere di Siviglia”. Secondo la leggenda sembrerebbe che questo balcone abbia ispirato il grande Rossini nella realizzazione della famosa opera. La nostra guida, con i suoi racconti, ci lascia immaginare il Conte d’Almaviva, uno dei protagonisti del Barbiere di Siviglia, nell’atto di cantare una serenata alla sua amata Rosina. Adesso dobbiamo semplicemente lasciarci andare e percorrere uno dopo l’altro gli stretti vicoli. Da Piazza Alfaro si percorre percorre “El callejón del Agua”, una strada che corre lungo le mura della città.
In questo tratto, all’interno del muro, due tubi portavano l’acqua dai Caños de Carmona ai giardini dei Reales Alcázares. Solo pochi metri e giungiamo in Plaza de los Venerables, dominata dalla facciata bianca di un edificio barocco del XVII secolo, Hospital de los Venerables. Sbircio all’interno e rimango affascinata dal patio riccamente ornato da azulejos.
Un vero peccato non aver avuto il tempo per visitare questo gioiellino nascosto tra i vicoli del Barrio. Si prosegue verso Plaza Doña Elvira dove gli edifici che la circondano sanno proprio di Andalusia, un angolo di un fascino irresistibile.
Dopo il nostro zig zag tra i vicoli si volta pagina pronti per scoprire l’area monumentale di Siviglia.
L’accesso alla Cattedrale, una delle più grandi ed imponenti chiese della cristianità, lo si ha da Plaza del Triunfo al cui centro spicca la statua novecentesca dedicata all’Immacolata Concezione.
La Cattedrale di Santa Maria della Sede di Siviglia
venne edificata, in stile gotico, sulla base quadrata della preesistente moschea. Oggi delle parti originarie della moschea rimane un minareto convertito successivamente in campanile, noto come “La Giralda“, il Cortile degli Aranci e la Puerta del Perdon, un tempo maestoso ingresso del cortile della moschea. La porta conserva un arco a ferro di cavallo in stile almohadi.
La costruzione della Cattedrale avvenne tra il 1402 ed il 1506 ma molti elementi furono aggiunti tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. L’edificio ha una lunghezza di 126 m ed una larghezza di 83 m. Stupefacente l’insieme di archi, di guglie e pinnacoli che si stagliano verso il cielo.
La cupola venne ricostruita una prima volta tra il 1517 ed il 1519 e successivamente, in seguito ad un crollo, fu ricostruita fedelmente nel 1882.
Varchiamo la Puerta de San Cristòbal e lasciamoci stupire dall’effetto spaziale del suo interno e dalla ricchezza dei tesori in essa custoditi. E’ una delle chiese più suggestive e maestose del paese. Sono cinque le navate, in stile gotico, che svettano verso l’alto tra cui quella centrale raggiunge i 56 m di altezza. Impossibile non rimanere colpiti dalla bellezza delle volte con un meraviglioso intreccio di rami.
Una luce soffusa penetra dalle 75 vetrate tra le quali la mia fedelissima guida touring cita la preziosità delle più antiche che sono opere di Enrique Aleman e Arnao de Flandes.
Spostandoci verso la navata centrale, racchiuso all’interno di una grandiosa cancellata del 1519, troviamo il coro con ben 117 stalli che richiamano lo stile mudéjar ed un monumentale leggio.
Il retrocoro, del 1619, custodisce una Madonna senese dei primi del Quattrocento.
Tra le tante cappelle, sicuramente una più bella dell’altra, ci soffermiamo dinanzi alla Capilla Mayor che, all’interno della ricca cancellata che la racchiude, custodisce una maestosa pala d’altare ispano-fiammingo che pare sia la più grande del mondo.
Andando verso l’abside si presenta dinanzi a noi la cancellata settecentesca della Cappella Reale (1552-1575). Questa cappella è riservata all’adorazione del SS Sacramento quindi non visitabile. Al suo interno sono custodite le tombe di Re Alfonso il Saggio e della madre Beatrice di Svevia. In un’urna di cristallo del 1710 sono custoditi i resti di San Ferdinando III. Di questa meraviglia ho potuto cogliere in uno scatto solo la bellezza della cancellata e della cupola riccamente ornata.
Adesso spostiamoci verso il transetto dove, maestoso, troneggia il monumento funebre dedicato a Cristoforo Colombo
che si presume custodisca le spoglie del grande navigatore qui traslate dall’Avana nel 1898. Il monumento si compone di un feretro in bronzo portato da quattro araldi che rappresentano le quattro corone di Spagna.
Non da meno è la bellezza della Sala Capitolare la cui costruzione venne ultimata nel 1592. E’ un capolavoro del rinascimento spagnolo di forma ellittica. La cupola è stata decorata nel 1667 con ritratti ad olio che rappresentano otto santi di Siviglia e al centro un dipinto dell’Immacolata Concezione.
Altrettanto bella è la Sacristia Mayor che custodisce preziosi oggetti di arte liturgica, tra cui un capolavoro di oreficeria alto più di 3 metri e dal peso di circa 300 chili.
Ultimato il nostro giro in Cattedrale, instancabili, siamo già pronti per scoprire uno dei simboli di Siviglia, la Giralda.
Considerata un significativo esempio di architettura mudéjar, si erge, con i suoi 96 m di altezza accanto all’abside della Cattedrale. Originariamente, nel XII secolo, era un minareto al quale nel Cinquecento venne aggiunta la parte superiore che culmina con la scultura in bronzo la Statua della Fede (1568), conosciuta con il nome di Giraldillo. Per raggiungere la cella campanaria si percorrono 35 rampe inclinate che avevano la funzione di permettere alle guardie di raggiungere a cavallo la cima della Giralda. Al termine delle rampe solo 17 gradini e, finalmente, raggiungiamo la piattaforma panoramica dalla quale abbiamo goduto di un panorama magnifico sui tetti di Siviglia. Esperienza stupenda. Un po’ faticosa ma ne è valsa la pena.
Soddisfatti della visita attraversiamo il Patio de los Naranjos e da lì verso la Puerta del Perdón. Bellissima Plaza de la Virgen de los Reyes, sulla quale si affaccia la facciata del cinquecentesco Palacio Arzobispal.
Due passi ci separano dal Reales Alcazares ma mancano ancora due ore all’orario fissato per la visita dei palazzi. Che fare? Solo 700 metri ci separano dalle sponde del Guadalquivir, il fiume che attraversa tutto il sud della Spagna. Non ci siamo scoraggiati e così via verso la sponda sinistra del fiume che racconta la storia della città e delle sue tradizioni. Passeggiando sul lungofiume eccoci al cospetto della moresca Torre dell’Oro
per poi giungere fino alla magnifica Plaza de Toros. Conosciuta con il nome di “Catedral del Toreo” è la più grande arena di Spagna. Uno scatto verso l’ingresso principale della Plaza de Toros e via verso l’ ultima tappa della nostra giornata Sivigliana…
Che città stupenda! devo prenderla in considerazione.
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Ciao carissima, è una città coinvolgente. C’è un’atmosfera molto particolare specialmente tra i vicoli del barrio di Santa Cruz. Sicuramente da vedere. E poi vedrai che meraviglia l’Alcazar . Bacii
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Ciao Bea
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Finalmente il viaggio continua!
Concordo con te cara Bea, Siviglia merita una sosta di due/ tre giorni per vivere appieno questa splendida capitale andalusa.
Lasciarsi alle spalle la vita frenetica e calarsi nella magica atmosfera che trapela da ogni angolo di questa città.
Da non perdere lo spettacolo di flamenco nel piccolo patio della “casa de la memoria “.
….Complimenti per il post!!!
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Davvero Elena l’atmosfera che si respira a Siviglia è davvero magica. Un viaggio durato 9 giorni ma per gustarlo a fondo c’è ne sarebbero voluti almeno 12. Un bacioo
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Ciao Bea, che gran bel lavoro hai fatto in questo post. Certe foto sono spettacolari e comunque tutte bellissime. Molto interessante la narrazione. Complimenti! Un caro saluto e e buona settimana! 😊🤗
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Grazie carissima amica. Questi complimenti mi spronano a continuare. Ammetto che non è stato facile raccontare di Siviglia forse perché è un viaggio che non ho mai sentito mio. Bacio e al prossimo post 😉
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Sono stata diverse volte a Siviglia, una città meravigliosa e tanto accogliente! Per non parlare delle tapas…
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Hai ragione le tapas sono degli spuntini veramente deliziosi. Buon Anno 😉
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