Carinzia, da Gurk al Castello di Hochosterwitz e Sankt Veit an der Glan (II parte)

e la gita continua …

Solo mezz’ora di macchina ed eravamo già al cospetto di uno dei più suggestivi Castelli medioevali d’Austria, il Castello di Hochosterwitz.

IMG_1326 (1) Si erge imponente, con i suoi bastioni e le sue porte a torre, sopra una roccia dolomitica  dalla quale domina una delle più belle valli della Carinzia. Arrivati alla base del castello non fatevi vincere dalla pigrizia, non fatevi tentare dal  raggiungere la cima con una comoda funicolare ma provate a percorrere a piedi lo scenografico tragitto che collega le 14 porte a torre.IMG_1415

Lo sentirete un po’ vostro se percorrerete quella strada sinuosa e, credetemi, sarà bellissimo soffermarvi ad ogni piazzola per fotografare ora il panorama alle vostre spalle ora la struttura della porta che si staglia dinanzi a Voi. Le torri sono diverse una dall’altra ed ognuna di esse vi regalerà un’emozione nuova.IMG_1335

La struttura originaria del Castello viene menzionata per la prima volta nell’860 in un atto del Re della Francia Orientale, Ludovico II, con cui donava alcuni dei suoi possedimenti al vescovado di Salisburgo.

Tante sono le storie vissute tra le mura del Castello di Hochosterwitz ma fu il 1571 che segnò il grosso cambiamento del Castello e fu, precisamente, l’anno in cui venne acquistato da George Khevenhuller. E’ lui che, per migliorare le difese del Castello e renderlo inespugnabile, fece costruire 14 porte a torre, baluardi, muraglie e armerie. Dal XVI secolo il castello non ha subito rimaneggiamenti ed ancora oggi, rispettando le volontà di George Khevenhuller deposte su una lapide in marmo all’interno della corte, appartiene alla famiglia Khevenhuller.  Dopo questa breve introduzione è giunto il momento di inerpicarci su per il colle e scoprire una ad una le 14 porte a torre.

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Si parte dalla Porta degli Alfieri (Fahnrichtor). La trovo bellissima con l’affresco di quelle figure di sbandieratori che sventolano enormi bandiere dai colori sgargianti e che avevano il compito di segnalare la presenza del nemico a chi difendeva la fortezza.IMG_1333

La seconda Porta, detta del Guardiano (Wachtertor) è addossata alla roccia. La terza è una semplice torretta, detta Nautor, che aveva lo scopo di difendere la Engeltor ovvero Torre degli Angeli.

Posta su uno strapiombo e munita di sotterranei, era in grado di resistere, in piena autonomia, ad eventuali attacchi.  Adesso voltiamoci indietro ed ammiriamo il bellissimo panorama.IMG_1341

Siamo giunti alla quinta porta chiamata (Lowentor) dotata di ponte levatoio e poi continuiamo a salire verso la (Manntor).  La (Khevenhullertor), ovvero la XVII porta a torre, è stata dedicata a George Khevenhuller.

Siamo giunti all’XVIII porta (Landsschaftor) ovvero del Paesaggio. Questa porta celava un ingegnoso trabocchetto che avrebbe scaraventato gli assalitori nel baratro nel caso fossero riusciti ad attraversarla. 

Prima di andare avanti la nostra attenzione viene catturata dalla delicata guglia della Cappella dedicata a San Nicola che custodisce tombe della famiglia Khevenhuller.

Attraversiamo velocemente le successive tre porte la Reisertor, la Waffentor e la Mauertor

fino a giungere alla dodicesima porta (Bruckentor) che grazie alla sua posizione ed al ponte levatoio era molto efficace per fermare eventuali attacchi nemici.  Non vi scoraggiate siamo quasi arrivati… attraversiamo la   (Kirchentor

e finalmente siamo alla quattordicesima porta a torre: la Kulmertor.

Un ponte levatoio e solide mura che servivano a proteggere la fortezza prima di arrivare alle mura di cinta ed al nucleo centrale del Castello.

Varchiamo il portone d’ingresso ed una ripida scalinata ci condurrà all’interno del cortile… una vera sorpresa!!! Tavole festosamente imbandite, camerieri che sfrecciano con piatti fumanti, bimbi che si rincorrono e gente che ride dinanzi a dei boccali di birra. Socchiudo gli occhi e la mia fantasia corre a banchetti festosi con giullari di corte… Opps!!! non fateci caso vedo troppi film 🙂 sto farneticando 😉

Avendo già pranzato a Gurk non ci resta che abbandonare la corte interna e continuare il percorso visita. Una sbirciatina all’antica cappella

e da una porticina laterale entriamo nella zona del castello adibita a museo. Un’enorme varietà di armi, armature medioevali ed un’interessante collezione di dipinti che testimoniano la ricchezza che qui un tempo regnava.

Si attraversano una ad una le varie stanze, immortaliamo dei panorami incredibili

e, dulcis in fundo, eccoci arrivati alla fine della nostra visita. Si ripercorrono le 14 porte, ancora qualche scatto qua e là ed eccoci giunti alla macchina. Pochi chilometri e siamo già pronti per esplorare, molto velocemente, il nucleo storico di Sankt Veit an der Glan uno degli ennesimi borghi da fiaba che l’Austria regala ai visitatori. Sankt veit an der Glan è un’antica cittadina della valle della Glan, capitale della Carinzia fino all’inizio del XVI secolo. Il mini giro non può che iniziare dalla Hauptplatz.

Bellissima piazza rettangolare circondata da nobili palazzi di epoche diverse dai colori sgargianti. Due fontane ed una colonna adornano la piazza.

Tra i palazzi abbiamo la Capitaneria del 1780 ed il Rathaus del 1468. Rivolgendosi alla portineria si potrebbe visitare la Sala Grande al suo interno. Bel cortile a tre ordini di arcate e a graffiti.

Ok direi che adesso siamo proprio esausti e non vediamo l’ora di rifugiarci nel nostro delizioso Hotel Sonnalm a Bad Kleinkirchheim.

21 thoughts on “Carinzia, da Gurk al Castello di Hochosterwitz e Sankt Veit an der Glan (II parte)

  1. Pingback: Carinzia, un viaggio alla scoperta della “riviera ad alta quota” | Viaggiando con Bea

  2. davvero bello questo Castello, più leggo il tuo viaggio e più scopro la bellezza dell’Austria, che ho visitato una sola volta qualche anno fa, ma della quale ancora conosco poco. Ottime le fotografie che accompagnano la narrazione, in questo periodo i nostri blog si assomigliano 😁😊 entrambi raccontiamo viaggi fotografici, il mio però lo suddivido in molte parti, in modo da dare continuità alla narrazione, che nel mio caso non si ferma mai. 👍👍👍🤗😊😉

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