Forse, proprio come ho fatto io, vi starete chiedendo “ma cosa ci sarà mai da vedere a Cernobbio” !?
Incredibile… altro che una giornata!!! per far tutto avrei dovuto avere a disposizione almeno una mezza giornata in più 😦
Cernobbio, incastonata fra le sponde del lago di Como e le pendici scoscese del monte Bisbino, dista solo una manciata di chilometri da Como. Con la sua eleganza e tranquillità è uno dei luoghi ambiti dalle famiglie comasche e milanesi. Qui è un delizioso susseguirsi di antichi palazzi, ville e giardini.
Per gli amanti del trekking sono numerosi i percorsi che si possono effettuare verso i Monti Lariani alla ricerca dello scatto perfetto. Dal paese si può fare un’escursione verso Monte Bisbino sulla cui cima si erge l’antico Santuario di Santa Maria Assunta la cui notorietà risale al periodo dell’epidemia di peste del 1600. Si racconta che i fedeli di allora si recarono in processione in cima al monte per chiedere alla Beata Vergine di preservarli dal contagio e si impegnarono di ripetere la processione ogni primo mercoledì di ogni mese per un anno intero. Le comunità uscirono indenni dall’epidemia e così, ancora oggi, questo Santuario è meta di pellegrinaggi. Ecco, carissimi followers, sono questi i racconti che ascolto quasi a bocca aperta e non vi so dire quanto mi dispiaccia di non aver trovato quell’oretta per raggiungere il Santuario e poter ammirare, non solo la statua in marmo bianco della Madonna, ma di poter vedere uno ad uno tutti gli ex voto visibili nella cappella retrostante il Santuario.
Non fantastichiamo più su ciò che non abbiamo visto ma, piuttosto, ripercorriamo insieme la nostra giornata a Cernobbio.
Parcheggiata la macchina nei pressi di via Giuseppe Garibaldi io, Lui e Loro (i miei cari amici Roby e Graziella) ci siamo diretti verso il lungolago e precisamente in Piazza Risorgimento.
Qui, direi, siamo stati letteralmente conquistati da quei platani bassi che, creando una sorta di galleria, accompagnano il visitatore fino all’imbarcadero in stile liberty. Realizzato con base in metallo e colonnine in ghisa rappresenta uno dei più bei esempi architettonici di imbarcadero presenti sul Lago di Como. Di fronte si erge imponente il monumento ai caduti formato da un gruppo bronzeo con cinque figure di combattenti.
Lasciata Piazza Risorgimento ci addentriamo tra i vicoli del borgo e ammirando le case di ringhiera che si affacciano sulle vie deserte
si arriva, proprio con due passi, alla Chiesa di San Vincenzo. La facciata bianca e rossa è circondata da antiche case che sembrano cingerla in un grande abbraccio.
Le origini della Chiesa di San Vincenzo risalgono al 1150. Tra il 1750 ed il 1775 subì vari rimaneggiamenti e la facciata in stile barocco che vediamo oggi fu realizzata nel 1861. Accediamo al semplice interno ad unica navata e guardiamoci in giro. Ai lati noteremo gli altari in marmo, in quello di destra spicca una statua della Madonna Addolorata e a sinistra invece abbiamo una statua che raffigura Santa Marta. L’altare maggiore, realizzato in legno dorato, è una copia di un’opera andata distrutta in un incendio del 1978. Infine al suo interno, è custodita una Croce processionale del 1500 capolavoro di arte orafa realizzata da Francesco Ser Gregorio, orefice originario di Gravedona.
Intorno alla chiesa deliziosi i dipinti che troviamo sulle facciate delle case.
Percorrendo via XX Settembre si giunge in Piazza Belinzaghi dove, dipinta sulla parete di una casa, troviamo una gigantesca mappa del Lago di Como. Sulla Piazza, lungo la via Regina, si affaccia l’Oratorio della Madonna delle Grazie.
Le origini di questo gioiellino sono antichissime. Inizialmente venne censita come oratorio in quanto la struttura era troppo semplice e quindi non si poteva celebrare la messa. Per quanto riguarda il campanile non si conosce l’esatto anno di costruzione però in alcuni documenti si trova scritto che probabilmente risale alla metà del XVIII secolo (fonte da internet).
La facciata, d’impronta barocca, è ornata da un’antica porta in legno. In alto si può ammirare un affresco dell’Immacolata del 1671. Al suo interno si possono ammirare lungo le pareti altre tele settecentesche come “Il matrimonio mistico di Santa Caterina” e “L’elemosina di San Domenico”. Nel 1620 la Madonna che allatta il bambin Gesù venne staccata dalla vecchia edicola e venne posta al centro dell’altare.
Cinquanta metri ci separano da una delle più belle opere di arte architettonica del Cinquecento, Villa d’Este. Oggi è un Hotel a cinque stelle e quindi non possiamo fare altro che rubare uno scatto verso il parco .
Opps!!! Sono già le 11,30 e abbiamo due appuntamenti importanti. Un pranzo veloce e poi una visita guidata di Villa Pizzo. Ritornati alla macchina ci siamo diretti verso Moltrasio
dove avevamo prenotato un tavolo presso il Ristorante Trattoria del Fagiano. Siamo stati molto bene. Avevamo il tavolo in un angolino illuminato dal sole ed è stato piacevolissimo gustare sia gli strozzapreti (non sono altro che delle caserecce) conditi con un gustoso ragù di fagiano. Per secondo un’ottima tagliata alle cipolle e non si poteva concludere che con un dolce.
Dopo questa deliziosa condivisione gastronomica, Clara ci attende ai cancelli di Villa Pizzo per deliziarci, per un’ora e mezza, con racconti di generazioni passate presentandoci quegli uomini e quelle donne che qui hanno vissuto e che, con il loro gusto, hanno saputo donare alla villa l’aspetto magnifico che possiamo ammirare oggi.
H. 14,00… molto lentamente accediamo con la macchina all’interno di una delle più antiche dimore del Lago di Como.
Villa Pizzo si erge su un promontorio roccioso degradante verso le acque del Lario. Il suo nome deriva da Piz che in dialetto comasco significa punta o sporgenza.
Il percorso della visita si snoda principalmente tra i vialetti ed i terrazzamenti del giardino. Si parte dalla balza superiore percorrendo il Viale dei Cipressi la cui funzione era, e lo è tuttora, quella di proteggere la Villa dai venti freddi del nord. Uno dei terrazzamenti più suggestivi del parco è il viale di Taxus baccata creato dall’architetto Ettore Villoresi per volere dell’Arciduca Ranieri.
Per meglio comprendere la vastità e la bellezza del verde rigoglioso che avvolge la villa, Clara ci dice che avremmo dovuto concederci un giro in battello e ammirarla dal lago. Se avessimo avuto tempo avremmo fatto molto volentieri un giro a Torno, un delizioso borgo che guarda Cernobbio dalla sponda opposta, ma, ahimé, gli orari dei traghetti non coincidevano con i nostri.
La villa ha origini antichissime. I terreni, ricchi di uliveti, furono acquistati nel 1435 da una famiglia di mercanti comaschi, la famiglia Mugiasca ed inizialmente l’intento era quello di farne un’azienda agricola. L’immagine sulla sinistra raffigura un antico crotto che al tempo della famiglia Mugiasca veniva utilizzato come deposito per le coltivazioni.
Durante la visita Clara, con grande entusiasmo, ci racconta la storia delle famiglie che, nel corso dei secoli, si sono succedute. Ci parla del 1629 anno in cui vi fu una terribile epidemia di peste ed i Mugiasca fuggirono dalla città e si trasferirono a Villa Pizzo accogliendo al suo interno molti concittadini i quali, in cambio dell’ospitalità, realizzarono i terrazzamenti che abbiamo l’occasione di visitare oggi.
Nel corso della visita ci viene mostrato un monumento che la famiglia Mugiasca eresse in memoria del loro amico Alessandro Volta.
Dopo i Mugiasca la Villa venne acquistata dall’Arciduca Ranieri d’Asburgo il quale affidò all’architetto Villoresi il compito di perfezionare l’assetto del parco. Successivamente subentrò l’affascinante Elise Musard la quale spese ingenti fortune per l’abbellimento del parco e della facciata della casa. A mademoiselle Musard succedette la famiglia Volpi – Bassani e nel loro periodo, rispettando le scelte architettoniche dei predecessori, vennero aggiunti elementi di pregio quali il Mausoleo,
la Darsena
e la sovrastante terrazza che domina il bacino di Moltrasio.
Il giro prosegue verso il giardino all’italiana. La scena è dominata da un bellissimo esemplare di albero di canfora dal cui legno e dalle foglie si ottiene, per distillazione e raffinazione, la canfora. Leggo su internet che quest’ albero è il simbolo della città di Hiroshima in quanto è stata la prima pianta a ricrescere dopo il bombardamento atomico. Per questo motivo è considerato l’albero della vita e pianta sacra.
Infine eccoci giunti alla deliziosa palazzina a due piani che con la sua facciata rosa e gialla voluta da Madame Musard e con la miriade di rose disseminate lungo la balaustra volute dall’arciduca Ranieri, appare ai nostri occhi in tutta la sua bellezza.
La visita dell’interno è limitata solo al piano terra in quanto è tuttora privata. Le stanze da visitare sono poche ma hanno un loro fascino. Varcata la porta d’ingresso non possiamo che rimanere colpiti dall’eleganza e dalla bellezza dei complementi d’arredo.
Soffitti splendidamente affrescati, decorazioni alle pareti, specchi e ritratti che catturano l’attenzione. Un giallo luminoso nella sala della musica ed il delizioso susseguirsi di finestre che regalano scorci magnifici sia verso il lago che verso il giardino.
Il complesso di Villa Pizzo comprende anche le serre realizzate nei primi anni del XX secolo.
Un ultimo sguardo al panorama e, ahimè, il nostro giro è giunto al termine.
La visita di questa Villa è stata un’esperienza rilassante e siamo rimasti completamente affascinati dalla storia che l’avvolge raccontata dalla simpatica voce narrante di Clara.
Nel mio resoconto ho cercato di darvi qualche informazione catturata durante la visita guidata ma, soprattutto, ho preso spunto da ciò che ho trovato sul sito di Villa Pizzo e poi, immancabilmente, lascio che siano le foto a guidarvi in questo viaggio virtuale e a farvi scoprire la bellezza di questo luogo che non posso che consigliare di visitare.
Le visite sono con prenotazione obbligatoria
Durata: 1,5 ore
Biglietto intero:15 €
Per informazioni:
Email booking@villapizzo.com
Tel +39 331 134 0676
In effetti lo avevo pensato…Cernobbio.
Mi devo ricredere, è fantastica!
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Direi carina, però c’è molto da vedere e molte escursioni da fare proprio da Cernobbio. Un abbraccio 😉
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Bellissimo resoconto come sempre, Bea! 🙂 Buona serata, un abbraccio. ❤
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Grazie Luca, troppo gentile. L’ho fatto un po’ troppo lungo e credo ce alla fine risulti troppo noioso. E’ già un successo se date un’occhiata alle foto. Graziee
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Quando leggo i tuoi articoli di viaggi, non li trovo mai troppo lunghi; al cpontrario, mi perdo in quello che dici, cercando di inserirmi anche io in quel contesto. Forse a rendere lunghi gli articoli potrebbero essere le foto, ma se non le metti l’articolo sembrerebbe molto più scarno, e forse potrebbe non risultare molto interessante. In parole povere, apprezzo molto il tuo modo di scrivere e di allegare le foto, per cui: continua così, che vai alla grande! 🙂 Sei bravissima, Bea! Buona serata! 😉
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Quanti bei complimenti carissimo Luca. Scusa il ritardo nel rispondere ma qui sembra che il tempo voli e non riesco mai a mettermi tranquilla davanti al PC. Un caro saluto e buona serata a te.
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Ciao Bea, non importa, non preoccuparti. I ciomplimenti sono davvero meritat, credimi! Buon pomeriggio. 😉
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Un bacioooo
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Bellissima Cernobbio, 🤩: da piccolina c’andavo spesso d’estate alla domenica perché è vicinissima a dove abito io ed è vero: ci sono tantissime cose da vedere. Ed il paesaggio su cui s’affaccia è a dir poco stupendo, 😍. Bellissimo e ricco di dettagli il viaggio di questa tua giornata in questi luoghi pieni di fascino, 👍👍👍. Baci baci, 😘😘.
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Ciao Cara scusa se non ho più risposto ma è da un po’ che non sono attiva sul blog.
Ah caspita non siamo poi così lontane e comunque abiti proprio in un bel posto. Bacii a te 😉
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Ciao cara Bea. No problem, tranquilla, 🙂. Sì, dal paese dove abito io a Cernobbio ci sono sì e no 20 minuti di strada. Baci baci e bentornata, 😘😘.
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Vorrà dire che magari un giorno ci potremmo incontrare a Como per un caffè in piazza. Io posso sempre prendere un treno da Monza e in mezz’ora essere a Como. Baciii
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Bellissime queste foto di Cernobbio! Le località lacustri danno sempre un senso di pace. Buona serata! 😊🤗🌷🌻🦋
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