Scozia on the road, andando verso la contea di Moray

Il nostro quarto giorno on the road è arrivato. Abbiamo caricato il Suv, abbiamo consumato un’eccellente colazione al B&B Bishop Park, abbiamo salutato Anne e David e via verso nord alla scoperta di tre imperdibili chicche.

Con il senno del poi, guardando il percorso su maps, mi sono accorta che avremmo potuto iniziare la nostra quarta giornata concedendoci una breve passeggiata lungo il fiume Ness. La zona delle Ness Islands distava meno di 1 km dal nostro albergo e avremmo davvero potuto raggiungerla in men che non si dica. Mi sarebbe piaciuto attraversare quei romantici ponti in ferro battuto che collegano la miriade di isolotti che si trovano all’interno del fiume Ness ed invece eccoci nuovamente in macchina sulla A96 direzione Fort George, il più importante complesso militare di tutta la Gran Bretagna.

Si costeggia la baia di Moray Firth, una delle zone marine dove è possibile avvistare una colonia di delfini che vive da queste parti. Poco meno di mezz’ora e si arriva a Fort George, fortificazione militare costruita  per volere di Giorgio II contro eventuali attacchi da parte dei giacobiti.

 

Ci vollero circa vent’anni per realizzare l’intero complesso militare e, ancora oggi, il forte è attivo come guarnigione. Con audio-guida in mano l’abbiamo visitato molto velocemente.

La casa del Governatore ospita il Regimental Museum of Highlanders che è dedicato ad uno dei più antichi reggimenti scozzesi. Qualche scatto qua e là verso gli alloggi o le strutture difensive

ma, soprattutto, ci siamo concessi una passeggiata lungo l’imponente muraglia che regala dei bellissimi scorci sulla costa.

Solo 8 miglia ed arriviamo in uno dei castelli più romantici di Scozia, Cawdor Castle.

Varcando il cancello sembra di entrare nella pagina di un libro di fiabe.

Stupendi giardini avvolgono la struttura classica di questo gioiellino che con le sue torri, con il suo ponte levatoio, passaggi segreti e prigioni misteriose non può che affascinare il visitatore.

Qui tutto è mistero, Shakespeare ne rimase affascinato scegliendo il castello di Cawdor come luogo di ambientazione per il suo Macbeth. Nella celebre tragedia Macbeth uccide re Duncan proprio a Cawdor Castle. Le origini del castello, eretto come fortezza privata dal clan di Cawdor, dovrebbero risalire alla fine del XIV secolo e la leggenda vuole che l’antica torre medioevale sia stata costruita intorno ad un albero di biancospino. Seguendo le istruzioni di un sogno, il capostipite della famiglia Cawdor, caricò un forziere pieno d’oro su un asino e lo lasciò vagare per tutta la giornata. Il castello doveva sorgere nel luogo dove l’animale si sarebbe sdraiato per trascorrere la notte ed il luogo fu sotto questo albero.

L’imponente torre ad impianto rettangolare si sviluppa su quattro piani e l’ingresso, a cui si accede tramite ponte levatoio, è posizionato al primo piano. Le ristrutturazioni avvenute nel corso degli anni hanno rispettato l’impianto originale lasciando intatto l’aspetto tanto affascinante del tipico castello medioevale. Oggi il Castello appartiene alla famiglia Campbell ed è abitato dalla Contessa Cawdor. Gli interni sono arredati con grande eleganza e gusto. Il salone è un trionfo di colori e deliziosi accostamenti tra pezzi antichi e divani dal gusto moderno. Al centro troneggia uno splendido camino arricchito dagli emblemi della famiglia Calder, come la Testa di Cervo.

Camere da letto con letti a baldacchino dai colori che vanno dal rosa tenue al rosso acceso. Alle pareti meravigliosi arazzi raffiguranti soggetti biblici.

Gli esterni sono stati inclusi nell’elenco nazionale dei più importanti giardini di Scozia.

 

Si risale in macchina e si punta su Elgin la città principale della contea di Moray. La vita della città ruota intorno alla High Street dove si affacciano importanti edifici storici come il municipio ma nulla in confronto alla bellezza ed al misticismo che sprigionano dalle rovine imponenti della Cathedral, quindi, concentrate il vostro tempo su questo sito dal grande valore artistico e storico.

Nel 1200, la sede del vescovo di Moray fu spostata dalla vicina Spynie a Elgin e quindi iniziarono i lavori di costruzione di una nuova cattedrale. L’edificio originale, che comprendeva anche le due torri, fu consacrato nel 1224. Intorno al 1270, probabilmente in seguito ad un incendio, l’edificio originale fu ristrutturato e notevolmente ampliato. La sala capitolare venne aggiunta in questa fase di ristrutturazione e, a lavori ultimati, la Cattedrale raggiunse il suo periodo di massimo splendore. Sfortunatamente, nel 1390, Alexander Stewart, conte di Buchan, noto come il “Lupo di Badenoch”, portò un esercito di Highlanders e fece bruciare sia la Cattedrale che la città di Elgin. Si tentò di riparare i danni ma nel corso degli anni la Cattedrale venne più volte saccheggiata fino a giungere all’anno 1560 quando, nel periodo della Riforma, la Cattedrale venne definitivamente abbandonata. Il tetto venne smantellato per recuperare il piombo, le campane vennero rubate, solo la sala capitolare è miracolosamente giunta quasi intatta ai nostri giorni. Per ben 400 anni il complesso monumentale visse un periodo di completo abbandono, solo nel XIX secolo sono stati compiuti i primi passi per preservare quel che resta  della  “Lanterna del Nord” .  Varcando il bel portale d’ingresso della facciata ovest,

ai cui fianchi svettano due alte torri quadrate, non si può non immaginare la magnificenza di un tempo.

Salite in cima alla torre nord ed avrete una vista d’insieme magnifica.

Soffermatevi ad ogni singolo cartello illustrativo ed immergetevi in quegli scritti che vi riporteranno indietro negli anni. Guardate l’immensa navata che si apre davanti a Voi tappezzata d’erba ed incorniciata da un cielo blu. Cercate quelle pietre che un tempo furono i pilastri di questa immensa Chiesa e spingete lo sguardo fino al presbiterio giunto ai nostri giorni quasi intatto. Incredibilmente bello con quel gioco di archi e quel magnifico rosone.

 

Entriamo nell’ottagonale sala capitolare e facciamoci trasportare da quelle note di canti gregoriani che sembrano fluttuare tra le volte.

Mi sono seduta e una ad una ho guardato quelle antiche vetrate, quelle alte volte che come i tentacoli di una piovra sembrano diramarsi dal pilastro centrale verso il tetto.

Risaliti in macchina abbiamo puntato verso il mare per esplorare questa zona costiera ma la nostra continua corsa contro il tempo ci ha privato del piacere di esplorare quei piccoli centri costieri che sicuramente ci avrebbero affascinato con le loro casine colorate e quell’aria di mare che ti rigenera.

Avevamo ben 150 km da percorrere ed era decisamente tardi. Siamo ritornati sulla A96 e senza uno stop, senza uno scatto abbiamo tirato dritto fino a raggiungere the  Chapel of Barras B&B.

Immerso nella campagna scozzese, circondato da enormi distese di campi di colza e placide mucche che pascolavano indisturbate.

Abbiamo girato almeno per una mezz’ora prima di sentire la vocina del navigatore che ci diceva che eravamo giunti a destinazione. Ad ogni curva io e Paola ci guardavamo e ci domandavamo dove fossimo finiti. Il nervosismo all’interno del SUV era palpabile ed i nostri men, ormai esausti, incominciavano a pensare in quale terribile posto avremmo trascorso la notte ed invece … “Chapel of Barras” è stata una vera sorpresa. David and Michelle ci hanno accolto con il loro sorriso e ci hanno mostrato la nostra camera. Per la cena ci siamo affidati ai consigli di Michelle ed abbiamo gustato dei piatti tipicamente scozzesi presso il Ristorante  “The Creel inn”  . Uno più buono di un altro 🙂

 

18 thoughts on “Scozia on the road, andando verso la contea di Moray

  1. Grazie Bea per avermi portata in luoghi che ancora non ho avuto occasione di visitare! A parte Fort George e Nairn, della costa del Moray Firth non ho putroppo visto ancora niente ma è una zona che mi attira moltissimo! Mi segno tutto per un futuro viaggio 🙂

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  2. Racconto di viaggio dettagliato come sempre, e le foto sono sempre spettacolari! Leggendo di Elgin mi è venuta in mente l’espressione “Elgin marbles”, che ricollegavo a John Keats; ed in effetti non avevo torto, visto che il poeta inglese ha scritto un’elegia, dal titolo proprio “On Elgin marbles”. Che poi (e questo non me lo ricordavo) così viene chiamato il Partenone; chissà perché… 😉
    Un abbraccio grande! 🙂

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      • 😀 Bea, tu non mi annoieresti mai, dovessi scrivere un papiro di dimensioni considerevoli!! Non sto scherzando, dico sul serio, dovresti sapere che leggerti è sempre un piacere!! 🙂 Grazie del link, l’ho aperto nella home page, e lo leggerò non appena rientro dal fare due tiri con l’arco. P.S.: stasera finisco il libro di Eco (Il pendolo di Foucault); la recensione è praticamente già pronta, giusto il tempo di dargli un’ultima sistemata, poi la potrai leggere! 🙂
        Buon pomeriggio! ❤

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        • Mi lusinghi Luca e ti ringrazio veramente tanto per questi apprezzamenti. Cerco di scrivere mostrando una Bea sognatrice che si fa incantare da ogni cosa che vede. E’ così che sono e non riuscirò mai ad essere più seriosa. Tu invece ti dedichi sempre alle letture ricercate sebbene anch’io ho letto di Eco il classico “In nome della Rosa” e ricordo che mi era piaciuto tantissimo. Il film poi è stato una meraviglia. Ambientazione, personaggi, insomma bello da morire. Buon pomeriggio anche a te 🙂

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