Una piccola premessa. Il mio correttore di bozze, il mio Lui 🙂 , alla fine del post mi ha detto “è un po’ impegnativo”. Mia suocera, vedendo il mio accanito impegno in ricerche e riletture del testo, mi ha chiesto: ” ma a chi serve tutto ciò che stai facendo”? Cari miei followers sapeste le volte che mi sono posta anch’io questa domanda. Ogni tanto penso di dare forfait ma poi è più forte di me e non riesco proprio a farne a meno.
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In questa calda giornata di agosto si parte per Gornate Olona dove, tra i boschi del Varesotto alla sommità di una piccola altura, andremo alla scoperta di un luogo ricco di fascino e mistero, il Monastero di Torba.
Il Monastero, insieme all’ area archeologica di Castelseprio, è stato inserito dal 2011 nel progetto UNESCO
“I Longobardi in Italia: i luoghi del potere”
Varcato il cancello d’ingresso del Monastero la mia attenzione è stata subito catturata dalla scritta
“Il primo “Bene” non si scorda mai”
Era il 1977 quando Renato Bazzoni e Giulia Maria Mozzoni Crespi credettero in quello che agli occhi di tutti sembrava una sfida impossibile, ovvero il recupero di quel rudere che portava con se una storia millenaria piena di mistero e fascino. Da allora Torba è diventato il simbolo del FAI che, all’epoca, era una Fondazione piccola, ai più sconosciuta, con pochi mezzi ma con tanta voglia di realizzare passo dopo passo un sogno che mirava alla
“ Tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio d’arte, natura e paesaggio italiano”
Oggi, dopo 40 anni, questo sogno si è trasformato in realtà grazie all’impegno di tutti coloro che hanno creduto a questo enorme progetto, ma un grazie va anche a Noi, semplici iscritti, che crediamo nel FAI e lasciamo trapelare l’entusiasmo ad ogni nuova scoperta o ad ogni nuova storia che ci viene raccontata.
“ La storia del monastero è lunga e travagliata “ dice la volontaria FAI che ci accompagna nella visita. Il primo nucleo, il castrum, che comprende l’area archeologica di Castelseprio, risale al III° secolo d.C. e venne realizzato per difendere l’Impero Romano dalle invasioni dei barbari che provenivano dalle Alpi. Il luogo era strategico in quanto la vicinanza del fiume Olona garantiva una notevole riserva idrica.
La Torre di Torba, eretta tra il V° ed il VI° secolo, aveva una funzione di avvistamento all’interno del Castrum. Venne realizzata con l’impiego di materiale proveniente dalla demolizione di complessi cimiteriali romani e con pietre di fiume. Ha una struttura possente ma nel contempo slanciata con i suoi 18 m di altezza. In epoche successive il castrum venne utilizzato da goti, bizantini, longobardi e proprio sotto il regno longobardo il sito di Torba perse la sua funzione di avamposto militare e venne trasformato in un centro amministrativo. Nell’VIII° secolo divenne luogo di preghiera e di lavoro per un gruppo di monache benedettine che qui vi si insediarono. Le monache apportarono notevoli migliorie facendo erigere il monastero e la chiesa. Le pareti della torre vennero arricchite con affreschi ma oggi molto è andato perso e quel poco che la guida FAI cerca di mostrarci è stato recuperato dopo anni di accurato restauro. Ci viene mostrata ogni singola pietra che nasconde segreti millenari e tra queste non possiamo non notare quel resto di lapide romana in marmo incastonata tra i ciottoli di fiume.
Ci vengono fatte notare quelle finestre a feritoia di epoca militare e quelle esigue tracce di affresco sulle pareti che testimoniano che in epoca longobarda la stanza posta al I° piano della torre, con molta probabilità, veniva usata come sepolcreto delle badesse della comunità monastica. Ascoltiamo increduli la voce narrante della nostra guida e cerchiamo di catturare con un clic dopo l’altro ogni singolo particolare. Dovete pensare che dopo l’abbandono da parte delle monache, avvenuto nel 1482, il complesso venne abitato da contadini che ricoprirono le pareti affrescate del primo piano della torre con strati di calce. Una mano, un volto, una scritta, tutto sembra emergere a fatica da quelle pareti bianche e non mi stancherò mai di dire: dobbiamo al FAI il recupero di queste preziose testimonianze di un’epoca così lontana. Saliamo quella breve rampa di gradini che ci porta al II° piano
e fortunatamente qui i dipinti sono arrivati ai nostri giorni più integri, affreschi con sfumature delicate ma dai contorni ben delineati. Tra l’VIII° e l’XI° secolo il secondo piano venne utilizzato dalle monache come luogo di preghiera. Ci viene spiegato ogni singolo dettaglio e noi ascoltiamo, quasi rapiti, le storie inverosimili che ci vengono raccontate.
La nostra attenzione viene catturata da quelle otto monache in processione sulla parete ovest della sala. Ma cosa racconteranno mai quelle mani in preghiera poste nell’atto di contare? Era forse un antico modo di dire un rosario? Cosa nascondono quei tre volti mancanti? Scientificamente si ritiene che la scomparsa dei tratti dei volti sia dovuta alla forte umidità del luogo ma a noi, inguaribili sognatori, piace credere alla leggenda che ci viene raccontata.
“ Pare che mentre veniva realizzato l’affresco, tre monache si allontanarono dal monastero e così i volti rimasero vuoti in attesa che giungessero nuove monache. Le tre monache morirono e si dice che da allora i loro spiriti stiano ancora vagando nei dintorni del Monastero ”.
Tra uno scatto e l’altro, attraversando quei grandi archi del portico, ho sbirciato all’interno dell’osteria del Monastero dove è ancora visibile parte della muratura del Castrum.
Uno scatto e all’improvviso, alle mie spalle, una voce sussurra: “ attenzione, non si spaventi se all’interno dello scatto vedrà una suora vagare tra i tavoli“. E’ il gestore che con fare sornione mi ha proprio colto di sorpresa. Mi ha strappato un sorriso, ma chissà, magari c’è un fondo di verità tra le righe di questi racconti leggendari !
Ritornando sui miei passi raggiungo la nostra guida verso quel piccolo tratto di sentiero che, in epoca tardo romana, collegava Torba a Castelseprio. Oggi, grazie al FAI, dopo interventi di scavo e restauro, è possibile vedere anche un brevissimo tratto dell’imponente mura di cinta del castrum.
Adesso spostiamoci verso la Chiesa di S. Maria di Torba.
Edificata tra l’VIII° ed il XIII° secolo, venne realizzata utilizzando pietre di origine fluviale legate tra loro da sabbia e calce. Nel periodo in cui l’intero complesso venne occupato dai contadini, Torba non fu più considerato un monastero e l’intera costruzione venne trasformata per soddisfare le esigenze dei contadini. Il portico venne murato e la Chiesa venne trasformata in deposito per carri ed attrezzi. Quell’ arco murato che sicuramente noterete sulla destra della porta d’ingresso non era altro che un antico passaggio realizzato dagli stessi contadini per meglio effettuare le manovre di deposito. Durante gli scavi sono state rinvenute numerose tombe ed una cripta risalente all’VIII° secolo alla quale si accede tramite due scale laterali in pietra.
Oggi, purtroppo, gli affreschi originari sono andati completamente persi e rimane solo qualche traccia sulle pareti della torre campanaria che un tempo si trovava all’esterno. Nei secoli successivi vi furono diversi passaggi di proprietà e nel 1971 il sito venne completamente abbandonato. Dopo anni di abbandono ecco che ritorniamo al 1977 e cioè all’inizio di questo mio post, un vero viaggio tra storia e mistero all’ombra dei meravigliosi boschi del Varesotto.
Per chi avesse voglia di completare il giro consiglio una passeggiata verso l’area archeologica di Castelseprio che comprende una zona fortificata estesa fino a Torba.
Gironzolando tra quei ruderi disseminati in un bosco che di primo acchito non dicono nulla, percepisci nell’aria qualcosa di irreale. Tra bimbi che si rincorrono o mamme che chiacchierano animatamente, tu assetato di conoscenza continui ad esplorare l’area archeologica alla ricerca di preziose testimonianze del passato. Uno scatto verso i resti del complesso paleocristiano di S.Giovanni
uno verso quel cartello che ti indica che quelle mura appartengono alla chiesa romanica di S.Paolo.
Poco fuori dal perimetro dell’antico castrum un breve sentiero ci porta verso la chiesa di S.Maria Foris Portas. Di grande interesse per la sua pianta a tre absidi
Costruita con ciottoli di fiume tra il VII° e VIII° secolo conserva nel suo interno un importantissimo ciclo di affreschi venuti alla luce solo nel 1944. Gli affreschi raffigurano episodi della vita di Maria e dell’infanzia di Gesù e sono una testimonianza unica nel panorama della pittura altomedievale europea.
Per gli appassionati d’arte è sicuramente una chicca da non perdere.
L’ha ribloggato su Il Blog di Tino Soudaz 2.0 .
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Grazie Bea. Mi hai messo una voglia immensa di “gite domenicali nei dintorni”!
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Chissà quante meraviglie ci sono nei dintorni di casa tua. Se vuoi ne cerco qualcuno. Sei a Verona? Padova? o?? Buona giornata Bea
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Grazie mille Bea. Io sono a Correggio (Reggio E.) ma non vorrei approfittare del tuo tempo. Ci sono tante belle cose tra Parma Reggio e Modena, Abbiamo fatto diverse viste quando eravamo più giovani, poi quando i bambini erano piccoli e non avevamo questa benedetta casa in campagna che ci prosciuga le energie 🙂
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Proverò a guardare Simona ma sono sicura che avrai già esplorato in lungo ed in largo la tua zona. Bacio e a presto 🙂
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Ho provato a dare una prima rapida occhiata. Sei in una posizione talmente strategica che a soli 60 km da correggio puoi raggiungere Mantova, Parma, Coorno per visitare la reggia, oppure una delle tante gite sul Po che credimi sono dliziosissime
http://turismo.comune.re.it/it/boretto/scopri-il-territorio/itinerari-e-visite/escursioni/escursioni-sul-po
Ma sono sicura che non ti ho detto nulla di nuovo e poi puoi sbizzarrirti con tutti i castelli del ducato di Parma e Piacenza. Magnifici. Un bacio rapido Bea
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Grazie mille Bea. In realtà la gita sul Po diciamo sempre di farla ma ancora non l’abbiamo mai organizzata.
Quando andammo noi alla Reggia di Colorrno fu una visita bellissima. Gli appartamenti erano vuoti, ma la guida fu talmente brava da far rivivere quelle stanze.
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Resto sempre affascinato dai tuoi resoconti archeologici! Buona serata, cara Bea! 😉
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Forse non ci crederai ma ci metto veramente tanto impegno per realizzare un post come questo del Monastero di Torba. E’ una storia complessa. Raccolgo appunti durante la visita, cerco articoli su articoli su internet, mi concentro sulle mie emozioni e poi via alla penna (opps alla tastiera). Bacione Bea
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Ci credo, dev’essere un lavoro complesso; e credo anche che a volte rimettere insieme i pezzi di appunti presi in qua e là durante la visita, non debba essere semplice. Io stesso ho faticato un po’ a prendere appunti durante il Corso di Volontariato e Cooperazione Internazionale… A proposito, adesso che mi ricordo, mi manca da trascrivere l’ultima lezione, i cui appunti sono ancora sulla moleskine. Vorrei approfittarne questo fine settimana. 😉
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Non è facile Luca e questo post è stato un po’ complicato. Ho dovuto leggere molto prima di pubblicare e farne un mio riassunto personale. Chissà quante inesattezze ho buttato dentro. Spero di no. Un salutone Bea
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Anche se fosse, cara Bea, le tue inesattezze mi sono sembrate verità! 😉 Un salutone anche a te Luca
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🤗
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Buona giornata! 😉
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Anch’io faccio sempre rileggere le bozze al mio lui, dovremmo farglielo sapere, che mal comune mezzo gaudio 😉
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Ogni volta che pubblico ho sempre bisogno di un cenno di approvazione e quando alla fine dice “bello” mi gongolo tutta 🙂
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Secondo me hai fatto bene. Serve a te prima di tutto, poi anche a chi legge 🙂
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E’ vero! Scrivere su carta le proprie emozioni è come imprimerle in modo indelebile nella mente. Ciaoo 🙂
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Molto molto suggestiva, ne avevo sentita parlare..
Non smettere altrimenti io dove prendo le idee…altro che chiti le fo fare! 😀
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Non voglio smettere ma mi piacerebbe moltissimo avere più visibilità su internet e non so come fare. Bacio e grazie per il tuo incoraggiamento 🙂
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Bellissimo come sempre e le tue descrizioni sono un invito allettante alla visita del luogo.
Non smettere mai.
Un bacio Ada
Mail priva di virus. http://www.avg.com
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Ogni tanto ti vedo apparire timidamente dietro le quinte ed il fatto che mi segui mi rende felicissima. Un salutone a Pierangelo 🙂
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Ma quante ne saiiiii bea…. che bella esposizione e dettagli di questo angolo divino ^.^ complimenti mi hai proprio trasportata con voi in questo meraviglioso posto ^.^
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Vedi la mia voglia di esplorare nuovi posti mi porta a visitare anche luoghi così vicino a casa. Ciaoo
PS: Comunque questo mio ultimo post è veramente pesantuccio. Prometto non ne faccio più così ma il Monastero aveva troppi significati storici e leggendari. Non potevo non parlarne. Bacio e buona giornata 🙂
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Ah ah ah… i post lunghi sono lunghi ma la pesantezza credo sia data dagli argomenti trattati… oggi ho letto un post di storia lungo un bel po’ ma era scritto bene ed è stato piacevole e scorrevole. Anche il tuo lo è stato. Se mi fossi stufata non ti avrei nemmeno lasciato il commento eh eh eh.. ma non per cattiveria assolutamente. Buon pomeriggio ^.^
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Che carina!! Allora li leggi i miei post e questo non può farmi altro che piacere. Bacio 🙂
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Beh certo perché senno passo ogni tanto. .. io leggo tutto il post intero
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Pingback: Monastero di Torba, una passeggiata tra arte e mistero – katniss2016
A chi serve il tuo lavoro? Beh, a me sicuramente…e a tanti altri appassionati di arte e “piccoli viaggi”.
Spesso sul tuo blog scopro posti a me sconosciuti e alimenti la mia voglia di conoscere meglio anche i paesini più sperduti sparsi per il nostro splendido Paese!
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Che bel commento Ale. Sapere di essere fonte d’ispirazione per chi ama viaggiare mi da una soddisfazione immensa. Comunque anche tu per me sei una vera guida alla scoperta di tante piccole chicche. Un bacio Bea 🙂
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