Palazzina di Caccia di Stupinigi, gioiello settecentesco alle porte di Torino

Affascinata dalla storia che accomuna molte delle sontuose residenze edificate nelle immediate vicinanze di Torino, con questo mio post  facciamo un giro virtuale tra le sale della

Palazzina di Caccia di Stupinigi 

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Il grandioso complesso delle Residenze Sabaude ha origine intorno al 1563 quando il duca di Savoia, Emanuele Filiberto, elesse Torino a Capitale del Ducato e decise di avviare un progetto di riorganizzazione del territorio. Il progetto, portato avanti anche dai suoi successori tra il XVII ed il XVIII secolo, prevedeva la realizzazione di una “Zona di Comando”, ampio complesso di edifici edificati a Torino, e di una zona chiamata “Corona di Delizie” che comprendeva un insieme di residenze, dedicate allo svago e alla caccia, poste a raggiera intorno all’antica Capitale del Ducato.

Prima di perderci tra i magnifici ambienti della Palazzina di Caccia di Stupinigi vi ricordo che nel mio precedente post vi avevo mostrato la “Reggia Venaria Reale” considerata la “porta d’accesso” alle residenze Sabaude. Anche a Stupinigi, come a Venaria, troviamo la mano magica di Filippo Juvarra.

Un lungo viale alberato conduce il visitatore fino al complesso architettonico disposto ad emiciclo che comprende le cascine settecentesche e le scuderie. Il progetto della Palazzina venne affidato, nel 1729, da Vittorio Amedeo II a Filippo Juvarra.  La sua costruzione si protrasse fino alla fine del diciottesimo secolo e fu la dimora prediletta dai Savoia tant’è che fu abitata dalla corte dei Savoia fino al 1919. Nel corso dei secoli molti personaggi storici hanno soggiornato tra queste mura come l’Imperatore Giuseppe II, Ferdinando I e Carolina di Borbone, Napoleone Bonaparte e molti altri ancora. Oggi è proprietà della Fondazione dell’ordine di SS Maurizio e Lazzaro. Spostandoci da una sala all’altra avremo modo di ammirare preziosi mobili del 700, tappezzerie, arredi vari tra cui spiccano lampadari e raffinati candelieri. Bellissimi anche i quadri che s’incontrano lungo il percorso.

La visita inizia dalla Sala delle Antiche Scuderie Juvarriane.

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La settecentesca Scuderia fu trasformata prima in sala di intrattenimento per la Corte e, nel Novecento, in Galleria dei Ritratti.  Appena entrati, dinanzi a noi, si staglia la scultura, risalente al 1766, del Cervo di Francesco Ladatte che, originariamente, era collocata in cima alla cupola. Per preservarla venne sistemata all’interno di questa sala e quella che oggi vediamo sul tetto dell’edificio è una copia realizzata da Riccardo Cordero nel 1992. Alle pareti della sala si notano dodici medaglioni ovali scolpiti in legno che raffigurano antichi conti sabaudi.

20230814_105202Il percorso di visita continua verso una porzione rialzata dell’antica Scuderia Juvarriana che conduce, dapprima, verso la Biblioteca e successivamente faremo il nostro ingresso 

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nella scenografica Sala da Gioco

20230814_112837Stupiti da tanta bellezza giriamo lo sguardo a 360°. Ammiriamo la volta decorata a grottesche, opera del 1765 di Giovan Pietro Pozzo, spostiamo lo sguardo verso le pareti dove non potrà non colpirci quel magico susseguirsi di dipinti dai motivi floreali. Qui ogni oggetto ornamentale, ogni dipinto s’ispira al gusto cinese.  Si notano sfarzosi mobili da gioco, di fronte al camino spiccano due tavoli piemontesi e, dulcis in fundo, l’arredamento è completato da un divano settecentesco.

Questo è quanto riportato sul pannello che ci introduce in questo ambiente.  

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La visita prosegue verso gli appartamenti reali 

Si entrerà nella Sala da Pranzo con arredi in stile Neoclassico. Il divano e le poltrone sono rivestite con lo stesso tessuto della tappezzeria ed i tavoli provengono dalla Reggia di Colorno.

Il Salotto degli Specchi vi stupirà non solo per la sua volta ricca di specchi dai mille colori ma anche per il lampadario in ceramica e bronzo che fa risplendere l’ambiente.

20230814_112213Da qui passeremo al Gabinetto di Paolina Borghese  e poi verso

raffinatissimi gabinetti cinesi con ricche tappezzerie di carta dipinta a tempera, importata dalla Cina Meridionale probabilmente risalente alla seconda metà del Settecento.   

Attraversati i gabinetti cinesi si giunge alla Sala delle Prospettive. Gli affreschi sulla volta e sulle pareti risalgono al 1751-53 e raffigurano delle vedute prospettiche. L’arredo che vediamo è composto da due tavoli da muro e da una preziosa cassaforte. La sala veniva utilizzata anche come sala da Musica.

Con un vistoso letto rosso con baldacchino, risalente al XVIII secolo, il visitatore viene introdotto nella

Camera da letto

Mobile di gran pregio è la Scrivania Mazzarina opera di Luigi Prinotto realizzata in legno di pioppo, ebano, noce d’India, palissandro ed avorio

Nel  “Salotto” 

avremo modo di ammirare arredi originali della Palazzina di Caccia, realizzati dall’intagliatore Giuseppe Maria Bonzanigo.

Il percorso continua verso l’Anticamera dell’Appartamento dei Duchi di Chiablese.

Anche qui non si può fare a meno di girare lo sguardo a 360° per rincorrere i grandi dipinti, con soggetti di Storia antica, che arricchiscono le pareti della stanza. Noteremo l’ennesimo lampadario incorniciato da uno splendido soffitto.

Si attraversa la Galleria di Levante dalla quale si ha la possibilità di dare uno sguardo alla corte d’onore

Impossibile non rimanere affascinati dalla bellezza della Sala degli Scudieri che accoglie il visitatore con magici colori pastello che vanno dall’azzurro al rosa e così ricca di dipinti.

Volgete lo sguardo all’insù ed ammirate l’affresco che raffigura “Giasone ed il drago alato”, soffermatevi

ad ammirare gli affreschi che raffigurano le varie fasi della caccia al cervo sullo sfondo delle residenze reali.

Nel nostro percorso abbiamo visto sale ricche di arredi,  meravigliosi lampadari al centro di ogni stanza e con volte magnificamente affrescate ma nulla regge il confronto con  la chicca della Palazzina di Caccia di Stupinigi, 

il Salone Centrale

20230814_115112Una scenografia pazzesca dove anche qui, come mi è successo alla Reggia di Venaria Reale, non ho potuto fare a meno di esclamare wow!!!  

Questa stanza ellittica è il cuore della Palazzina di Stupinigi, anche qui, come nella Reggia di Venaria,  c’è l’arte magistrale di Filippo Juvarra che, con la sua creatività, ha saputo stupire chi ha avuto la fortuna di visitare questi edifici.

E’ un tripudio di affreschi realizzati tra il 1731 ed il 1733 dai piemontesi Domenico e Giuseppe Valeriani. Sulla volta il Trionfo di Diana e all’interno della volta si notano affreschi di Ninfe a caccia di pavoni e pernici.

20230814_115629Come non notare il lampadario in cristallo e bronzo, risalente al 1773, che troneggia al centro della sala? Venne collocato nel Salone Centrale in occasione delle nozze tra Maria Teresa di Savoia ed il conte Carlo Filippo d’Artois.

20230814_115703Dopo questo tripudio di colori e di luce che filtra dalle ampie vetrate, inevitabilmente, l’interesse è decisamente diminuito, tuttavia, ci lasciamo alle spalle il Salone Centrale e continuiamo il giro alla ricerca di qualche altro angolo da immortalare.

Fanno parte del complesso i giardini, che furono realizzati a partire dal 1740, ed il parco protetto istituito nel 1992 su un’area di 1700 ettari.

20230814_115723La visita di Stupinigi è giunta al termine. Che dire!! E’ una dimora stupenda e ne sono rimasta veramente affascinata.  Non so quando, ma il Castello Reale di Racconigi”  sarà sicuramente la nostra prossima tappa in questo percorso storico alla scoperta delle dimore Sabaude.

Ps: Per la descrizione delle sale sono stati di molto aiuto i pannelli esplicativi posti all’ingresso di ogni sala che portano il logo della Fondazione dell’ordine di SS Maurizio e Lazzaro

 

24 thoughts on “Palazzina di Caccia di Stupinigi, gioiello settecentesco alle porte di Torino

  1. che meraviglia!!! Devo assolutamente ricordarmi nei mille viaggi in programma di aggiungere anche questa tappa. Le visite sono libere o guidate? Ha orari particolari tipo nei week end? Belle le tue immagini, è come se l’avessi già vista in pratica, cercherò di fare anch’io un ottimo servizio fotografico quando ci andrò 👏👏👏👏👏👏👍👍👍😉😊😊😊🤗

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    • Si Maxi è veramente uno spettacolo e secondo me tu ci faresti almeno un articolo per sala. E’ ricca di arredi, dipinti e quei lampadari scintillanti. Io ne sono rimasta affascinata. La nostra non è stata una visita guidata ma abbiamo preferito così perché quando ti muovi in gruppo i tempi si allungano ed hai difficoltà a fare le foto. Come ho detto alla fine del post io ho fotografato tutti i pannelli esplicativi, inevitabilmente ho copiato qualche dettaglio, ed ho fatto il mio post. Come ben saprai è un po’ complicato fare un post descrivendo gli ambienti in modo corretto e, ahimè, quanto tempo richiede. Peccato che così poche persone entrano e commentano. Tu sei molto bravo anche in questo. Le tue foto sono bellissime e sicuramente qui avrai modo di sbizzarrirti.
      Per gli orari ti passo questo link:
      https://www.ordinemauriziano.it/palazzina-caccia-stupinigi/visitare-stupinigi/

      Un abbraccio e grazie di essere sempre presente nei miei post. Appena trovo il tempo devo riprendere alcuni dei tuoi articoli su Roma e dintorni. Sono tanti e c’è veramente da perdersi. Un abbraccio grosso 😉

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      • grazie mille per il link, ho già letto che i giardini non sono visitabili, questo è un vero peccato, non ho capito se è una cosa temporanea o meno. Tu li avevi visitati? Ho salvato il link, così quando deciderò di andarci ho già tutte le indicazioni. Riguardo le visite guidate, la penso anch’io come te, infatti se posso le evito sempre, perchè io devo essere libero di fotografare quando non c’è nessuno. Sola una volta mi era andata alla grande, mi ero sentito davvero come i conduttori di Linea Verde, avevo visitato un Castello in Valle D’Aosta, era una visita guidata, ma ero l’unico ospite, avevo la guida solo per me, che spettacolo, non è mai più capitato. 😉😊😊😊😊👍👍🤗🤗👍👍

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  2. Grazie per questa visita virtuale. Abito in Emilia e mio padre era di Pinerolo. Quando salivamo a Luserna San Giovanni a trovare i nonni, si usciva a Torino. Allora non c’era la “tangenziale” per Pinerolo e, quindi, si faceva il vialone. I miei occhi di bambina non vedevano l’ora di vedere il cervo. Ora cerco di tornare almeno una volta all’anno

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