Reggia di Venaria Reale, capolavoro del barocco Piemontese

Tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII, Torino venne abbellita ed ampliata divenendo il simbolo del potere sabaudo ed una delle più eleganti capitali europee.

Il complesso delle Residenze Reali ha origine nel 1563 quando, Emanuele Filiberto, duca di Savoia, decise di avviare un imponente progetto architettonico denominato “Corona di Delizie“. Il progetto aveva l’obiettivo di riqualificare il territorio ristrutturando vecchi edifici ed edificandone di nuovi.

 

Oggi vorrei portarvi, virtualmente con me, in una delle più sontuose Residenze Reali Europee, la Reggia di Venaria Reale.  Autentico capolavoro dell’architettura e del paesaggio.

Il complesso architettonico è imponente e lo si nota ancora prima di accedere al suo interno. In una locandina all’ingresso della Reggia leggo che

Venaria Reale…“Residenza di caccia e di piacere”  riflette i sogni e le aspirazioni dei sovrani che l’hanno costruita ed abitata nell’arco di due secoli.

Venne edificata tra il 1658 ed il 1699 per volere del duca Carlo Emanuele II di Savoia e della duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours. Il progetto di realizzare questa grandiosa residenza di caccia e di piacere fu affidato ad Amedeo di Castellamonte. Era sicuramente un progetto di grande impatto scenografico e comprendeva la realizzazione del palazzo, del parco, dei boschi di caccia e perfino dell’intero borgo. Fu una delle più ammirate residenze sabaude anche grazie alla presenza dei bellissimi giardini che erano un tempo. Purtroppo, dopo l’occupazione Napoleonica, l’intero complesso venne utilizzato come caserma militare con l’inevitabile declino sia dell’edificio che dei 60 ettari di giardini. Il recupero della Reggia, iniziato nel 1961 e tutt’oggi ancora in corso, è considerato uno dei più grandi cantieri di restauro europeo. Oggi grazie al recupero di mobili del Seicento e del Settecento è stato possibile ricreare l’ambientazione di ciò che la Reggia era nel suo periodo di massimo splendore. 

Il percorso della visita inizia dal seminterrato dove c’erano i locali adibiti per le attività di corte. Si percorrerà la Galleria dei Ritratti dove, disposti su ambo i lati, si possono ammirare i ritratti dei sovrani sabaudi. 

Tramite una scala si sale al Piano Nobile un trionfo di eleganza e raffinatezza. Ciò che ci colpirà maggiormente è quel tripudio di stucchi bianchi che rendono splendidamente luminose le sale.  Il Salone di Diana, fulcro della Reggia progettata da Amedeo di Castellamonte, ci apparirà in tutta la sua bellezza con i suoi stucchi e con gli affreschi che raffigurano scene di caccia.   

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La sala ha una forma rettangolare e veniva utilizzata nel Seicento per sontuosi banchetti e ricevimenti. Se volgiamo lo sguardo all’insù, sulla volta centrale, troneggia l’affresco di Jan Miel, l’Olimpo, dove è raffigurato Giove che dona a Diana il sommo impero. Le tele di Jan Miel, presenti sotto la volta centrale, raffigurano motivi di caccia tra cui, ad esempio, la Caccia al cervo o alla lepre, al cinghiale e così via. 

Continuando il nostro percorso sarà impossibile non notare gli stucchi che decorano il soffitto e le pareti della sala chiamata “Anticamera dei Valletti a piedi”.

Questa sala era un punto di ritrovo per i valletti dei sovrani e mette in comunicazione l’ala seicentesca con le sale di rappresentanza del percorso cerimoniale progettate da Michelangelo Garove nel Settecento

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Il percorso di visita prosegue attraverso alcune sale, come quella delle Cacce Infernali e,  anche qui, rimarremo estasiati nell’ammirare il tripudio di stucchi che incorniciano bellissimi affreschi.  Nella scena centrale della volta è raffigurata la Dea Diana seduta su un carro tirato da cervi neri con accanto ninfe cacciatrici.

20230601_121714L’anticamera maggiore, che ci introduce negli appartamenti della Duchessa maria Giovanna Battista di Savoia, prende il nome di sala di Ifigenia dove i lavori di restauro hanno riportato alla luce il bel soffitto a cassettoni ed una preziosa serie di affreschi nei fregi. Questo ciclo di affreschi è databile intorno alla seconda metà del Seicento e raffigurano il mito di Ifigenia. Gli arazzi sono di manifattura fiamminga.

Un’altra sala molto bella è la “Camera di Udienza della Regina“.  Magnifica la vista sui giardini che si ha da questa camera, detta anche “Camera di Cantone”. Nel 1711 era arredata con una tappezzeria a fiori verdi. Il salotto piemontese del Settecento ci fa supporre che questo ambiente era usato dalla Regina per intrattenere gli ospiti. 

Si prosegue verso gli appartamenti privati de Re e della Regina che avevano a disposizione una camera da letto con gabinetto, toeletta e guardaroba.  

Dulcis in fundo, eccoci arrivati nell’ambiente più sorprendente e spettacolare della Reggia, l’ambiente dove non puoi fare a meno di esclamare wow!!!! Eccoci giunti alla bellissima Galleria Diana o Galleria Grande realizzata da Juvarra continuando ciò che Michelangelo Garove aveva iniziato.

Un vero capolavoro dell’architettura del Settecento. La Galleria è lunga 80 metri ed ha una larghezza di 12 metri. Leggo su internet che durante l’occupazione francese il pavimento originario fu smontato e riutilizzato per la Galleria del Beaumont a Torino.  Il pavimento a scacchiera che vediamo oggi è stato realizzato nel 1995 riprendendo quello ideato da Juvarra. Stupendo il gioco di luci che filtrano dalle 44 finestre e dalle 22 aperture ovali che notiamo in prossimità della volta.

Estasiati da tanto splendore percorriamo quegli 80 m che ci separano dall’anticamera dei paggi.  La sala fa parte del percorso interno che dalla Sala Diana porta fino ad un altro capolavoro di Filippo Juvarra, la Cappella di Sant’Uberto protettore dei cacciatori.

Prima di giungere alla cappella, lungo il percorso, incrociamo la Galleria Piccola e Rondò progettata da Benedetto Alfieri nel 1751. Su dei basamenti in marmo sono collocate le statue delle Quattro Stagioni.

Ancora pochi passi e si giunge alla Cappella di Sant’Uberto

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Venne edificata tra il 1716 ed il 1729 per volere di Vittorio Amedeo II di Savoia. Una pianta a croce greca con un nucleo di forma ottagonale.  Al suo interno non potremo non rimanere colpiti dall’altare maggiore, opera di Giovanni Baratta. Bellissimi gli angeli in volo che sorreggono il ciborio a forma di tempio. Molto suggestivi i giochi di luce che filtrano dalle alte vetrate retrostanti .

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Continuando a girare lo sguardo a 360° troviamo due altari e quattro cappelle laterali dove troneggiano le statue raffiguranti i dottori della Chiesa anche queste opere di Baratta e di suo nipote Giovanni Antonio Cybei.  

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La cupola. In un sito su internet leggo che non fu possibile realizzare una vera e propria cupola, quindi, ciò che vediamo è semplicemente un bellissimo trompe l’oeil. Espediente artistico molto scenografico che da l’illusione che ci sia una vera cupola.  L’opera è stata realizzata dal pittore Giovanni Antonio Galliari. 

Si ritorna sui nostri passi per raggiungere la Scuderia Grande, uno degli spazi architettonici più imponenti della Reggia. Anch’essa è opera di Filippo Juvarra. La navata è lunga 148 m e larga 12. Al suo interno avremo l’occasione di ammirare il Bucintoro dei Savoia e le carrozze dell’antico regime.

Il Bucintoro,  imbarcazione antica che veniva usata per importanti cerimonie o per delle parate.

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E’ l’unico esemplare veneziano, originale del Settecento, rimasto al mondo.  Il Bucintoro fu ordinato da Vittorio Amedeo II nel 1729 e venne costruito nei cantieri nautici di Venezia. Il 2 settembre del 1731 arrivò a Torino e fu usato dalla corte sabauda per tutte le principali feste della dinastia sabauda come le nozze di Vittorio Amedeo III nel 1750 o quelle di Vittorio Emanuele II nel 1842. Il Bucintoro fu donato alla città di Torino nel 1869 da Vittorio Emanuele II. 

Terminata la visita della Scuderia Grande ci concediamo un veloce break nel bar all’interno della Reggia e poi via per una passeggiata tra i viali del giardino. 

L’area verde che circonda la Reggia è frutto di un ambizioso progetto di restauro che è stato ultimato nel 2007. Sono un esempio dell’arte del giardino barocco internazionale del XVII e XVIII secolo”

Queste sono le parole che ho letto nel sito della Reggia di Venaria. Ho anche letto di non perdere, per il meraviglioso impatto scenico, la vasca che unisce il Tempio di Diana e la Fontana di Ercole.

Si menzionava anche il Giardino di rose ma, ahimé, di rose non ne ho visto neanche una. Che dire io e Nadia non siamo rimaste per niente entusiaste. Tuttavia bisogna tener presente che i giardini della Reggia furono completamente distrutti nel periodo in cui i francesi di Napoleone li trasformarono in piazza d’armi. I disegni originari mostravano uno splendido giardino alla francese diviso in tre terrazze collegate da scalinate. Solo recentemente, grazie ad un’ enorme attività di restauro, si sta riportando la Reggia alla bellezza di un tempo. 

Ultimata la visita dei giardini si ritorna verso il palazzo per guadagnare l’uscita attraverso la Corte d’Onore della Reggia di Venaria, dove al centro è situata la Fontana del Cervo

Sono le h. 15,00. Siamo un po’ stanche ma, con grinta, curiosità e con il solito entusiasmo, si progetta la visita di un altro capolavoro di Juvarra, la Palazzina di caccia di Stupinigi.

7 thoughts on “Reggia di Venaria Reale, capolavoro del barocco Piemontese

  1. In gran lavoro il tuo, anche postarla questa lunga pagina.
    Davvero un capolavoro questa grandissima reggia, tutte foto bellissime, descritte dettagliatamente.
    Certo, questi reali non si facevano mancare niente.
    Grazie cara Bea, di avermi permesso… di ammirare, queste meravigliose opere.
    Un abbraccione!!😉🥰

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    • Ciao Caterina, sono talmente sempre di corsa che non avevo visto questo tuo bel commento. Si hai proprio ragione. Scrivere dei post così dettagliati e nel contempo scorrevoli richiede tempo, che non ho, e dedizione. Devo sempre confrontarmi con la mia guida touring e con tutti i vari post che trovo sul web. Insomma una vera opera di ricostruzione ma spero sempre che questo aiuti chi ha voglia di scoprire di persona tutti i posti belli che vedo. Stupinigi non potrà che stupirti di più. Un bacione 😉

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  2. Pingback: Palazzina di Caccia di Stupinigi, gioiello settecentesco alle porte di Torino | Viaggiando con Bea

  3. Bea grazie per le foto. Ho visitato la Reggia a settembre 2022 e il 27 ottobre ho fatto la formazione alle guide turistiche. Ovvero ho spiegato loro la tradizione del l’Afternoon Tea perché in quel periodo iniziava la mostra di John Constable. Ho scritto un articolo e adesso, per chi volesse approfondire, metto il tuo Link in fondo all’articolo.
    Il mio è questo https://viaggiointornoalte.net/2022/12/04/un-te-con-constable-a-venaria-reale/

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