Andalusia, la Alhambra de Granada

Eccomi qui ancora tra voi. Nel post precedente abbiamo esplorato gli angoli più belli di Granada. La quinta giornata del nostro tour andaluso è stata una corsa contro il tempo. Ci siamo inerpicati lungo i vicoli acciottolati dell’Albaicin, ci siamo lasciati coinvolgere dalla vita frenetica di Granada, abbiamo simbolicamente volteggiato tra quei poderosi pilastri che sorreggono le cinque navate della Cattedrale e, dulcis in fundo, abbiamo ammirato quei meravigliosi mausolei che troneggiano all’interno della Capilla Real.

La nostra prima mezza giornata a Granada è volata via. Uno spuntino a base di tapas e poi via verso il complesso medievale musulmano dell’Alhambra. Non si può pensare di venire in questa città Andalusa e non visitare il magnifico complesso che, dall’alto della collina di Sabika, domina  la città moderna che si è sviluppata ai suoi piedi.

Vi ricordo che …

  • I biglietti vanno prenotati online mesi prima del vostro arrivo altrimenti rischiate di trovare il tutto esaurito
  • Per accedere al complesso monumentale è obbligatorio presentare la carta d’identità o il passaporto
  • Rispettate l’orario scritto nel vostro biglietto per l’accesso ai Palazzi Nasridi.
  • Portate con Voi il biglietto con codice QR in formato fisico o digitale (compresi i bambini sotto i 12 anni)

L’Alhambra è uno dei massimi capolavori dell’arte araba giunto quasi integro fino ai nostri giorni

Etimologicamente il nome Alhambra deriva dalla parola araba “al-Ḥamrā’” che significa “la rossa”;  si presume che questo nome le fu attribuito per il colore rossastro delle mura che la circondano.

Ai nostri occhi l’Alahmbra appare come un imponente castello e, credetemi, nessuno può immaginare la delicata bellezza che è racchiusa all’interno dei suoi palazzi e dei suoi giardini.

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Originariamente fu concepita come zona militare e solo verso la metà del XIII secolo divenne residenza della famiglia reale e della corte Nasride.  Tra il XIII ed il XV secolo la fortezza venne trasformata in cittadella attorniata da alte mura e torri di difesa.

Le zone principali del complesso che andremo a visitare sono due: l’Alcazaba e la Medina al cui interno si possono ammirare, non solo i famosi Palacios Nazaries, ma anche i resti delle abitazioni nobili o popolari del tempo.

Come dicevamo prima, la parte più antica del complesso è l’Alcazaba o zona militare formata da alte mura e torri difensive. Delle 24 torri originarie oggi ne sono rimaste solo otto.

La più alta (26 m) è la Torre Vela dalla cui sommità è possibile, con piantina in mano, riconoscere le varie parti di tutto il complesso. Fu proprio da questa torre che il 2 gennaio del 1492 i soldati spagnoli, dopo la conquista della città, issarono la Croce come simbolo della Cristianità.

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Nel 1492, dopo la conquista di Granada da parte dei Re Cattolici, l’Alhambra divenne il palazzo reale dei nuovi sovrani ed è grazie a questo che il complesso non venne distrutto come succedeva di consuetudine nei confronti dei territori conquistati.  Furono apportate numerose modifiche e nel 1526 fu aggiunto un grandioso palazzo che conosciamo come Palacio de Carlos V.  L’edificio d’impronta rinascimentale, la cui costruzione fu completata nel XVII secolo, venne realizzato con pianta quadrata. Da notare i bei portali ed il maestoso patio interno realizzato in forma circolare con portico a due ordini di colonne doriche e ioniche (guida verde touring). Oggi il palazzo ospita il Museo de la Alhambra ed il Museo de Bellas Artes.

L’intero complesso  è formato da diversi palazzi, da torri, da giardini e fontane zampillanti che non possono non affascinare il visitatore regalando dei momenti di pura magia. La zona che maggiormente vi colpirà sono i Palazzi Nasridi, residenza dei sovrani mori di Granada. E adesso, quasi in punta di piedi, accediamo all’interno ….

dell’Alcazar

Dopo la caduta della città in mano cristiana l’Alcazar subì varie modifiche. Ad esempio le decorazioni degli azulejos o dei soffitti sono delle ricostruzioni. Le vetrate hanno perso la magnificenza dei colori di un tempo, tuttavia fotografare gli ambienti dell’Alcazar è una gioia che non si dimentica. La bellezza dei Palazzi Nasridi è data dal susseguirsi di stupende pareti in stucco e dalla perfezione di soffitti in legno intagliato. Per assaporare la sua magnificenza devi passeggiare con calma tra i suoi patii ammirando quei meravigliosi merletti che pendono dai soffitti. Ascolta in silenzio il gorgoglio delle acque delle sue fontane e gusta fino in fondo la visita di questo capolavoro.

Dei sette palazzi che un tempo formavano i Palazzi dei Nasridi ne sono rimasti solo tre che furono edificati tra il XIII ed il XIV secolo.

Il Mexuar è la sala più antica

Era destinata alla gestione degli affari pubblici e della giustizia. Stupende le decorazioni con arabeschi ed azulejos. La sala in fondo al Mexuar veniva usata per la preghiera in quanto era orientata verso la Mecca.

Il giro continua verso un piccolo patio situato tra il Mexuar e la Sala d’Oro, il Patio del Cuarto dorado. La fontana che vediamo al centro è una copia, risalente al 1943, della fontana originale che oggi è posizionata nel Giardino Daraxa. 

Da notare la gronda originale in legno di cedro, le bellissime decorazioni in stucco e le finestre poste al di sopra delle due porte.

Il patio e la facciata del Palazzo di Comares separava la parte pubblica da quella privata 

Il lato meridionale del patio corrisponde alla facciata del Cuarto de Comares, che era la residenza ufficiale dei sultani. Proseguendo si percorre un tortuoso corridoio e si giunge al Patio de los Arrayanes ovvero corte dei mirti che vediamo piantati ai lati della lunga vasca rettangolare nella quale si riflette l’imponente Torre de Comares alta 45 m.   I riflessi nell’acqua e le fontane sono un elemento spesso presente nell’architettura della Alhambra.

Dalla galleria nord del Patio si accede alla Sala de la Barca, sulle cui pareti notiamo ricchi intonaci con lo scudo dei Nasridi nel cui interno è scritta la parola “Baraka” che significa benedizione. Questo piccolo ambiente fa da anticamera, attraverso un doppio arco, alla Sala de los Embajadores nella cui nicchia centrale era posizionato il trono. E’ indubbiamente la sala più maestosa del palazzo, dove si tenevano i ricevimenti ufficiali.

 20221019_154931Una curiosità letta su internet

“lateralmente alle porte di accesso ai locali era usanza costruire una piccola cavità, chiamata “taqa”, ove riporre vasi colmi di liquidi”.

Dal lato orientale del patio de los Arrayanes si raggiunge la Sala de los Mocarabes il primo ambiente che s’incontra nel Palazzo che ospitava la residenza del sultano,

il Palazzo dei Leoni

Questa sala doveva fungere da sala ricevimento essendo vicina all’ingresso del Palazzo. Dinanzi a noi si stagliano tre grandi archi riccamente decorati.

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Un solo passo e si entra nel famoso Patio de los Leones

20221019_155541Bellissimo spazio a forma rettangolare circondato da gallerie a stalattiti poggianti su ben 124 colonnine. I capitelli, i soffitti, i muri sono interamente ricoperti da splendide decorazioni a stucco. Al centro del patio la Fontana dei Leoni, uno dei pezzi più significativi dell’Alhambra. Sono 12 i leoni in marmo bianco, proveniente dalla città di Almeria, che sorreggono la fontana.  20221019_155606Questo patio fu commissionato, nel secolo XIV,  da Mohammed V.  Era un’area privata dove si svolgeva la vita sociale della famiglia. E’ circondato da stanze che comunicano tra loro attraverso quest’area. Dietro le 120 colonnine s’intravedono gallerie con meravigliose decorazioni arabe.

Sul fianco meridionale del Patio si apre la Sala de Abencerrajes sulla quale aleggiano varie leggende. Pare che qui vennero trucidati alcuni membri della famiglia degli Abenceragi. La sala è decorata da azulejos sivigliani.  Il soffitto con volte a stalattiti è qualcosa di stupendo.

Di fronte alla Sala de Abencerrajes si apre la Sala delle due sorelle, il cui nome pare sia dovuto a due grandi lastre di marmo gemelle che si trovano sul pavimento della Sala. La sua forma è quadrata e l’ingresso a quest’area avviene attraverso un arco semicircolare smerlato. Antico appartamento reale, ha le pareti ricoperte da decorazioni in stucco ed una cupola alveolata.

Un’altra stanza a cui si accede dal Patio dei Leoni è la Sala dei Re. La sala è suddivisa in tre stanze e in ognuna di esse le volte sono impreziosite da dipinti trecenteschi. Nella stanza centrale la pittura dà il nome alla sala in quanto il dipinto rappresenta i primi dieci re della dinastia Nasridi. Nelle sale laterali invece troviamo scene cavalleresche e romantiche.

Un ambiente che ho trovato deliziosissimo, con le sue arcate laterali e quelle frontali, è il Mirador De Daraxa. L’interno del belvedere è una piccola stanza rettangolare dalla quale si ha un affaccio verso il Patio de Daraxa. Sopra gli archi, a sesto acuto, si possono intravedere delle iscrizioni che lodano Dio.

Il Patio o Giardino Daraxa, chiamato anche Giardino degli Aranci o dei Marmi, fu realizzato tra il 1526 ed il 1538 contemporaneamente alla realizzazione delle Camere di Carlos V.  Al centro del giardino, ricco di cipressi, acacie ed aranci, non si può non notare la grande fontana in marmo realizzata nel 1626 utilizzando la grande vasca che si trovava nel Patio del Cuarto Dorado.

Ormai siamo giunti alle battute finali del nostro giro all’interno dell’Alhambra che nel 1984, unitamente al Generalife, è entrata a far parte dei grandi Patrimoni Culturali dell’Umanità.

Con mio grande rammarico non siamo riusciti a visitare la residenza estiva dei sultani, il Generalife. Il palazzo, di un bianco candido, venne eretto nel XIII secolo su un colle a nord-est della cittadella. Pare sia un delizioso susseguirsi di fontane e di ombrosi cortili segreti. Da lì la vista verso l’Albaicin e verso l’Alhambra è qualcosa di veramente unico. Detto ciò vi consiglio di prendervi più tempo e non dimenticate di visitare anche questo ambiente.

Cos’altro abbiamo visto? 

Lungo Calle Real abbiamo dato un’occhiata veloce alla Chiesa di Santa Maria de la Alhambra eretta tra il 1581 ed il 1616 sul sito di  un’antica Moschea.

Con la curiosità di chi vuole cogliere ogni minimo dettaglio ci siamo soffermati dinanzi alla Puerta de la Rauda, edificio a pianta quadrata che si trova di fronte alla Rauda e che conserva al suo interno una cupola a gallone. La Rauda è il cimitero dell’Alhambra sito dietro il Palazzo dei Leoni ed è qui che furono sepolti i defunti della famiglia reale.

Per ultimo un’occhiata all’antico Convento di San Francesco oggi divenuto uno splendido parador.

Concordo con la citazione di Victor Hugo che dice …

“Granada è il tesoro più prezioso della Spagna, una dispensa di sapori, odori e passione ” 

11 thoughts on “Andalusia, la Alhambra de Granada

    • Grazie Max Ma sai che sto apprezzando molto di più ciò che ho visto attraverso i miei scatti!!! Eppure riconosco che ho fatto un pessimo reportage fotografico. Ci dovrei ritornare solo per riguardare con meno stress i posti che ho visto così di corsa. Un abbraccio

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  1. Ma quanti posti meravigliosi all’interno di questo post, 🤩! Sembra davvero, attraverso le foto che hai scattato, di essere lì in questo viaggio in Andalusia. La storia si respira appieno e la tua narrazione riesce a rendere questo viaggio davvero emozionante, 😊. Ottimo post carissima Bea, 👍👍! Baci baci, 😘😘.

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  2. Cara Bea, che grande emozione immergersi in questa magnificenza da perdifiato.
    C’è tanto di quella bellezza che leggendo la sua storia mi deconcentrava da quell’attrazione, magia pura.
    Figuriamoci essere li, sul posto.
    Posti troppo magnifici, da godersi senza fretta, peccato che tu non te li abbia goduti come meritano.
    Grazie per tutte quelle foto meravigliose.
    Un grande abbraccio 💙

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  3. Pingback: Andalusia, il mio viaggio on the road | Viaggiando con Bea

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