Oggi, nel terzo giorno di questo on the road in Val d’Aosta, e dopo aver visitato il Castello di Issogne ed il Forte di Bard, andremo ancora in giro per Castelli. Per la nostra seconda notte abbiamo scelto un alberghetto delizioso nel borgo di Aymavilles, l’Hotel Rendez Vous. La posizione di questo albergo, arredato in stile alpino, è veramente strategica. Sono solo 8 i km che lo separano da Aosta, 15 km da Cogne, a due passi da alcuni dei castelli più belli della Val d’Aosta ed inoltre si possono raggiungere facilmente località sciistiche come Pila o Courmayer, insomma è una vera chicca.
Il Castello che vi propongo in questo post è il Castello Reale di Sarre.
Le sue origini risalgono al 1242 e sono legate a Giacomo Bard fondatore della casata dei Sarre. Diverse famiglie illustri si succedettero fino agli inizi del Settecento quando venne acquistato da Jean-Francois Ferrod che ne ordinò la completa ricostruzione preservando, dell’edificio originario, solo la torre quadrata.
Il Castello fu abbandonato per un lungo periodo fino al 1869, anno in cui fu acquistato dal Re Vittorio Emanuele II di Savoia che ne fece una delle sue residenze di caccia preferite. L’edificio che abbiamo l’occasione di visitare oggi è il risultato di vari rimaneggiamenti effettuati, nel corso degli anni, dapprima da Vittorio Emanuele II e successivamente dal suo successore Umberto I. Girando tra le sale del Castello è palpabile la forte passione che ambedue avevano per la caccia. Ma adesso, miei cari followers, visitiamolo virtualmente insieme.
Con il suo aspetto massiccio e la sua alta torre merlata poggia su un terrazzamento ricco di vigneti.
L’edificio si erge su tre piani e presenta un rivestimento in pietra con un look esterno simile a molti altri dei castelli presenti in Val d’Aosta. Superata la biglietteria, poco prima di entrare all’interno delle sale, si può ammirare un ampio giardino dove ci sono anche le scuderie.
Accediamo all’interno, inevitabile provare ad immaginare come si svolgeva, tra queste mura, la vita dei reali Sabaudi.
Al piano terra le sale di accoglienza sono state adibite ad una mostra permanente sui Savoia.
La nostra guida, dapprima, ci ha brevemente parlato della storia del castello e dopo ci ha guidato verso le sale poste ai piani superiori.
Saliamo lo scalone dove, all’inizio della scalinata, troneggia la bandiera dedicata a Vittorio Emanuele II.
Il primo piano ospita la Sala Reale, l’Anticamera, la Camera del Re e la Camera della Regina.
In questi ambienti, oltre a qualche arredo originario, si è cercato di arredare le stanze mantenendo lo stile di quel periodo.
Adesso spostiamoci verso la Galleria ed il Salone dei Trofei, come non rimanerne colpiti?
Due ambienti di forte impatto visivo volute da Umberto I verso l’ultimo periodo del suo regno. Fu sua l’idea di decorare le pareti con centinaia di corna di stambecchi e camosci, trofei delle numerose battute di caccia che i reali si deliziavano a fare.
Sono degli ambienti che possono infastidire la sensibilità di chi li osserva ma, decisamente, unici nel loro genere e l’effetto finale è stupefacente.
Il Castello venne vissuto anche dai successori di Umberto I e le stanze del secondo piano sono dedicate alla storia della dinastia Sabauda del XX secolo da Vittorio Emanuele III e la regina Elena di Montenegro, a Umberto II e Maria Josè di Belgio.
Rimase ai Savoia fino al 1972. Dal 1989 è passato di proprietà alla Regione Autonoma della Val d’Aosta che ne cura costantemente il restauro e l’allestimento museale che mantiene vivo il ricordo della famiglia Sabauda.
c’ero stato anni fa, ricordo che non mi fecero fotografare gli interni, mi parve una cosa molto negativa e feci una visita frettolosa proprio per quella privazione. Ero andato lì per quello…
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Si davvero assurdo. Anch’io se non posso fotografare perdo completamente l’interesse. Comunque l’ho trovato interessante. Un saluto
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Interessante articolo e bellissime foto!
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Grazie Giovanni che piacere risentirti. Sei stato un po’ assente o sono io che non ricevo più le notifiche dei tuoi post? Un abbraccio e grazie per il complimento
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