Cordovado
La curiosità di scoprire un ennesimo borgo annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”, ha spinto le nostre quattro ruote a fare uno stop a Cordovado. Siamo giunti in loco con tanto entusiasmo ma, ahimè, le aspettative erano ben più alte e, quindi, ne siamo rimasti un po’ delusi. Dall’antica Pieve di Sant’Andrea, risalente al 1477, ci siamo diretti verso l’area nota come il Castello.
Il portale d’ingresso della Pieve di Sant’Andrea reca un’iscrizione con data 1477. Originariamente l’edificio venne realizzato in un’unica navata centrale, nel Seicento furono aggiunte le due navate laterali. Al suo interno, la parte absidale, presenta antichi affreschi. L’area del Castello non è altro che un breve percorso acciottolato,
compreso tra due torri, che racchiude, come in uno scrigno, alcuni degli edifici storici di maggiore interesse come il Palazzo Freschi Piccolomini. L’edificio rinascimentale fatto erigere, tra il 1669-1704, dai nobili Attimis. La costruzione che si presenta davanti a Noi rispecchia sia nella facciata che nella planimetria lo stile architettonico veneziano classico. Un edificio a tre piani con un ampio portale a bugnato preceduto da una scalinata che conduce direttamente al salone del pianterreno. Al primo piano, sempre in stile veneziano, notiamo le tre finestre ad arco con delle balaustre che danno sul salone principale. Anche l’interno, con i due ampi saloni al centro e le stanze ai lati dell’edificio, rispecchia lo stile presente nelle ville venete.
Proseguendo, quasi a ridosso della Torre, si giunge al Palazzo Bozza Marrubini (detto del Capitano).
Soffermandoci sulle due torri che delimitano l’area del Catello possiamo osservare la Torre Portaia che conserva un’angusta porta d’accesso ai camminamenti e la Torre dell’Orologio che conserva le scale ed i camminamenti in legno.
Dalla Torre dell’Orologio, con una breve passeggiata si arriva al centro del borgo che dal tardo medioevo si espanse a nord dell’area del Castello. Lungo la strada principale non si può non notare l’imponente mole del Palazzo Beccaris risalente al XVI secolo. Continuando il nostro percorso turistico, tra negozi chiusi e nessuna anima viva in giro, si giunge al Santuario della Beata Vergine o della Madonna, vero gioiello dell’arte barocca veneziana.
Su una locandina posta all’esterno del Santuario mi soffermo a leggerne la storia. Il 7 settembre del 1592, nei pressi di un capitello con l’immagine della Vergine, la Madonna apparve ad una popolana e le chiese che venisse edificata, proprio in quel luogo, una Chiesa. Il santuario fu inaugurato il 1° maggio del 1603 ed è un esempio di barocco veneto a pianta ottagonale. Oltre ad essere il più antico Santuario della diocesi è anche meta di pellegrinaggi. Qui i fedeli giungono anche da luoghi molto lontani. All’interno è un vero tripudio di stucchi, bassorilievi, statue e affreschi il tutto armonizzato da un armonioso gioco di colori.
Prima di lasciare definitivamente questo mini borgo con tanta storia nascosta, una carinissima ragazza del luogo ci invita a percorrere 3 km in auto per giungere in un luogo completamente immerso nella natura. Incontriamo persone in tuta da jogging che ci salutano, cani che scodinzolano e corrono liberamente il tutto reso magico dalla luce soffusa che ormai volge al tramonto, siamo nella zona dei Mulini di Stalis.
Siamo a soli 800 metri dalla Fontana di Venchiaredo, sull’antico percorso che univa Cordovado all’antica Abbazia di Sesto al Reghena. Si tratta di due mulini sul fiume Lemene di cui il più antico è citato in documenti del 1432. I mulini rimasero in attività fino agli anni ’70 poi furono dismessi ma recentemente sono stati riacquistati e restaurati al fine di farli visitare a chi, come me, rimane affascinata da questi luoghi incontaminati.
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Un altro angolo meraviglioso del nostro Paese 🙂
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Non finisco mai di stupirmi. La nostra Italia così piena di palazzi storici, di Chiese antichissime e poi mare e montagne. Abbiamo proprio tutto eppure si scappa verso mete lontanissime alla ricerca di nuove emozioni. Cordovado l’ho descritta benino ma non merita così tanto. Tra i borghi più belli d’Italia ce ne sono di molto più belli. Baciii
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