Giordania, Petra il fascino della città rosa

 
Nel nostro peregrinare da nord a sud, da ovest ad est, tra notevoli siti archeologici e siti biblici di indiscutibile misticismo siamo finalmente giunti a Petra, proclamata, nel 2007, come una delle
“Sette Nuove Meraviglie del Mondo”
Non ci sono parole per descrivere la magia di questo luogo. Ma cosa lo rende così speciale? Le infinite sfumature di rosa dell’arenaria o la maestosità dei monumenti?

Seguitemi in questo percorso virtuale e scopriamolo insieme.

Petra e la sua Storia.

Non puoi visitare Petra senza conoscere la storia del suo antico passato. Ma com’è possibile che una simile meraviglia, la cui maestosità non ti lascia indifferente, sia stata concepita e costruita in un tempo così lontano e con i mezzi di allora?

Petra, capitale dei Nabatei, è indissolubilmente legata alle vicissitudini di questo popolo nomade proveniente dall’attuale Arabia Saudita. I Nabatei giunsero in questa regione intorno al VI secolo a.C. e nel corso dei 500 anni successivi utilizzarono le ricchezze, accumulate con le loro attività di bravi commercianti, per costruire la città di Petra. Il periodo di massimo splendore fu sotto il Re Aretas IV che qui regnò dall’anno 8 a.C. all’anno 40 d.C. ed in questo periodo la città ospitava circa 30.000 persone. C’erano scribi, esperti di ingegneria e di idraulica. Vennero costruite dighe, cisterne, canali,  il tutto per proteggere gli stupendi edifici del sito. Leggo, sulla mia fedelissima guida, che i Nabatei inventarono una loro scrittura dalla quale deriva quella araba. 

Negli anni successivi, quando le rotte commerciali si spostarono da Petra a Palmira, i Nabatei s’indebolirono e così, nell’anno 106 d.C., i romani conquistarono Petra. Nel corso degli anni i romani valorizzarono maggiormente il sito che visse un nuovo momento di gloria che, purtroppo, fu breve a causa dei disastrosi terremoti che interessarono la zona tra il 363 ed il 551 d.C.

A seguito di questi avvenimenti funesti lo splendore di Petra fu dimenticato per secoli, da qui l’appellativo di “città perduta“. Nascosta in una vallata tra le montagne del sud era nota solo ai beduini locali che ne fecero il proprio insediamento e preferirono mantenere segreto questo sito unico, forse come a volerne preservare la sua bellezza.

Il 1812 fu l’anno in cui un giovane esploratore Svizzero, Johann Ludwig Burckhardt, la riscoprì e, grazie ai suoi racconti di viaggio, pubblicati solo dopo la sua morte prematura, molti furono gli esploratori e gli artisti che si spinsero fin qui. Verso la fine del XIX secolo iniziarono gli scavi che  tutt’oggi continuano. Nel 1985 Petra venne dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Nel 2019 il sito archeologico ha festeggiato il superamento del milione di visitatori l’anno.  

Una sosta per catturare la capitale dei Nabatei  in un solo scatto e poi via per iniziare la nostra nuova avventura.

Petra, la visita 

Siete pronti ad indossare comode scarpette con suola giusta per grandi scarpinate?  Pantaloni comodi e leggeri, zainetto in spalla, acqua, cappellino e si parte … 

“Petra è il più bel luogo della terra… non per le rovine, ma per i colori delle sue rocce tutte rosse nere con strisce verdi e azzurre. Non saprai mai cos’è Petra in realtà, a meno che tu non ci venga di persona”

( Lawrence D’Arabia )

Eccitati dall’esperienza che da lì a poco avremmo vissuto, dalla biglietteria ci incamminiamo lungo un sentiero tortuoso che segue il corso del Uadi Musa e già qui iniziamo a vedere le prime tracce dell’antica città. Questa zona del sentiero è conosciuta come Bab Al Siq, che significa la porta del Siq.

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Sulla nostra destra si innalzano tre grandi monoliti squadrati, le Case del Djinn o Case dello Spirito la cui altezza raggiunge più o meno gli otto metri.  20230329_090957

Si pensa che questi blocchi, scavati nella roccia, avessero lo scopo di ospitare gli spiriti.
 
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Proseguendo, sul lato opposto della strada, incontriamo la Tomba dell’Obelisco,  riconoscibile per i quattro obelischi di forma piramidale scavati nella roccia che si vedono nella parte superiore della facciata. Venne eretta come monumento funerario dai nabatei nel I° secolo a.C.   I quattro obelischi ed il rilievo di una statua nella nicchia centrale simboleggiano le cinque persone che qui furono sepolte.IMG_3534

La parte bassa dell’edificio è una struttura più antica rispetto alla parte superiore ed è nota come Triclinio di Bab as-Siq.  E’ formato da una camera centrale dotata di tre ampi sedili sui quali prendevano posto i partecipanti al banchetto funebre. Continuando il nostro percorso verso l’ingresso del Siq sulla nostra destra c’è una deviazione che conduce ad altre tombe scavate sulle sommità di colline a cupola.

Ancora pochi passi ed eccoci giunti all’ingresso del Siq. Una stretta gola fiancheggiata da alte pareti di arenaria rossa che tanto mi ricordavano le pareti rosse dell’Antelope Canyon. E’ stato emozionante percorrere quella spaccatura della montagna generata da movimenti tettonici.

Il percorso, attraverso questo passaggio molto suggestivo, a tratti si allargava e a tratti si restringeva talmente tanto che, se volgevi lo sguardo all’insù, le pareti sembravano toccarsi.

Impossibile non soffermarsi ad ogni conformazione particolare di quelle rocce di arenaria rossa. La nostra guida ci ha meticolosamente fatto notare ogni singolo particolare di quel percorso, dall’antico canale di scolo scavato dai nabatei  al bassorilievo della carovana di cui sono ancora visibili uomini e cammelli diretti verso la città.

Ci vengono mostrate alcune nicchie, presenti lungo le pareti del Siq, che erano destinate a contenere sculture.  Una mezz’ora di cammino e poi improvvisamente, attraverso la fenditura della roccia, ecco apparire la facciata luminosa del Tesoro.

Un’ emozione indescrivibile

La facciata del Tesoro è uno dei più celebri monumenti del mondo antico. La sua facciata è un capolavoro ed è stata costruita proprio all’uscita della gola per incantare e sbalordire chi stava arrivando a Petra.  Venne edificato con l’intento di ospitare la tomba del re nabateo Aretas III che regnò a Petra dall’anno 87 all’anno 62 a.C. (info prese dalla guida lonely planet).

Il nome “Tesoro” deriva da un’antica leggenda: i beduini credevano che a realizzare l’opera fosse stato il faraone con lo scopo di nascondere dell’oro nell’urna centrale. Per decenni l’urna fu crivellata di colpi di fucile nel tentativo di farla cadere e trovare così il famigerato tesoro.

Ancora una volta vi invito ad osservare i particolari e la magnificenza di questo capolavoro.  Largo 28 m ed alto 40. La facciata è composta da due ordini corinzi sovrapposti, decorati con colonne, rilievi e statue che ci mostrano l’influenza della cultura ellenistica.  Nella parte inferiore possiamo notare sei colonne di cui le quattro centrali sono sovrastate da un frontone triangolare. Nella parte superiore, al centro, notiamo un tempietto circolare detto tholos. 

Dal Tesoro si continua verso il Siq esterno o la Strada delle Facciate.

E’ un continuo susseguirsi di tombe…

IMG_3437sulla nostra sinistra, scavate nella roccia rossa, si levano le facciate di tombe con decorazioni di influenza assira. Da notare sul tetto delle costruzioni il motivo di scale che salgono e scendono. Gli scalini sono sette e corrispondono ai sette livelli per raggiungere il paradiso.

20230329_104951Sempre proseguendo su questa strada ha inizio una salita che con circa 45 minuti di percorso giunge all’altura del Sacrificio dalla quale si gode di un panorama spettacolare sulla valle di Petra. Noi, purtroppo, non abbiamo avuto modo di poter fare questa deviazione in quanto la nostra guida, imperterrita, andava avanti lungo la Strada delle Facciate fino a giungere alla tomba di Unayshu decorata con un frontone greco.

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Si continua a camminare e, come ipnotizzati, guardiamo le miriadi di tombe che si aprono dinanzi a noi. Se ne contano a centinaia. Dalle più monumentali alle più semplici con sfumature di colore che non possono che ammaliarti.

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La valle è ancora abitata dai beduini che con i loro asini e con i loro cammelli sembrano vigilare su questa meravigliosa ed unica città. Anche queste scene fanno parte del fascino incredibile di Petra.

Continuando lungo la strada, sulla sinistra appare il grandioso teatro di Petra, edificato dai Nabatei tra l’anno 6 a.C. e l’anno 40 d.C. Dopo la conquista romana, avvenuta nel 106 a.C., il teatro fu ampliato e fu in grado di accogliere al suo interno circa 8.000 spettatori. 

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Quasi frontalmente al teatro, scavati nella collina di al-Khubthah, si stagliano le facciate altamente scenografiche delle Tombe Reali.

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Dalla strada principale, sulla nostra destra, una lunga scalinata ci conduce direttamente alla più bella delle tombe reali, la Tomba dell’Urna.

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Una facciata imponente con quattro colonne che sostengono un’architrave ornato da un fregio.

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Al suo interno, preceduto da un’ampia terrazza, ci sono grandi nicchie alle pareti .  Alcune scritte, presenti sulle pareti, indicano che nel 447 la tomba fu trasformata in chiesa cristiana. 20230329_115601

La vista che si gode dalla terrazza è una delle più belle di Petra. 20230329_120653

Il percorso continua verso la Tomba della Seta che, nella sua semplicità, ti colpisce per le diverse fasce orizzontali di colori che vanno dal bianco al blu, dal salmone al rosso brillante.IMG_3468

Poi si passa davanti alla Tomba Corinzia e subito dopo possiamo ammirare la bellissima facciata della Tomba Palazzo. Maestoso edificio a tre piani (49 m di larghezza per 46 di altezza). E’ l’unica tomba a Petra nella quale siano stati utilizzati mattoni per ultimare la facciata.

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La nostra prima mezza giornata a Petra è letteralmente volata. Fin qui si contano 6 km, sembrerebbe un percorso breve ma i su e giù tra scalinate e sentieri lo hanno reso un po’ più faticoso. Schermata 2023-06-16 alle 13.59.12

E’ giunto il momento di fare un break e così tra uno scatto e l’altro si discende dalla collina delle Tombe Reali per raggiungere dapprima quel che rimane della Chiesa Bizantina e successivamente il Basin Restaurant.

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Chiesa Bizantina – lasciandoci alle spalle le Tombe Reali si continua a scendere attraverso sentieri sassosi e poco prima di giungere al ristorante la guida ci fa fare una piccola deviazione verso i resti della Chiesa di Petra. La Chiesa è stata riportata alla luce intorno al 1992 grazie all’archeologo americano Kenneth Russel. La struttura originaria fu costruita dai nabatei e successivamente rimaneggiata ed ampliata in epoca bizantina intorno al 530 d.C. Una tenda protettiva copre ciò che resta di questa Basilica a tre navate che si sviluppa intorno ad un cortile quadrato circondato da 12 colonne e con un pozzo centrale. 

IMG_3497 Bellissimi i mosaici pavimentali che la Chiesa custodisce nelle due navate laterali. A destra il mosaico raffigura 51 medaglioni che riproducono figure umane e rappresentano le stagioni. Nella navata di sinistra i medaglioni sono 84 e sono decorati con piante, animali, cesti e contenitori per offerte.

Ore 13,00 – finalmente a tavola sotto un magnifico pergolato ai margini del sentiero che porta verso il Monastero. Al termine del nostro meritato break la guida ci ha lasciato liberi e così, chi a destra chi a manca, il gruppo si è diviso e ci siamo dati tutti appuntamento all’uscita.

“Siamo giunti fin qui ed è assurdo non vedere l’altro simbolo di Petra” ha esclamato Paola.

Detto tra noi era proprio la più ginnica ed instancabile del gruppo. Così Lei ed il suo Lui ci hanno salutato e con zainetto in spalla hanno imboccato lo scenografico sentiero che li avrebbe portati fin su al Monastero.

Anche il Monastero, come il Tesoro, è stato ideato per stupire il visitatore. Erano circa 800 i gradini, a volte gradoni, che Giorgio e Paola hanno dovuto affrontare. Il sole scottava ma il desiderio di arrivare fin su in cima e sfidare i meno temerari li incoraggiava a proseguire. IMG-20230618-WA0012Le dimensioni del Monastero sono molto più imponenti del Tesoro (47 m di larghezza e 48 di altezza) ed è stato un vero peccato non poter fare uno scatto tutto mio e non poter dire “sono arrivata anch’io fin quassù”. Da qualche parte ho letto che non vedere il Monastero vuol dire fermarsi solo alla porta d’accesso di Petra. Mah!!! mi sembra un po’ esagerato.

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Giorgio, al suo rientro, ci ha confessato che la discesa è stata molto impegnativa in quanto i gradini o meglio gradoni erano sconnessi e si rischiava continuamente di scivolare.

Per quanto riguarda noi cinque, con zaino in spalla, ci siamo avviati, molto lentamente, lungo la Via Colonnata, una delle più importanti testimonianze di questa grande città dell’antica Arabia. Una manciata di metri dal ristorante ed ecco il Grande Tempio, uno dei monumenti più importanti della parte non scavata nella roccia. Si estende su tre livelli e copre una superficie di circa 7000 mq. La struttura risale alla fine del I secolo a.C. per poi essere modificata ed ampliata circa cento anni dopo.

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Avremmo potuto esplorare tutti e tre i livelli del grande tempio, scoprendo corridoi, piazze e scalinate. Avremmo potuto fotografare qua e là tra le colonne ed invece, come al solito, al termine di un giro si è talmente stanchi che abbiamo sorvolato.  

Continuando lungo la Via Colonnata alla nostra destra si ergono i resti del Qasr al Bint, il castello della figlia del faraone. E’ uno dei pochi edifici nabatei costruiti in muratura ed arrivato, direi quasi in buone condizioni, fino ai nostri giorni. Si tratta di un tempio realizzato utilizzando grossi blocchi di arenaria rosa.

IMG_3501Spettacolare la vista verso le facciate delle Tombe Reali che, con il loro colore rosso, si mimetizzano perfettamente con l’ambiente che li circonda.

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Si rientra all’interno del Siq e con passo lento raggiungiamo il luogo da dove la nostra meravigliosa giornata archeologica ha avuto inizio. 

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E’ stato molto bello rivivere, attraverso foto e racconto, la mia giornata a Petra. E’ uno di quei luoghi che, almeno una volta nella vita, va visto. Se l’articolo vi è piaciuto e se le foto vi hanno colpito sarebbe molto bello condividerlo nei vostri social al fine di far conoscere a più persone questo luogo unico. Un abbraccio ed un grazie a tutti voi che, puntualmente, seguite le mie avventure. 

19 thoughts on “Giordania, Petra il fascino della città rosa

  1. Pingback: Giordania, tour on the road da Amman ad Aqaba | Viaggiando con Bea

  2. Pingback: Giordania, Petra il fascino della città rosa | Marco Monteverdi

  3. qua hai raggiunto davvero l’apice della bellezza, penso sia una delle mete più belle al mondo, anche solo veder apparire quella meraviglia dal vivo deve dare una sensazione pazzesca. Belle immagini, danno proprio l’idea del viaggio, e di questa meraviglia storica 👍👍👍👍👍👍👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏🤗😊😉

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    • Vedere quel monumento così imponente che sbuca tra le rocce è una sensazione meravigliosa. Ma il Tesoro è solo l’inizio di un percorso fantastico come puoi vedere dai miei scatti. Se sei arrivato fino in fondo io trovo che l’ultima foto rappresenti l’essenza della calma con cui si passeggia tra le rovine.
      Hai voglia di farmi un regalone!? Puoi condividerlo? Ho un immenso piacere a far vedere a molti più blogger questi luoghi fantastici. un abbraccio e grazie in anticipo 😉

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    • Te lo avevo detto che ciò che ho descritto nei post precedenti non era niente a confronto di questo.
      PS: Se ti piace il post avresti voglia di condividerlo nel tuo blog così molti altri possono vedere le meraviglie di Petra attraverso gli scatti di Bea

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  4. Ciao Bea ti sei superata. Splendido articolo e foto bellissime. Sei riuscita perfettamente a catturare la bellezza di quel sito dimostrando che c’è non solo il Tesoro ma molto molto di più da vedere. Ad ogni passo un’emozione diversa, fino al raggiungimento da parte mia e di Giorgio del Monastero. Inizi la salita sperando di riuscire a raggiungere la meta e quando finalmente sei in cima e ti trovi davanti l’imponenza del Monastero dimentichi la fatica e ti lasci catturare dalla sua bellezza. È stata senza dubbio una giornata indimenticabile. La mia definizione del viaggio in Giordania è “SUBLIME” Lo consiglio a tutti. Invierò il tuo link a più persone. Grazie di farmi rivivere quei meravigliosi giorni. Baci

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    • Grazie a te per il tuo entusiasmo e per i tuoi elogi. Per me scrivere su questo spazio virtuale è un modo per non dimenticare. Attraverso il blog so che ogni foto ha un nome ed una storia. Hai ragione quando dici che il viaggio in Giordania è stato SUBLIME ed io lo sto realizzando di più adesso perché attraverso i miei racconti lo sto rivivendo. Petra è pura magia. Bacione

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  5. Pingback: Giordania, Piccola Petra | Viaggiando con Bea

  6. L’ha ripubblicato su GIOVANNI AUGELLOe ha commentato:
    Un viaggio nella città scavata nella roccia…
    In attesa che anch’io un giorno possa vivere il privilegio di visitare la splendida Petra, per il momento invito tutti coloro che hanno sete d’avventura a leggere questo fantastico racconto di viaggio postato da Bea, una carissima amica, con la quale condivido la stessa sfrenata passione per la scoperta di luoghi e bellezze del mondo. Buona lettura!

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