Orissa, alla ricerca del volto sconosciuto dell’India

 

Sono passati ormai due anni dal tuo viaggio in Orissa. Uno stato grande quanto la metà della nostra bella Italia. Siamo nella parte orientale della penisola indiana con un affaccio formidabile sul golfo del Bengala.

Qui puoi trovare alcuni dei templi più belli e venerati della religione induista ma è soprattutto la presenza di antiche popolazioni che vivono nell’entroterra che attraggono quei pochi turisti che si spingono tra i confini dell’Orissa.

Riguardo le foto che tu e Lucia mi avete passato e si nota come in esse predomina il desiderio di immortalare quei volti rugosi dallo sguardo profondo come a voler catturare in un solo clic i sentimenti di questi popoli così fedeli alle loro antiche tradizioni.

Siete continuamente attratte da quel vortice di colori che caratterizza  villaggi e mercati, colori che rendono affascinanti anche la più misera delle capanne.

Con il Vostro gruppo di viaggio siete andate alla scoperta di quella realtà tribale ai più sconosciuta, ben lontani dai circuiti battuti dal turismo di massa. 

Un lungo viaggio che da Malpensa Vi ha portato verso Delhi e poi verso la capitale dell’ Orissa, Bhubaneswar.

Il primo impatto tra la polvere ed i suoni forsennati di clacson sarà stato sicuramente terribile,

ma è bastato spostarsi verso il cuore della città antica per scoprire il vero fascino di Bhubaneswar. Lo sapevate che è soprannominata la “Città dei Templi“?  Edificati tra l’VIII ed il XII secolo, li trovate quasi tutti ubicati sulle rive del bacino sacro, Bindu Sagar.  Lo stile architettonico che predomina è lo “stile Nagara”, tipico dell’India Settentrionale. Il tempio principale è il Lingaraj Mandir. Edificato intorno all’anno 1000 è circondato da un grande recinto in pietra. Al suo interno c’è un grande cortile nel quale vi sono cinquanta edifici religiosi di notevole pregio artistico. Lingaraj Mandir è considerato uno dei Templi Indiani più importanti dedicati a Shiva.  Purtroppo non è ammesso l’ingresso ai non Indù e quindi, sicuramente a malincuore, vi siete dovute accontentare di salire su una piattaforma aerea collocata all’esterno del tempio dalla quale tu, cara Renata, a mio avviso, hai realizzato uno degli scatti più belli del tuo tour Indiano.  Non so! Sembra la scena di un film storico.

 

La visita continua tra il dedalo di viuzze del centro storico alla ricerca di altri complessi di templi antichi tra cui quello di Raja Rani Mandir. Edificato tra il X ed XI secolo è forse l’edificio religioso più bello di Bhubaneswar. Preceduto da un ampio giardino la parte esterna del tempio è stata edificata in pietra nel classico stile locale. La facciata è riccamente decorata con sculture di ninfe, abbracci amorosi e vari animali. 

Avete dedicato del tempo anche al tempio di Mukteswar Mandir, edificato intorno al x secolo, è definito la gemma dell’architettura di Orissa. Sicuramente uno dei più belli della zona con la sua torre così riccamente scolpita.

Come mi avete raccontato, il tour della città si è concluso con la visita alle grotte di Udaygiri, antiche residenze dei monaci Jain. 

 

Per me che non ci sono stata e mai ci andrò 🙂 è come leggere un bel libro d’avventura. Come dici tu Renata “questo è un viaggio dove devi saperti adattare” e poi incalzi “non alberghi di charme o ristorantini a lume di candela” qui la parola d’ordine è , “CAOS con una povertà che ti stordisce“.

In Orissa quando vai verso quei villaggi sperduti nel nulla, quasi impenetrabili, devi non badare né a dove dormi né a dove mangi. 

Qui il tuo cuore viene catturato dalla gente. Vivono in misere capanne, vivono dei loro manufatti artigianali, della loro agricoltura ma è gente fiera attaccata alle tradizioni del proprio popolo.

 

Quasi quasi sei tu l’alieno che va ad interrompere la loro quotidianità. Non osano avvicinarsi ma a volte capita che, timidamente e a gesti, ti facciano capire che vogliono fare una foto con te. Renata, sai che mi hai fatto proprio ridere quando hai detto “In Orissa ho lasciato mie immagini ovunque ” …

9 Novembre 2018 si parte alla scoperta di quei luoghi che, unitamente a Bhubaneswar, fanno parte del Triangolo Sacro dell’Orissa. Destinazione finale, il mare. 

A soli 8 km dalla capitale si fa già una breve sosta al Tempio moderno, eretto nel 1972, di Dhauli Shanti Stupa ovvero lo Stupa della Pace. Imponente, di un bianco candido, si erge in tutta la sua maestosità in cima ad una collina. Nelle quattro nicchie scavate intorno alla struttura circolare si possono ammirare delle belle statue del Buddha tra le quali la più bella è quella situata in cima alla scalinata.

Il viaggio continua verso Konark dove è sicuramente imperdibile la visita al tempio dedicato al Dio Surya o Dio del sole. Ci sono voluti 12 anni e ben 12.000 artigiani per edificare il grande carro celeste di Konark.  E’ uno dei sette templi presenti in India dedicati al Dio Sole. Questo edificio religioso, importante santuario per il brahmanesimo, risale al XIII secolo e venne costruito dal re Narasimhadeva. Leggo su internet che i marinai, vedendolo dal mare, lo chiamarono la Pagoda Nera.  Il tempio è stato concepito come una raffigurazione del carro cosmico del Dio del Sole. I sette cavalli simboleggiano i giorni della settimana. La base del tempio poggia su 24 ruote che simboleggiano le ore del giorno. Con tutti quei bassorilievi, con evidenti scene erotiche, che lo arricchiscono è sicuramente il tempio più bello dedicato al Dio Sole e non poteva di certo non essere inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

10 Novembre 2018 si parte verso Gopalpur. Lungo il percorso abbiamo visitato il villaggio di Raghurajpur, rinomato  per i dipinti tradizionali del “patta chitras”  e per i disegni su foglie di palma. Gli artisti locali sono spesso vincitori di concorsi a livello nazionale. La parola “Patta” significa stoffa  e la parola  “Chitra” significa dipinto. Da qui “patta chitra” ovvero l’arte antichissima di dipingere sulla stoffa.

L’arrivo alla Laguna di Chilika, la più grande laguna salata dell’Asia le cui acque sono separate dal golfo del Bengala da una striscia di sabbia lunga 60 km, è stato un momento delizioso. Relax completo con la gita in barca che ci ha portato fino al Santuario degli Uccelli dove, tra fine dicembre e aprile, si possono vedere centinaia di fenicotteri rosa, cormorani, aironi ed altri uccelli migratori.

L’ arrivo a  Gopalpur al tramonto Vi ha permesso di godere di un bellissimo tramonto sulla spiaggia ma la tua foto, Renata, è spettacolare.   

11 Novembre 2018. Chilometro dopo chilometro l’avventura verso l’India più sconosciuta inizia. Lungo il percorso si attraversano distese infinite di piantagioni circondate dalle montagne di Sal.

Ecco il primo incontro con un villaggio tribale e precisamente quello di Itamati.

In serata arrivo a Baliguda, uno dei punti di ingresso per l’altopiano dell’Orissa tribale e, conoscendovi, sono sicura che l’adrenalina era a mille.

12 – 16 Novembre 2018. Giornate interamente dedicate alla visita dei villaggi tribali di Kutia Kondha e Desia.  I Kutia Kondha, sono amanti della pace, dediti all’agricoltura e alla caccia. Le loro capanne si trovano di solito allineate lungo una piazza, dove di solito sorge un albero sacrificale. I Kutia, al contrario dei Desia, che si tatuano il viso per allontanare gli spiriti maligni, usano dipingersi sul volto soltanto tre puntini. L’uso de tatuarsi il volto da parte delle donne Desia è molto antico. Spesso questa tribù era attaccata dalla tigre, che veniva ritenuta l’incarnazione del male ed  i tatuaggi ricordano i baffi stilizzati del felino. Un tempo i sacrifici erano umani ( spesso bambini rapiti o comprati dagli hindu ), oggi si usa sacrificare un bufalo che viene ucciso e lasciato morire lentamente, per acquistarsi il favore degli spiriti.

 

La sosta a Bahama ci ha permesso di ammirare i tipici lavori artigianali delle tribù. Vicino Bisamkatak abbiamo visitato il mercato settimanale della tribù Desia Kondha che si svolge soltanto il martedì. Il mercato è un momento di socializzazione molto importante per queste tribù completamente isolate nelle foreste. E’ stato un momento molto importante anche per noi che abbiamo avuto l’opportunità di vedere da vicino le diverse etnie. 

Atro mercato settimanale a Chatikona e qui abbiamo incontrato la tribù dei Dongoria Kondha, una delle tribù più primitive. I mercati sono l’unica possibilità per incontrare queste popolazioni così genuine e ribelli. I Dongoria vivono nelle alte e scoscese montagne del Niyamagiri, regioni  difficilmente accessibili che garantiscono un forte isolamento. Unica eccezione è  come sempre il mercato.

E per concludere si arriva a Kunduli dove abbiamo incontrato le tribù dei  Paraja e dei Mali. Qui c’ è il mercato più grande dell’intera area tribale.  

Un popolo semplice, amichevole che ci ha regalato forti emozioni. Il mercato è un vortice di colori, odori, luci e sguardi. Le donne Paraja indossano abiti coloratissimi e sono ornate di collane, bracciali, anelli, orecchini e piercing nel naso, nelle orecchie e sulle labbra. Hanno sempre un sorriso sincero per te e, timidamente, nascondono  il viso di fronte alla macchina fotografica. 

Questo è uno dei più bei scatti realizzati da Lucia la quale ha saputo cogliere con un semplice clic la bellezza  di queste donne.

Ecco carissime il resoconto del vostro formidabile viaggio è giunto al termine. Ho cercato di interpretare le vostre emozioni, ho letto tantissimo e tra fantasia e realtà ho buttato giù ciò che scaturiva dal mio cuore.  Un ringraziamento va a voi due, carissime amiche, che mi avete permesso di pubblicare le vostre foto e mi avete fatto sognare con i vostri racconti. E’ vero…  non farò mai un viaggio del genere ma è anche vero che immortalare quei visi con quelle espressioni o quei colori sarebbe stato un momento sublime per me che amo così tanto fotografare.

Un ringraziamento particolare va anche ad AKKI, guida stupenda, che ha saputo mostrare ogni particolare al gruppo facendolo innamorare perdutamente di questa parte dell’India.

9 thoughts on “Orissa, alla ricerca del volto sconosciuto dell’India

  1. un luogo che non sembra nemmeno parte di questo mondo…
    interessanti i racconti fuori dalle solite piste battute dai turisti, luoghi dove devi veramente adattarti e che non credo sarò mai in grado di andare… in questo concordo con te Bea ^_^°
    Grazie mille per questo viaggio e ringrazia anche le tu meravigliose e coraggiose amiche ❤

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  2. Bea come sempre sei riuscita a raccontare in un modo toccante un viaggio che non hai fatto accontentandoti di quel poco che ti ho raccontato. Anche la scelta delle foto ed il contesto dove le hai inserite è pienamente azzeccato. Che ti devo dire, brava,brava,ed ancora brava.Questo è il regalo di Natale più bello che potessi farmi. Grazie di cuore. La tua amica Renata

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    • Sono felicissima che ti sia piaciuto. Io l’ho scritto, è vero! Ma ricordati che sei tu che hai scattato delle foto meritevoli ed inoltre hai saputo convincermi con i tuoi racconti. In attesa di un altro dei tuoi viaggi stravaganti ti abbraccio virtualmente 🙂

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  3. Ciao Defo innanzitutto complimenti alla tue amiche x le foto che io ho trovato magnifiche. Hanno saputo cogliere ed immortalare benissimo sia i volti che i luoghi. Quanta povertà ma anche tanta dignità. Un grosso complimento a te che hai saputo trasmetterci le sensazioni vissute dalle tue amiche in maniera egregia. Bacioni

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