Villa Necchi Campiglio aristocratica dimora nel cuore di Milano

Quando ho visto i volti di Gigina e Nedda ho subito capito il perché dell’eleganza che aleggia in questa antica dimora degli anni trenta. Percorrere una ad una le stanze della Villa mi ha fatto scoprire la storia di chi ha vissuto tra le mura di questa casa. Dalla cura dei particolari, dalla raffinatezza degli oggetti emerge l’animo nobile di queste due donne. Tu, visitatore, che sei lì a rubare uno scatto su quella foto non puoi non rimanerne incantato. Due donne bellissime, sono praticamente uguali ed  il loro sguardo profondo ti arriva diritto al cuore.

Il caos del traffico milanese, il via vai della migliaia di cittadini che transitano giornalmente da Corso Venezia non scalfiscono minimamente la pace che si respira tra i giardini e le mura di Villa Necchi Campiglio, proprietà del FAI dal 2001. Villa Necchi, unitamente al Museo Bagatti Valsecchi,  Casa Museo Boschi di Stefano e Museo Poldi Pezzoli, fa parte del circuito delle “Case Museo di Milano”. Sono proprio queste dimore storiche, nascoste tra i caotici quartieri del cuore di Milano, che ti mostrano l’altro volto della città, un volto che non ti saresti mai aspettato di vedere. La Villa, ubicata in Via Mozart, a due passi dalla fermata MM di Palestro, fu realizzata tra il 1932 ed il 1935 dall’architetto Piero Portaluppi per volere delle sorelle Necchi e del marito di Gigina Necchi, Angelo Campiglio. Il mondo della famiglia Necchi / Campiglio è quello dell’alta borghesia industriale lombarda ed è a loro che si deve l’invenzione della celebre macchina da cucire. Portaluppi ebbe la possibilità di dare libero sfogo alla sua creatività ed è forse per questo che riuscì a curare ogni minimo dettaglio. La villa si sviluppa su quattro piani e fu costruita all’insegna del comfort e  della sicurezza. Basti pensare che fu la prima villa privata di Milano con piscina riscaldata, presenza di ascensore al suo interno, citofoni, grate di protezione, e casseforti.

Superato quel muro di cinta che la isola dal caos cittadino ne percepisci fin da subito la sua eleganza. Hai la sensazione di entrare in un’autentica residenza di campagna e non di essere in città circondato da alti palazzi e da un dedalo di vie trafficate. Un cartello FAI ti dà il benvenuto e tu, incuriosito, percorri quel vialetto che si apre su un ampio giardino e subito dopo ecco la bella piscina incorniciata da siepi e fiori 

Siamo in lista per la visita guidata delle 11,00. Non possiamo non entrare in caffetteria e concederci un caffè da sorseggiare a bordo piscina forse proprio, come un tempo, usava fare la famiglia Necchi, nota, nel secondo dopoguerra,  per la loro ospitalità e per gli incontri mondani che organizzava.

H. 11,00 facciamo il nostro ingresso in villa e da subito notiamo l’alta qualità dei materiali, come il pavimento in noce con inserti in palissandro o la boiserie in radica, i copricaloriferi in ottone e le importanti opere appese alle pareti.

Librerie in palissandro nella calda atmosfera della biblioteca. Volgiamo lo sguardo all’insù, impossibile non  notare i soffitti con quell’intreccio di costolature a forma di rombo, tanto cari a Portaluppi che li propone non solo in molti ambienti della villa ma anche nei più piccoli dettagli decorativi di alcuni dei suoi mobili.

Dalla biblioteca si accede al Salone dove troviamo delle linee più morbide dovute all’architetto Tomaso Buzzi che subentrò a Portaluppi nel secondo dopoguerra e conferì a molti ambienti della Villa un aspetto più classico. Nel salone troveremo dei pezzi di arredo che ricordano lo stile Luigi XV e Luigi XVI, il tutto arricchito da tendaggi ed importanti opere della Collezione Claudia Gian Ferrari.

Splendida la veranda con le sue pareti a vetrate che si affaccia sul giardino. Questa sala è rimasta praticamente intatta negli anni con il suo divano a “S” o con il suo tavolo in lapislazzuli. Da notare la scultura in bronzo di Adolfo Wildt, “Il puro folle” del 1930.

La guida ci introduce nello studio del padrone di casa, nel fumoir dove un imponente camino conferisce alla casa un’aurea solenne.

Si procede verso la Sala da pranzo che con gli splendidi arazzi alle pareti, con le pregiate consolle in alabastro, con il sontuoso lampadario ed i mobili di richiamo settecentesco conferiscono all’ambiente una ricchezza ed un’eleganza che non può non conquistare.

Si ritorna nella hall e la visita prosegue verso le camere da letto ognuna con il proprio spogliatoio ed il proprio bagno. Nicchie illuminate che incorniciano il letto matrimoniale nella camera di Angelo e Gigina.
Una nota di romanticismo nella camera di Nedda con grazioso letto a baldacchino

Tra le stanze poste al primo piano della villa c’è una stanza interamente dedicata alla collezione Alighiero ed Emilietta de’ Micheli, famiglia di imprenditori milanesi con la passione per l’arte.
Tra gli oggetti risalenti al XVIII secolo da notare le tele di scuola veneziana con opere di Giambattista Tiepolo, Rosalba Carriera e Canaletto.

La Collezione Alighiero ed Emilietta

Oggi il sogno di Gigina e Nedda si è realizzato.
Le sorelle Necchi desideravano lasciare la loro casa e tutti i tesori in essa custoditi a chi se ne fosse preso cura. Il FAI, dopo un lungo ed attento restauro, ha reso possibile tutto ciò e dal 2008 Villa Necchi ha riaperto i propri cancelli. Ogni singola stanza, ogni singolo oggetto e la bravura di ogni singolo volontario FAI permettono al visitatore di conoscere la storia della Milano anni ’30.
In uno dei miei tanti scatti ho catturato questa frase :
“Oggi Villa Necchi è patrimonio di tutti i milanesi, di tutti gli italiani”
ed io, anche se solo per un’ora, ho sentito un po’ mia quella casa, ho percepito il calore che le sorelle Necchi vi hanno lasciato in maniera indelebile.
 Anche la nostra famiglia, da generazione in generazione, espone, con orgoglio, un oggetto prezioso che si chiama: Necchi 

17 thoughts on “Villa Necchi Campiglio aristocratica dimora nel cuore di Milano

    • Non me lo aspettavo sai! Ogni volta che scopro un angolino nuovo di Milano rimango stupita. Per anni sono passata correndo dalle vie del centro e mai mi è venuto in mente di passarci per fare la turista e, credimi, sto scoprendo tante chicche che a poco a poco ho condiviso con voi che mi seguite. Un caro abbraccio Bea

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  1. Che meravigiia! Ambienti di raffinata eleganza, storia del nostro Paese. Quanti scrigni preziosi l’Italia conserva.
    E che meraviglia averti conosciuto, mi fai fare viaggi e scoperte incredibili. Grazie.
    PS Cucio con una Necchi che ha ben 30 anni, era di mia mamma e sono stata fortunata a poterla riparare proprio in questi giorni, aeva un problema ma il pezzo è stato trovato ,-)

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    • Gli occhi mi sono piacevolmente rimasti appiccicati a “che meraviglia averti conosciuto” è un complimento bellissimo. Quando visito un nuovo posto cerco di ricordarmi tutto ciò che mi ha colpito proprio per esporlo a tutti Voi che mi seguite. In fin dei conti noi blogger siamo stimolati proprio dalla vostra presenza continua. Un bacione
      PS: Odio cucire e quella Necchi è solo un cimelio di famiglia

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  3. Pingback: Vigna di Leonardo e Casa degli Atellani, due chicche da scoprire | Viaggiando con Bea

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