Esplorando i Templi di Abu Simbel: Un Viaggio nella Storia

Siamo giunti al 23 maggio, il nostro IV° giorno in giro nella terra dei faraoni. Siamo giunti fin qui un po’ provati. Sarà stato il gran caldo? O forse saranno state le levatacce che non ci hanno dato tregua? Oggi è stata la giornata più tosta di tutto il tour. L’escursione era facoltativa ma potevamo mai perdere i templi più imponenti e forse anche i più belli di tutto l’Egitto?

Come ho già detto, nel mio precedente post, la costruzione della Diga vecchia e, successivamente, quella della Diga Nuova, proposta dal generale Nasser nel 1955, hanno dato dei grandi benefici al paese ma nel contempo ci sono stati dei problemi sia per le popolazioni che per i siti archeologici.  La formazione del lago Nasser, nel bel mezzo della regione storica della Nubia, avrebbe completamente sommerso l’area in cui, in età faraonica, erano stati edificati il tempio di Abu Simbel e quello di Phile. Tra il 1964 ed il 1969 l’enorme complesso templare è stato tagliato in blocchi e rimontato in una posizione più elevata a soli 200 metri di distanza dal sito in cui era collocato originariamente.

I Templi di Abu Simbel sono considerati i monumenti più rappresentativi dell’antico Egitto. Vennero eretti nel 1244 a.C. durante  il regno di Ramses II,  che regnò dal 1279 al 1213 a.C..  Il desiderio di Ramses II fu quello di lasciare un segno indelebile della sua grandezza ed i templi furono edificati per celebrare la sua vittoria contro gli ittiti nella battaglia di Kadesh avvenuta nel 1274 a.C.

I monumenti, dopo il loro abbandono, furono completamente sommersi dalla sabbia e rimasero sepolti nel deserto per molti anni fino a quando, nel 1813, l’archeologo svizzero Burckhardt  lì scoprì. Le operazioni di recupero ebbero inizio nel 1817 grazie all’intervento di Giovanni Battista Belzoni.  

Ma adesso riprendiamo il racconto della nostra quarta giornata egiziana.

Solita sveglia all’alba ed in tempo record eravamo già tutti in pista a seguire Mario, l’ennesima guida di questo viaggio. Un po’ assonnati siamo saliti in pullman ed abbiamo percorso la lunga strada asfaltata che collega Assuan ad Abu Simbel.

Una breve sosta nel bel mezzo del deserto e dopo circa tre ore eccoci arrivati ad Abu Simbel.

Non ci sono parole per descriverne la bellezza, la magnificenza e la maestosità

Dinanzi a noi, preceduta da un’area chiamata terrazza, si staglia la facciata del Grande Tempio, alta 30 metri, larga 38 e profonda circa 65. La facciata è scavata nella roccia e  riprende lo schema del pilone che abbiamo visto nelle varie visite ai templi. Sono quattro le statue, anch’esse scavate nella roccia, che troneggiano imponenti. 

Ogni statua è alta circa 20 metri e la loro posizione regale, secondo gli antichi, voleva simboleggiare la potenza e l’immortalità del re. Ramesse II, seduto con il copricapo regale, è raffigurato con il volto sorridente ed una lunga barba. Tra una statua e l’altra sono scolpite delle figure più piccole che rappresentano la famiglia di Ramesse II. Dalle figlie, alla madre a Nefertari, sua moglie. Sopra il portale della facciata, in una nicchia incassata nella roccia, troviamo un’altra figura che raffigura il dio Ra. 

Ancora qualche scatto e ci avviamo lentamente su per quei gradini bassi che ci portano fino all’ingresso del tempio.

Qui lo stupore si centuplica… siamo nell’immensa

Sala Ipostila

dove, con lo sguardo all’insù, guardiamo basiti quegli otto colossi, alti quasi 10 metri, che ci sovrastano. Le statue sono addossate ai pilastri e Ramesse II è raffigurato nelle sembianze del Dio Osiride.

Le quattro statue di sinistra portano la corona bianca dell’Alto Egitto mentre quelle di destra portano una doppia corona che rappresenta l’unione dell’Alto e del Basso Egitto.

Qui è un susseguirsi di incisioni presenti ovunque. Sui pilastri,  sulle pareti laterali e sul soffitto della navata centrale.

Sono raffigurate scene militari alcune delle quali sono molto dettagliate e illustrano le varie fasi della battaglia condotta da Ramesse II contro gli Ittiti nel V anno del suo regno.

Man mano che si avanza il suolo si alza ed i soffitti si fanno sempre più bassi.

Si giunge in un secondo ambiente…

il Vestibolo

Qui le colonne sono quattro anch’esse fittamente decorate con  scene gioiose che mostrano il Re abbracciato da diverse divinità.

Sulle pareti sono soprattutto  raffigurate scene di cerimoniali religiosi.

Tre porte laterali c’introducono nella piccola  sala delle offerte  dove troviamo scene di adorazione.

Per ultimo eccoci nel cuore del Grande Tempio

il Sacrario

Al centro del Sacrario, dietro un altare, notiamo quattro statue tagliate nella roccia che rappresentano Harmakhis, Ramess II, Amon Ra e Path. Sono gli dei protettori delle grandi città d’Egitto. Qui due volte l’anno, grazie all’orientamento del tempio calcolato con estrema precisione dallo studio di antichi architetti egizi, si può assistere al “miracolo del sole”. Questo fenomeno si ripete ogni 22 ottobre ed ogni 22 febbraio. Le statue si celano nell’ombra perenne e solo in queste due date i raggi del sole nascente  penetrano nel tempio illuminando le statue sedute sul loro trono. Il primo raggio di sole illumina il volto di Ramesse II. Secondo gli antichi Egizi il sole ricaricava di energia la figura del faraone. Solo il Dio Path, il dio delle tenebre, non viene mai illuminato.

Dopo così tanto parlare del Tempio dedicato a Ramesse II spenderò solo due parole per il Tempio di Hathor, ovvero il Piccolo Tempio. 

Anche questo tempio fu edificato per volere di Ramesse II che lo dedicò a sua moglie Nefertari. In facciata vediamo quattro statue che raffigurano il faraone e 2 che raffigurano la moglie. Tra le statue si possono notare delle figure più piccole che raffigurano i figli di Ramesse e Nefertari. 

Una piccola curiosità. Questo è l’unico tempio egizio dove una regina ha la stessa grandezza del faraone, segno di un amore veramente grande. Almeno così ci piace pensare.

Dalla porta centrale si accede alla sala ipostila dove ci sono sei pilastri, alti più o meno 3 metri, disposti su due file.

Sui pilastri e sulle pareti ci sono iscrizioni che raccontano la vita del faraone e della regina e alle pareti vi sono scene delle offerte e dei sacrifici che la coppia fa agli Dei.  E’ un interno sicuramente più semplice di quello del Grande Tempio ma non per questo meno bello o meno interessante.

Ultimata la visita si sale a bordo di mini car e si ritorna verso l’uscita. Un pranzo veloce e si riparte verso Assuan. Eravamo veramente cotti e le ore a seguire ci hanno messo a dura prova.

Dovete pensare che dopo tre ore di pullman siamo ritornati in motonave dove frettolosamente ci è stata servita una cena e poi via di corsa in aeroporto per imbarcarci sull’aereo che ci avrebbe portato al Cairo.

E’ stata un’avventura. Abbiamo bivaccato in aeroporto per più di 4 ore. Dovevamo arrivare in albergo più o meno alle 23 ed invece alle 2 eravamo ancora in attesa di partire. Il nostro volo era l’unico con un ritardo stratosferico. Che dire!! Un’esperienza negativa che mi fa mettere Air Cairo nella lista delle cose da evitare in un tour in Egitto. Pazienza, quando si è in vacanza si supera tutto.  Il Cairo ci attendeva per regalarci tante nuove emozioni.

21 thoughts on “Esplorando i Templi di Abu Simbel: Un Viaggio nella Storia

    • Il posto è veramente spettacolare e non ci sono parole per descriverlo. Statue enormi, scene molto dettagliate incise nelle colonne e sulle pareti. Non finisci di stupirti nell’ ammirare simili magnificenze. Questo viaggio mi ha fatto emozionare molto. Un abbraccione e buon week end. 🙂

      Piace a 2 people

  1. Ma è stupendo il tempio di Abu Simbel, 🤩!
    Le statue intagliate nella roccia sono incredibili: altissime e perfette in ogni dettaglio.
    Vederle dal vivo dev’essere stato un’emozione davvero immensa e che lascia incantati, 🤩.
    Meravigliose anche le statue nella Sala Ipostila: come sembrano piccole piccole le persone in confronto a quei giganti di roccia.
    Molto dettagliate anche le incisioni, sia nel tempio di Abu Simbel che in quello di Nefertari, 👍: adoro sempre di più ogni tappa di questo viaggio, 🔝🔝🔝!
    Mi dispiace che abbiate avuto quell’inconveniente con l’aereo: mi sa che, come si dice, “tutto il mondo è paese”, 😔.
    Ed ora Il Cairo! Non vedo l’ora di proseguire questo viaggio e scoprire quale sorprese ci saranno nella prossima tappa, 😉.
    Buona serata e buon weekend carissima Bea, baciii, 😘😘😘😘!

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  2. Bellissimo anche questo resoconto, cara Bea! Ho solo un’incertezza: tu parli del dio Path, mentre io ricordo che un dio si chiamava Ptah… forse ricordo male io, o forse è un tuo errore di battitura? Detto questo, che dire? Questo viaggio (aqnche se virtuale) in Egitto è meraviglioso!! Grazie, Bea! ❤

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  3. Pingback: Egitto, si parte alla scoperta della “Terra dei Faraoni” | Viaggiando con Bea

  4. Pingback: Il Cairo: la magia di un viaggio tra storia e colori | Viaggiando con Bea

    • Sogno-progetto!? Cosa intendi? Io non ho ancora finito di sognare e continuare a viaggiare per conoscere sempre di più. Ormai, come dicevo nel mio commento precedente, non devo saltare un anno perché gli anni passano e chissà per quanto tempo avrò ancora quest’energia. Ciaoooo

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