Esplorando le Magiche Grotte di Frasassi

A pochi chilometri dal delizioso paesino di Genga troviamo le Grotte di Frasassi.

Puntate il navigatore verso località San Vittore  dove, circondata da montagne e boschi, si erge l’Abbazia di San Vittore alle Chiuse, uno dei più significativi monumenti romanici delle Marche. La Chiesetta, realizzata in pietra calcarea, risale all’XI secolo ed il suo semplicissimo interno presenta una pianta a croce greca. Le tre navate sono suddivise da robusti piloni cilindrici.  La facciata è caratterizzata da una torre cilindrica e da un alto torrione quadrangolare.  A destra della facciata, all’interno di un antico convento, è stato allestito il Museo speleo-paleontologico ed archeologico dove potrai fotografare un interessante fossile di ittiosauro.

Adesso acquistiamo i biglietti ed attendiamo la navetta che ci porterà fino all’ingresso delle Grotte . Una visita guidata di circa 75 minuti ci attende per farci scoprire uno dei complessi carsici più interessanti della nostra bella Italia.

La visita si svolge lungo un percorso attrezzato di circa 1.500 metri che si snoda tra enormi sale, tra un reticolo di grotte, cunicoli e piccoli laghi. Un insieme di stalattiti che si tuffano nel vuoto  e di una miriade di stalagmiti che s’innalzano verso le volte. Quando capita che le stalattiti si uniscono alle stalagmiti  danno vita a quelle concrezioni che si chiamano “colonne”.

All’interno delle grotte troviamo  una  temperatura  costante di 14 gradi. Adesso venite virtualmente con me ed entrate, scatto dopo scatto, in un mondo che vi lascerà storditi da così tanta bellezza.

Curiosando qua e là su internet, per cercare di trascrivere ciò che ci è stato spiegato nel tour guidato, ho trovato un interessante sito web creato da Giancarlo Cappanera , speleologo del Gruppo Speleologico Marchigiano del C.A.I di Ancona, il quale cerca di trasferire, con parole semplici, le emozioni provate da un gruppo di studenti nello scoprire un così maestoso ambiente sotterraneo.

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Ci racconta una storia che si legge tutta d’un fiato e dà corpo al percorso che percorreremo virtualmente insieme.  Il merito di questa grande scoperta va a Rolando Silvestri che nel 1971 frequentava uno dei corsi di introduzione alla Speleologia tenuti da Cappanera e che quasi per caso, attraversando le pendici Nord del monte Vallemontagnana, individuò  un piccolo imbocco nel terreno.  Con l’aiuto di alcuni amici e sotto la guida di Cappanera riescono ad aprirsi un varco dove l’aria che si percepiva fece intuire al gruppo che ci doveva essere un ambiente molto più grande e questa intuizione li portò a scoprire la grotta gigantesca alla quale diedero il nome di Grotta Grande del Vento. Con una successiva spedizione, avvenuta con attrezzatura adeguata, fu portata alla luce un’altra enorme cavità alla quale diedero il nome di Abisso Ancona e l’emozione che gli speleologi provarono nello scoprire la bellezza di quell’ambiente la si percepisce leggendo l’articolo.

“Se non fosse stato per Rolando” Cappanera si domanda …
“chissà quanti decenni sarebbero passati, senza la sua indicazione, prima di scoprire la Grotta Grande del Vento”

E’ una storia scritta nei minimi dettagli dalla quale, ancora oggi, dopo più di cinquant’anni trapela l’emozione provata da chi per primo è entrato in queste cavità.

Una storia emozionante che vale la pena di leggere. 

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La visita inizia dall’ Abisso Ancona, una cavità lunga 180 metri, larga 120 ed alta 240,  che sicuramente è tra le più grandi d’ Europa e forse anche del mondo.   

20241209_114856Le forme bizzarre delle concrezioni, rese ancora più suggestive dalle illuminazioni, hanno dato il nome agli ambienti che s’incontrano lungo il percorso turistico. Ti capiterà di fotografare una colata bianchissima di calcite che tanto ricorda il salto delle Cascate del Niagara, da qui il nome “Niagara”.

0B5A2570Si va avanti e, al centro dell’Abisso, ecco dinanzi a te un gruppo di stalagmiti il cui diametro raggiunge i 5 metri e l’altezza arriva fino a 20 metri. A questo gruppo di concrezioni è stato dato il nome di “Giganti

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Adesso volgi lo sguardo all’insù ed osserva il punto da dove gli speleologi si sono calati nel 1971
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La volta si abbassa e si accede alla Sala dei Duecento, chiamata così semplicemente perché il percorso per giungere alla sala successiva è di 200 metri.  Qui le concrezioni assumono un colore tendente al rossastro dovuto alla componente ferrosa di cui sono costituite.

Tra tutte queste forme bizzarre in questa sala ce n’è una particolarmente affascinante chiamata il “castello delle streghe” di un colore rosso acceso.

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Passiamo dinanzi ad una stalattite che misura 7,40 metri e che è chiamata “Spada di Damocle” si va avanti ed ecco “l’Obelisco” una stalagmite alta 15 metri.

 

Prima di giungere alla sala successiva la guida ci fa notare una colata dai mille colori che vanno dal bianco, al color ocra e al rosa con sfumature che tendono al grigio cenere. E che dire di quelle strane striature grigiastre che vengono chiamate fetta di lardo e fetta di pancetta?

Quando giungi al bordo del laghetto non si può non rimanere affascinati dalla “sala delle candeline”.  Qui le stalagmiti sono molto sottili e, grazie ad un magnifico gioco di luci, si riflettono sull’acqua creando un’atmosfera di pura magia.

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La magia della visita credo si sia esaurita proprio con quest’ultima sala anche se la Sala dell’Orso ha comunque colpito la nostra fantasia con quell’immagine dell’orso che sembra avventarsi su di noi che, ignari, passiamo sotto il suo muso.

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La visita è giunta al termine e tu, ammaliato, vorresti ritornare sui tuoi passi per fotografare ancora e ancora le bellezze che si presentano dinanzi a te.

Per saperne di più su orari e costi visita il sito ufficiale delle Grotte di Frasassi. https://www.frasassi.com/

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