Come dicevo nel mio post precedente, uscendo dalla Basilica di San Pietro e mantenendo sempre la sinistra, si costeggiano esternamente le mura della Città del Vaticano e si arriva all’entrata dei Musei Vaticani, uno dei poli museali più importanti al mondo.
Abbiamo esibito il voucher del nostro tour guidato e, senza un minimo di coda, eravamo già pronti per vedere opere artistiche di incomparabile valore. Un grazie va sicuramente alla nostra preziosa guida, Chiara, che ha saputo catturare la nostra attenzione con il suo modo genuino di esporre la storia di tutte le bellezze che abbiamo visto. E’ stata talmente brava che, ancora oggi, con un sorriso sulle labbra, ricordo la sua ricerca nei dipinti di un cagnolino piccolo piccolo molto simile al Chihuahua che Cosimo Rosselli aveva dipinto in più di un affresco presente nella Cappella Sistina. La visita è stata molto interessante. Unico disappunto, l’impossibilità di fare degli scatti soddisfacenti a causa delle teste che si frapponevano tra l’obiettivo della mia Canon e l’oggetto che dovevo immortalare. La visita ai Musei Vaticani è una tappa imperdibile in un tour della città eterna. Credo sia indispensabile prenotare un tour guidato in quanto potrebbe diventare dispersivo non avere qualcuno che ti porta da una stanza all’altra facendoti notare particolari che potrebbero altrimenti sfuggire.
Io ho prenotato il mio tour direttamente sul sito ufficiale dei musei vaticani e mi sono trovata bene anche grazie alla professionalità di Chiara. Ho preso nota del suo recapito telefonico (cell. 3396638768) perché, se dovessi mai ritornare a Roma, la vorrei ancora come guida.
La visita inizia da una delle postazioni interattive che mostrano le magnificenze della Cappella Sistina.
All’interno della Cappella non si può sostare a lungo, non si può fotografare e non si può parlare, questo è il motivo per cui ogni guida ti racconta, per più di mezz’ora, la storia di questa meraviglia facendo scorrere delle immagini che, purtroppo, tu non potrai mai immortalare dal vivo. La Cappella Sistina, cappella privata dove si tengono i conclavi per l’elezione del Papa, è sicuramente l’ambiente più celebre di tutti i Musei Vaticani proprio grazie agli innumerevoli cicli di affreschi presenti sulle pareti. Fu costruita nel 1475-81 sotto Sisto IV ed è di questo periodo la transenna marmorea che divide in due parti la Cappella. Gli affreschi che raffigurano Episodi della vita di Mosè, presenti sulle pareti, sono opere dei maggiori artisti toscani di fine ‘400. Ma veniamo alla Volta. E’ spettacolare. Michelangelo iniziò il lavoro, per Giulio II, il 10 maggio del 1508 e lo ultimò il 31 ottobre del 1512. Non c’è uno spazio vuoto, è un susseguirsi di scene che ti lasciano a bocca aperta. Spostiamo il nostro sguardo verso la Parete dell’altare. Anche qui Michelangelo ha lasciato un segno indelebile della sua bravura affrescando, per Paolo III, il Giudizio Universale, interpretazione pittorica dell’apocalisse.
Per volere di Pio IV le nudità di alcune delle figure rappresentate da Michelangelo e ritenute a quell’epoca scandalose furono ricoperte con delle braghe da Daniele da Volterra soprannominato, per tale motivo, il “Braghettone”. Questa è una delle tante chicche che ci ha fatto notare la nostra super guida…
Dopo questo breve racconto di un’opera grandiosa, la visita ha inizio. Il primo scatto va sicuramente dedicato alla Scala a doppia spirale elicoidale, progettata nel 1932 da Giuseppe Momo.
Si prosegue verso le terrazze per uno sguardo verso i giardini
e poi si giunge al primo stop della visita, il Cortile della Pigna.
E’ uno spazio aperto di circa 300 metri quadri che confina con i corridoi e le sale del museo. Deve il nome all’enorme pigna in bronzo posta su un ripiano della scalinata a doppia rampa sotto il nicchione di Bramante. Quest’opera venne realizzata nel II secolo dopo Cristo da Publio Cincio Savio e persino Dante Alighieri la cita in uno dei suoi passi dell’ “Inferno” paragonandola, per le sue dimensioni, alla grande faccia del gigante Nembrot
“la faccia sua mi parea lunga e grossa come la pina di San Pietro a Roma … “ (Inferno XXXI, 58-60).
Adesso giriamoci e voilà… di fronte a noi, illuminata dai raggi del sole, troviamo una scultura molto recente e precisamente troviamo una delle sfere circolari realizzate dall’artista contemporaneo Arnaldo Pomodoro.
Due epoche storiche differenti, due opere entrambe realizzate in bronzo, entrambe con un loro significato ed entrambe meravigliosamente belle.
Il secondo stop della visita è dedicato al Museo Pio Clementino. Fu voluto dai papi Clemente XIV e Pio VI per raccogliere sculture greche e romane appartenute alle loro collezioni. Si parte dal Cortile Ottagono, in passato detto Cortile delle Statue. Qui gireremo lo sguardo a 360° ed ammireremo un delizioso susseguirsi di sculture tra cui il Sarcofago di Lucio Cornelio Scipione, la Statua di Divinità Fluviale in posizione semi-giacente databile all’età adrianea, l’Apollo del Belvedere e, assolutamente da non perdere, il gruppo scultoreo del Laocoonte.
Le ultime due sculture, da me menzionate, sono presenti in quest’area sin dalla prima metà del Cinquecento.
Il Laocoonte è un personaggio della mitologia greca. In questo gruppo marmoreo è raffigurato il momento in cui il sacerdote, in seguito ad una punizione divina, viene stritolato, insieme ai suoi due figli, da due serpenti. Dopo aver immortalato in uno scatto la potente drammaticità di quei volti e di quei possenti muscoli, il giro continua verso la Sala degli Animali.
In questo ambiente, creato tra il 1775 – 1799, vi confluirono opere antiche di piccole e medie dimensioni il cui tema era legato esclusivamente al mondo della natura e della caccia. L’intento era quello di creare uno “zoo di pietra”.
Facendoci strada tra il via vai dei turisti si giunge alla Sala delle Muse. Aperta al pubblico nel 1784, venne ideata per esporre una serie di sculture ritrovate nella Villa di Cassio nei pressi di Tivoli. Anche gli affreschi nelle volte rappresentano Apollo e le Muse che appaiono ispiratori delle arti.
La sala successiva è la Sala Rotonda,
completata nel 1779 su progetto di Michelangelo Simonetti. Il soffitto emisferico è stato ideato ad imitazione del Pantheon adrianeo.
Girando lo sguardo a 360°, nella sala si susseguono una serie di nicchie dove trovano posto statue colossali di grande interesse e semi-colonne che sorreggono busti di grandi proporzioni. Il pavimento è costituito da un mirabile assemblaggio settecentesco di mosaici dei primi decenni del III secolo d.C. Al centro della sala è collocata una grande tazza in porfido rosso.
Anche la Sala a Croce Greca venne progettata da Michelangelo Simonetti e rappresentava il vestibolo di ingresso al Museo Pio Clementino. Da notare i due Telamoni in granito rosa posti ai lati della sala e databili agli inizi del I secolo d.C. dove furono collocate le spoglie di Elena e Costantina rispettivamente madre e figlia dell’imperatore Costantino.
Al centro del pavimento bellissimo mosaico raffigurante il busto di Atena.
Al centro della Sala della Biga, progettata dall’architetto Giuseppe Camporese, troneggia una monumentale biga marmorea circondata, lungo le pareti, da statue e sarcofagi di soggetto atletico.
Da questo ambiente si sale verso le gallerie. Un susseguirsi di statue, sarcofagi e complementi d’arredo nella Galleria dei Candelabri
ma niente a confronto della bellezza che si presenta dinanzi ai nostri occhi nella Galleria degli Arazzi.
Ci lasciamo alle spalle l’arte classica per entrare in pieno Rinascimento. Questa galleria “riunisce gli arazzi con Scene della vita di Cristo che furono tessuti a Bruxelles da Pieter Van Aels su cartoni di allievi di Raffaello detti della Scuola Nuova”. (info prese dalla mia fedelissima guida touring).
Questi bellissimi arazzi furono esposti, per la prima volta, nel 1531 nella Cappella Sistina.
La galleria seguente è qualcosa di superlativo, siamo nella Galleria delle Carte Geografiche.
Situata lungo il percorso che ci porta fino alla Cappella Sistina, è sicuramente una delle parti più suggestive dei Musei Vaticani. Venne realizzata tra il 1581 ed il 1583 e rappresenta una testimonianza delle conoscenze geografiche di quell’epoca. Lungo i suoi 120 m di lunghezza si possono ammirare carte geografiche di tutte le regioni d’Italia, di alcune città e si conclude con le mappe generali dell’Italia Antiqua, cioè dell’epoca imperiale, e dell’Italia Nova cioè del XVI secolo.
In corrispondenza di ogni mappa di regione sul soffitto si potranno ammirare le rappresentazioni dei principali eventi religiosi avvenuti in quella regione. La bellezza della volta non potrà che lasciarci a bocca aperta.
Da qui è stata una vera corsa contro il tempo. Facendoci largo tra la miriade di turisti si volava da una sala all’altra e, a questo punto, non ho capito più nulla. Per fotografare quelle pareti così ricche di dipinti ogni tanto perdevo il gruppo. Cercavo di capire che sala stessi fotografando immortalando i pannelli esplicativi. Ho visto delle sale magnifiche. I dipinti fuoriuscivano, come per magia, da pareti e da soffitti. Insomma avrei dovuto dedicare ore ed ore per capire la storia e la magnificenza di ciò che stavo guardando.
Una delle prime sale che incontriamo è la Sala dell’Immacolata, una sala voluta da Papa Pio IX in seguito alla proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione avvenuta l’8 dicembre del 1854. Per l’occasione Papa Pio IX affidò l’incarico a Francesco Podesti che la progettò in tutte le sue parti partendo dalla volta con scene allegoriche che alludono alle virtù della Vergine.
Dalla Sala dell’Immacolata si giunge al cuore degli appartamenti papali voluti da Papa Giulio II e noti come le stanze di Raffaello o conosciute anche come Stanze Vaticane. Il Papa commissionò a Raffaello la realizzazione delle quattro stanze a inizio ‘500. I lavori iniziarono nel 1508 e proseguirono fino alla sua morte nel 1520. E adesso vi presento le 4 sale.
1) Si parte dalla Stanza della Segnatura, dove si riuniva il Tribunale della Santa Sede. Qui la nostra Chiara ci fa notare che troviamo gli affreschi più famosi di Raffaello. Dal sito del Museo del Vaticano leggo che… “nella volta della Stanza della Segnatura sono raffigurati i quattro rami del sapere: Teologia, Filosofia, Giustizia e Poesia. Nelle pareti sono rappresentate le tre massime categorie dello spirito umano: il Vero, il Bene e il Bello”
Chiara ci fa notare che la “Scuola di Atene” rappresenta il momento di massimo livello della pittura di Raffaello e ci dice che qui Platone concilia la visione filosofico scientifica con il pensiero Cristiano. E’ lo scienziato che non esclude la spiritualità. Chiara la trova un’immagine potentissima e con il suo entusiasmo ci trascina letteralmente dentro il dipinto.
2) La Stanza di Eliodoro era utilizzata da Giulio II per le udienze private. Sempre dal sito del Vaticano leggo che “Raffaello dipinse nelle pareti quattro episodi biblici: Cacciata di Eliodoro dal tempio, la Messa di Bolsena, la Liberazione di San Pietro e l’Incontro di Leone Magno con Attila”.
Altra opera di gran valore è la liberazione di San Pietro dal Carcere … “pensa che il restauratore” dice Chiara “mi ha svelato un segreto … Raffaello ha dipinto in affresco l’opera, ma per evitare che la grata nera fosse in diversi toni, dovuti alle diverse giornate di lavoro, la dipinse a secco in sovraimpressione” e poi compiaciuta sussurra “era pazzesca la precisione di Raffaello”. Per me questa è una chicca che rende ancora più unica la visita ai Musei Vaticani.
3) Sala Costantino, destinata a ricevimenti e cerimonie ufficiali, venne decorata dagli allievi di Raffaello sulla base di suoi disegni in quanto Raffaello morì prima della fine dei lavori. Sulle pareti sono raffigurati episodi della vita di Costantino primo imperatore romano che riconobbe ufficialmente la religione cristiana. Poi c’è un susseguirsi magnifico di figure di pontefici fiancheggiate da figure allegoriche.
4) L’ultima stanza del percorso, prima di giungere alla tanto attesa “Cappella Sistina”, è quella dell’Incendio di Borgo. Questo affresco, unitamente agli altri affreschi presenti nella stanza, furono realizzati da Raffaello e dai suoi allievi tra il 1514 ed il 1517, mentre nella volta si possono ammirare dei dipinti realizzati dal Perugino. Gli affreschi alle pareti raffigurano quattro storie, l’Incendio di Borgo, l’Incoronazione di Carlo Magno, il Giuramento di Leone III, e la Vittoria di Leone IV sui Saraceni a Ostia.
L’affresco relativo all’Incendio di Borgo, raffigura un episodio drammatico dell’847 accaduto intorno alla Basilica di San Pietro dove i saraceni saccheggiano San Pietro ed incendiano il quartiere limitrofo. Il Papa è collocato nei piani inferiori affacciato alla finestra di un palazzo con architetture bramantesche.
Il percorso verso la Cappella Sistina è sempre più corto ma, in quel momento, sembrava interminabile. Una galleria dopo l’altra che fotografavo nella speranza di poter fare un reportage degno di Bea ma, ahimè, temo che questo reportage possa proprio annoiare. Qui ci devi venire per carpire la magica bellezza del luogo e poter, tu stesso, ascoltare la voce narrante di una guida come Chiara.
L’ingresso nella Cappella Sistina è stato traumatizzante. Avevi tutta quell’arte intorno a te, avresti voluto realizzare uno scatto ma non si poteva 😦 Le persone erano ammassate le une alle altre e così abbiamo desistito dall’intento di poter ammirare, in tutta tranquillità, la “volta” così sapientemente decorata da Michelangelo con le storie della Genesi e altri soggetti dell’Antico Testamento. Uno sguardo a 360° e poi di corsa fuori a respirare a pieni polmoni quell’aria tiepida tipicamente primaverile.

favolosi!
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Grazie carissima. Ti abbraccio caramente e a presto.
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Wow, 🤩! Un viaggio tra foto e narrazione davvero ricco di informazioni, dettagli e curiosità, 👍👍👍. Mentre leggevo mi sembrava di poter ammirare quello che tu hai visto dal vivo, 🙂. Hai scatto tantissime e bellissime fotografie: bravissima cara Bea, 👏👏👏! Il tuo reportage, per quanto mi riguarda, non l’ho trovato affatto noioso ma molto interessante e istruttivo, ☺️. Un grande abbraccio, 🤗. Baci baci 😘😘.
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E’ bello leggere i tuoi commenti cara Eleonora. Peccato che io non riesca a fare altrettanto causa mancanza di tempo. Ti abbraccio caramente e grazie di esserci sempre. Un bacio
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No problem cara Bea, 😉. Un abbraccione grande grande anche a te e tanti tanti baci, 😘😘😘😘😘🤗🤗🤗🤗🤗🤗.
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