Pianosa … la piccola isola a due bracciate dall’Elba

Complice una splendida giornata settembrina io, Dario, Carla e immancabilmente il mio Lui, abbiamo deciso di concederci una gita verso Pianosa. Quest’ isola nota anche per il suo carcere di massima sicurezza, ormai in disuso dal 1998, fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. La motonave Acquavision effettua delle corse giornaliere con partenza alle 10,15 da Marina di Campo e rientro alle 17,00. Man mano che la motonave si avvicina, quella sottile linea all’orizzonte, che si mimetizza tra le nuance di azzurro del cielo e del mare, prende forma lasciando intravedere l’isolotto della Scola e l’antico borgo. Sull’isola è vietato girare in autonomia e quindi è necessario acquistare uno dei tanti tour organizzati dalle guide. Puoi concederti un giro in bici di 2 ore al costo di 18 euro oppure un giro in calesse. Noi abbiamo optato per un percorso naturalistico di circa un’ora e trenta.

Partendo dalla Chiesa di San Gaudenzio, ristrutturata ed affrescata nel 1942 da un detenuto della colonia penale, abbiamo raggiunto le strutture carcerarie dismesse e …

successivamente, passeggiando tra i muri a secco, siamo arrivati al mare.

Ci siamo soffermati a fotografare ora uno scorcio dai riflessi turchesi, ora la chiara roccia calcarea, ora la macchia mediterranea piena di lentischi e ginepri fino a giungere a Punta Secca.

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Soffermiamoci a parlare di quest’isola che mi ha lasciata alquanto perplessa. Per conoscerla e capirla fino in fondo credo sia necessario conoscere la sua storia. Leggo su Wikipedia che l’isola fu abitata sin dall’epoca preistorica e  venne utilizzata come luogo di deportazione dall’epoca romana. Nel 1856 il Granducato di Toscana decise di istituire sull’isola una colonia penale agricola dove mandare i detenuti destinati ai lavori nei campi. Nel periodo fascista il carcere rimase attivo e tra il 1931 ed il 1935 venne incarcerato, per motivi politici, Sandro Pertini. Nel 1968 il carcere venne trasformato in un penitenziario di massima sicurezza dove vennero rinchiusi terroristi e pericolosi mafiosi. La popolazione fu completamente evacuata e Pianosa divenne, per lungo tempo, una fortezza inaccessibile a tutti e gli unici abitanti erano gli agenti di custodia, polizia e detenuti. Nel 1997 fu portata a termine la ristrutturazione della caserma destinata alla Polizia di Stato e questa caserma, mai utilizzata, oggi la vediamo noi turisti ed è inevitabile pensare a quanti soldi spesi per nulla.  Il carcere di massima sicurezza di Pianosa fu definitivamente chiuso nel 1998 e dal 1999 l’isola è stata aperta alle visite guidate.

Dopo questo breve riassunto della grande storia di questo piccolo lembo di terra di soli 10 kmq vediamo cosa offre l’isola alla moltitudine di turisti che puntualmente arrivano con le motonavi di Acquavision. Non appena si attracca il turista è inevitabilmente attratto dal magnifico colpo d’occhio che si ha sul promontorio.

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La sua architettura con le deliziose torri merlate che si intravedono tra i raggi del sole accende la fantasia del fotografo e del turista. Il vecchio porticciolo considerato il più bello del mondo ti affascina ma, ahimè, non è così.

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Con il senno del poi forse avremmo dovuto acquistare il percorso guidato del centro storico e avremmo potuto vedere i cunicoli di Catacombe Cristiane che ci avrebbero portato indietro di millenni. Forse avremmo dovuto ascoltare la voce narrante della guida per meglio comprendere perché tanta bellezza si sta sgretolando insieme alle mura del borgo.  Facciamo due passi tra le strade vuote di questo borgo fantasma e

perplessi guardiamo quei cartelli arrugginiti con antiche didascalie. Le imposte sbattono al vento e tutto appare chiaramente in uno terribile stato di abbandono. Ci sono cartelli che ti avvertono di girare con attenzione perché gli “edifici sono vetusti e pericolanti”.

Oggi l’isola è abitata da meno di venti persone. Una cooperativa formata da volontari e detenuti in regime di semi-libertà, gestisce l’unico bar-ristorante dell’isola. Girando tra questo pugno di case vuote noti la tristezza negli occhi di chi è rimasto qui coraggiosamente aggrappato al sogno di rivedere l’isola ritornare al suo antico splendore. L’associazione per la difesa dell’Isola di Pianosa ogni anno allestisce una preziosa mostra fotografica che mostra a noi turisti com’era bello il borgo con quelle torrette merlate e con quelle dame che con i loro ricchi vestiti approdavano sull’isola.

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Quest’isola silenziosa che ti abbaglia con quel mare cristallino e ti affascina con la sua storia non deve essere abbandonata. E’ necessario fare qualcosa e non lasciare da sole le persone che abitano e amano questa terra e che vorrebbero trasformarla in un centro di agricoltura e di  allevamenti biologici.

Un tuffo rigenerante nelle acque di Cala Giovanna conclude questa gita che ha lasciato un piccolo segno nel mio cuore.

Un grido soffocato avrebbe voluto dire:

“facciamo qualcosa, non lasciamo morire le bellezze naturali e storiche del nostro paese” 

 

27 thoughts on “Pianosa … la piccola isola a due bracciate dall’Elba

  1. E’ proprio bella, peccato che sia lasciata andare, hai ragione bisogna aiutare i pochi abitanti che sono rimasti in quel paradiso, un abbraccio Bea, buonanotte e grazie dei racconti bellissimi di viaggi che ci regali, ❤

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  2. Dalle tue foto si percepisce la bellezza di quest’isola; peccato però che sia lasciata un po’ allo sbando…! Complimenti! Buona giornata dolce Bea! 😉

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  3. E’ un peccato che lascino andare in rovina dei luoghi così, fanno parte del patrimonio Italiano e potrebbero essere sfruttati sia per turismo che per tante iniziative a volerlo.

    Buona giornata!

    ________________________________

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  4. E ha lasciato un piccolo segno anche nel mio cuore: l’ho visitata attraverso le tue parole e le tue immagini e sono tornato alla mia realtà con un senso di vuoto e di abbandono nel cuore. Speriamo che quei luoghi possano risorgere, pur rimanendo incontaminati dalla mano speculatrice dell’uomo.

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  5. Ottimo post cara Bea. Dev’essere proprio bella quest’isola, il mare e le calette soprattutto. Per il resto la penso come te: i luoghi dell’uomo, quando dall’uomo sono abbandonati, perdono l’anima, diventano malinconici.

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    • Andrea è sicuramente bella ma, ahimè, a Pianosa non puoi fermarti dove vuoi per un bagno. Puoi girarla solo con percorsi guidati e non puoi vedere tutto. Il bagno lo si può fare solo a cala giovanna e per mangiare c’è solo un bar con un solo tipo di panino. Si potrebbe fare molto di più per il turista. Notte 🙂

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  6. Hai ragione mia cara. Abbiamo bellezze che trascurate, marciscono al sole. Un vero peccato. Se non ci fosse il Fai ad occuparsi di un recupero quanto mai importante, penso che tutto andrebbe rovinosamente nel dimenticatoio. Un bacione e complimenti per queste foto e le notizie. Isabella

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