Andalusia, Ronda la perla dal cuore arabo

“La perla dal cuore arabo”

è così che la definisce la mia fedelissima guida touring.

Oggi la nostra vacanza Andalusa si conclude con la visita di Ronda,  punto di partenza ideale per seguire la “Ruta de los Pueblos Blancos”ed andare alla scoperta di tutti quei paesini chiamati Pueblos Blancos per le case imbiancate a calce che si affacciano su stretti e tortuosi vicoli.

Un breve accenno sulla storia di Ronda, una delle più antiche città Andaluse.

Venne fondata dai Celti verso il IV secolo a.C.  L’antica Arunda, così venne chiamata dai Celti. Nel corso dei secoli passò sotto il dominio fenicio, poi fu conquistata dai greci che cambiarono il nome in Runda  ed infine, in epoca romana, divenne un importante insediamento militare. Fu con la conquista araba, nel 711, che Ronda visse un periodo di splendore e ricchezza ed ancora oggi la Ciudad conserva edifici di origine moresca. Nel 1485 la città venne conquistata dai Re Cattolici e, purtroppo, molti dei sontuosi palazzi, giardini e moschee costruiti durante il dominio arabo vennero trasformati o addirittura vennero distrutti.

Andando verso la Ciudad …

Attraversato il Puente Nuevo, il nucleo antico di Ronda, abbarbicato su uno sperone roccioso a picco sulla gola del Tajo, ti appare in tutta la sua bellezza.

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Il settecentesco ponte nuovo (alto 98 m e lungo 78) è la principale via di accesso alla Ciudad e con le sue tre arcate scavalca l’impressionante gola del Rio Guadalevìn. La gola, formata dall’azione erosiva del fiume, divide la parte antica di Ronda dal quartiere moderno del Mercadillo. 

IMG_2802 Il ponte è una delle icone di Ronda e la vista che si gode dalla sua sommità è imperdibile. I lavori per sua la realizzazione, iniziati nel 1758 e completati nel 1793,  furono affidati all’architetto spagnolo  José Martín de Aldehuela il quale realizzò anche la Plaza de Toros di Ronda. L’ambiente sopra l’arcata centrale, durante la guerra civile, venne usato come prigione ed oggi ospita un museo dedicato alla storia del ponte. Prima della realizzazione di questa magnifica opera d’ingegneria l’unico modo per attraversare la gola era scendere al sottostante Puente Vejo, realizzato nel 1606 in fondo alla gola, e salire a piedi dall’altra parte. 20221021_115128

Adesso zigzaghiamo tra gli stretti vicoli della Ciudad e ci lasciamo ammaliare da quel magico susseguirsi di case di un bianco candido. L’antico quartiere arabo conserva l’impianto medievale con strade strette e tortuose. E’ un susseguirsi di antiche dimore e conventi.

Il museo più importante di Ronda, il Museo Municipal,  si trova proprio nella Ciudad all’interno del grande Palacio de Mondragon. E’ inutile dire che noi, ovviamente, non abbiamo visitato questa meraviglia il cui interno pare sia un susseguirsi di patios in stile mudéjar. Tuttavia, con una piccola cifra di 3 euro, siamo riusciti a visitare la Casa de San Juan Bosco, oggi proprietà dei Salesiani.  Questo palazzo fu edificato nel 1850 e venne ristrutturato in stile modernista verso gli inizi del XX secolo.

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La casa conserva un bel patio decorato con piastrelle Nasridi ed una collezione completa di ceramiche regionali. Gli ambienti, arredati con mobili in legno intagliati a mano e con splendidi arazzi, sono molto raffinati. La chicca di questo edificio è  sicuramente il giardino

che, oltre ad offrire un piacevole mix di colori, gode di una vista mozzafiato sulla gola del Tajo e verso il Ponte Nuovo.

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Proseguendo si arriva dinanzi alla semplice facciata della Chiesa di Nostra Signora della Pace. Una chiesa molto piccola ma con un fascino particolare. La facciata, affiancata da un campanile settecentesco, risale al XVI secolo. L’edificio è a navata unica e sulla parete frontale è custodita l’immagine della Virgen de la Plaz, patrona di Ronda. Decorazioni con stucchi barocchi dorati.

Se ci fossimo spinti verso la riva del Guadalevin avremmo potuto visitare i Bagni arabi, uno degli elementi d’acqua musulmani meglio conservati in Spagna. Avremmo potuto scattare una foto verso il PonteArabo o Puente de San Miguel eretto dagli arabi nel XIV secolo. Pian piano si ritorna verso il Barrio de el Mercadillo dove è stato piacevole degustare ogni tipo di tapas nella bella Plaza del Socorro.

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Un giro veloce tra i vicoli del barrio, una volata in ascensore verso la terrazza panoramica dell‘Hotel Catalonia per uno scatto verso l’arena e verso i tetti di Ronda.

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Dulcis in fundo, percorrendo un piccolo tratto di Calle Virgen de la Paz giungiamo in una piazzetta adiacente a Plaza de Toros dove Juan ci stava aspettando per parlarci di Antonio Ordoñez Araujo e di suo padre Cayetano Ordoñez Aguilera, conosciuto come  “El Nino de la Palma”. L’11 dicembre del 1998 sulla sabbia dell’arena vennero disperse le ceneri di Antonio Ordonez considerato

“il più elegante, il più classico, il più rigoroso tra i matadores del XX secolo”

(pag. 122 guida touring)

Due grandi statue in bronzo, poste nella piazza adiacente a Plaza de Toros, ci ricordano non solo questi due leggendari matadores di Spagna ma anche l’amore che la città nutre nei confronti della corrida.

Plaza de Toros (Calle Virgen de la Paz)

Adesso scopriamo virtualmente insieme una delle arene più belle e più antiche di Spagna. Lasciamoci trasportare dall’emozione ed immergiamoci in una delle tradizioni più profonde dell’Andalusia.

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Plaza de Toros,  edificio neoclassico edificato tra il 1779 ed il 1784,   riveste una particolare importanza nella storia della corrida in quanto qui si sviluppò lo “Stile di Ronda” che si contrappone allo “Stile di Siviglia“. Dichiarata Bene di interesse culturale venne inaugurata nel 1785 in concomitanza con una corrida a cui partecipò Pedro Romero massimo esponente della moderna Tauromachia.

Plaza de Toros è anche sede della Real Maestranza de Caballeria de Ronda, una delle più antiche scuole di equitazione d’Europa. Molto interessante la visita all’interno dell’arena dove ci è stato spiegato il percorso che i tori fanno prima di giungere alla Plaza.

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L’edifico, realizzato in arenaria,  presenta cinque file di gradinate disposte su due piani sovrapposti e sorrette da 136 colonne che formano 68 archi e può ospitare circa 6.000 spettatori.

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Siamo giunti alla fine di un bel viaggio e domani non ci resta che dare uno sguardo a Torremolinos e poi via verso casa.

Andalusia, è uno di quei viaggi che, almeno una volta nella vita, va assolutamente fatto.

19 thoughts on “Andalusia, Ronda la perla dal cuore arabo

    • Maxi, tu che sei un instancabile girovago dovresti o prima o poi saltare su un low cost e volare verso la Spagna. Appassionato come sei d’arte non puoi perderti le meraviglie che ci sono in Andalusia. Luoghi magici, un bianco assoluto che ti abbaglia e che dire delle calde note del flamenco? Inoltre, tu che ami la buona cucina, qui trovi deliziosissime tapas ovunque. Un abbraccione 😉

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      • l’aereo se posso non lo prendo mai, mi sposto sempre in macchina, ad ogni modo vedrò, ho tante di quelle mete in programma che non mi basta nemmeno tutta la vita per farle, un anno farò un viaggio in macchina nel grande nord, pensavo di arrivare fino in Norvegia, poi un anno vorrei fare anche Mont Saint Michelle, insomma fin troppe mete, sono i costi che mi preoccupano, ho un progetto che mi sta portando via parecchio, a breve ne parlerò…

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        • Bellissime mete. Quando andrai in Bretagna e Normandia ricordati di guardare tutti i posti di cui ho parlato e crea il tuo itinerario. Anche Noi siamo andati in macchina facendo 1 stop lungo il percorso sia all’andata che al ritorno. Programmato quanto prima. È un viaggio meraviglioso. Ciao e a presto

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  1. Spettacolare questa tappa del viaggio, 🤩! Gli speroni rocciosi della gola del Tajo e la gola del Rio Guadalevìn ricordano tantissimo il Grand Canyon in America: stesse gole a picco, stessa fisionomia… per poter ammirare il paesaggio da quell’altezza una cosa è sicura: meglio non soffrire di vertigini, 😉. Le case, con il loro colore bianco, emanano luce splendente e sono molto belle, 😀. In generale sono rimasta affascinata da tutta questa tappa ma le gole e le case bianche sono quello che ho preferito di più, 🙂. Complimenti ancora per la narrazione e le foto carissima Bea, 👏👏👏👏👏! Baci baci 😘😘.

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  2. Pingback: Andalusia, il mio viaggio on the road | Viaggiando con Bea

  3. Ronda l’ho visitata alcuni anni fa e rappresenta per me il cuore più profondo della Spagna. Se nella moderna e cosmopolita Barcellona hanno vietato ogni forma di corrida, a Ronda resta tuttora come una grande attrazione turistica e non solo. Bellissima!

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    • Anch’io ho trovato Ronda molto affascinante. Quando si parla di Andalusia si pensa subito alle città più gettonate come Siviglia o Granada ma il vero cuore dell’Andalusia sono quei paesini bianchi che s’incontrano tipo Antequera. Posti stupendi che rimangono nel cuore. Grazie per il tuo commento sempre graditissimo;)

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