Val d’Orcia: si comincia con Pienza, gioiello rinascimentale

Lasciata alle spalle l’Abbazia di San Galgano, solo 60 km ci separavano da San Quirico d’Orcia. Mai scelta è stata più azzeccata per il nostro on the road in Val d’Orcia. Merita una parentesi l’Hotel Villa Art & Relais – Capitano Collection. E’ stata una vera sorpresa. In un primo momento non l’avevamo preso in considerazione in quanto ci sembrava poco charmant. Colori accesi, quadri super moderni ed invece ogni oggetto era inserito al posto giusto. Ho trovato la camera classic molto confortevole, ben insonorizzata e soprattutto pulita. Alessandro ci ha accolto con un largo sorriso e ci ha mostrato tutti i comfort che l’albergo metteva a disposizione dei propri ospiti ma ciò che più ci ha colpito è stato il suo modo simpatico di consigliarci caldamente una cena presso il loro ristorante “Antica Trattoria Toscana al Vecchio Forno“. Che dire!!! Ribadisco, scelta non fu mai più felice. Abbiamo trascorso due splendide serate e ci siamo sentiti coccolati per tutto il tempo.

Veniamo alla Val D’Orcia … nel 2004 è stata riconosciuta, dall’Unesco, Patrimonio Mondiale dell’Umanità. E’ una valle che non va vista per il tal borgo o la tal Chiesa. Qui è quel susseguirsi di sinuose colline che ti ammalia.

La natura non è stata minimamente scalfita. L’occhio spazia tra distese di fiori gialli, tra curve che serpeggiano dolcemente tra filari di viti o uliveti. Qua e là, come in un dipinto, minuscole chiesette, minuscoli borghi e filari di cipressi disposti lungo i viottoli di accesso alle cascine.

In Val D’Orcia non hai voglia di seguire un itinerario, ad ogni curva vorresti fermarti per immortalare paesaggi ameni che regalano un’inimmaginabile pace interiore. Imboccando la strada panoramica che ci porta a Pienza non potevamo non fare uno stop nel punto più fotografato della valle, la Cappella Vitaleta.

Scatto effettuato da Ila in Agosto

Si erge solitaria sulla sommità di un colle e la si raggiunge percorrendo una strada sterrata. Ciò che rapisce è il paesaggio, quasi surreale, che la circonda. Una facciata in pietra il cui portale è sormontato da un piccolo rosone.

Sulla parte posteriore dell’edificio si eleva un campanile con due celle campanarie.

Fino a poco tempo fa custodiva una statua della Madonna scolpita da Andrea della Robbia intorno al 1590, oggi la statua la si può ammirare all’interno della Chiesa della Madonna a San Quirico d’Orcia.

Si continua verso Pienza e qui ci prenderemo tutto il nostro tempo per assaporare l’atmosfera gioiosa che si respira in questo borgo d’impronta rinascimentale. Ci perderemo tra il dedalo di viuzze che costeggiano case e palazzi in pietra, ognuna con le loro porte in legno o deliziosi balconcini fioriti.

Una breve introduzione sulla storia di Pienza va fatta perché, a mio giudizio, è una storia affascinante. Originariamente era un piccolo borgo medioevale chiamato “Corsignano”, dove si era ritirata in esilio la famiglia senese Piccolomini. Nel 1405 qui nacque Enea Silvio Piccolomini, l’uomo che, divenuto Papa,  decise di trasformare il suo luogo natio in una “Città Ideale“. Fu l’architetto Bernardo Gambarelli, detto Rossellino, che s’ispirò agli ideali urbanistici del Rinascimento per realizzare, in soli tre anni, la Pienza di oggi nota come la città di Papa Pio II. Il cuore di Pienza è Piazza Pio II sulla quale si affacciano dei veri e propri gioielli architettonici. Dal Palazzo Borgia, oggi sede del Museo Diocesano, al Palazzo Comunale con la sua torre a due piani merlati.

Lasciamoci alle spalle il Palazzo Comunale e catturiamo con uno sguardo la bellissima facciata in travertino della Cattedrale e Palazzo Piccolomini.

Eretta nel 1459 sulle rovine dell’antica Pieve Romanica di Santa Maria, venne dedicata alla Madonna dell’Assunta. Per volere del Papa la Cattedrale doveva suscitare un forte impatto visivo ed in effetti il risultato è un meraviglioso gioco di arcate, colonne e portali, il tutto completato da un campanile ottagonale. Varchiamo il portale centrale e dinanzi a noi si aprono le tre navate illuminate dalla luce soffusa che filtra da alte vetrate gotiche.

Non perdete la visita guidata al Palazzo Piccolomini. Non vi sarà concesso far fotografie ma gli scatti verso il cortile a portico e verso il giardino pensile vi ricompenseranno.

Dalla loggia la vista sulla Val d’Orcia è impareggiabile.

Pienza non è solo Piazza Pio II. In questo borgo è bello passeggiare spensieratamente lungo Corso Rossellino ed ammirare le antiche case che vi si affacciano. Non perdete via delle Case Nuove in cui sorgono le case volute da Pio II per i cittadini più bisognosi. La maggior parte del tessuto edilizio del quartiere è costituito dalle tipiche abitazioni a schiera pre-rinascimentali, vedi via Dogali, che in primavera si colorano di fiori.

Dopo questo girovagare tra i vicoli di Pienza a caccia di scorci è giunto il momento di salire in macchina ed iniziare il nostro on the road in Val d’Orcia.

A chi non avesse fretta come noi si consiglia una visita alla Pieve di Corsignano. Vi si arriva a piedi da Piazza Dante scendendo per via delle Fonti. All’interno della Chiesa è conservato un antico fonte battesimale dove, si dice, fu battezzato Enea Silvio Piccolomini.

 

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