Pavia, Almo Collegio Borromeo

In occasione della “Giornata FAI di Primavera” sono ritornata a Pavia per scoprire una di quelle chicche nascoste che non ti aspetti di vedere. Nell’opuscolo che ci è stato consegnato all’ingresso compare l’immagine del rettore che, con un largo sorriso, dà il benvenuto a tutti coloro che varcano il portone  di  questo magnifico

“Palazzo per la Sapienza”

L’Almo Collegio Borromeo è il collegio universitario di merito più antico d’Italia. Progettato nel 1561 da Pellegrino Tibaldi per volere di Carlo Borromeo è uno dei palazzi più belli della Lombardia.  Venne fondato con lo scopo di permettere a giovani talentuosi, ma con difficoltà economiche, di accedere agli studi Universitari e avere così la possibilità di massimizzare le proprie capacità intellettuali. Oggi la struttura ospita circa 150 universitari, particolarmente meritevoli, selezionati tramite un concorso pubblico tenuto annualmente.

La posa della prima pietra avvenne il 19 giugno del 1564 e ci vollero più di vent’anni per completare l’intera struttura.

L’apertura ufficiale avvenne nel 1581 e da allora, tra queste stanze di  bellezza raffinata, sono passati, generazione dopo generazione, più di 4000 studenti.

Il Palazzo si sviluppa su sei livelli:

  • Nel piano interrato si trovano la biblioteca, aule, sale di lettura ed ambienti ricreativi.
  • Al piano terra sono collocati gli uffici, il rettorato, la cappella, il refettorio, l’archivio storico, le aule e molte sale comuni.
  • Nei quattro piani superiori troviamo le camere per gli alunni
  • Nel secondo loggiato e precisamente sul lato orientale del piano nobile troviamo le sale di rappresentanza (“Sala bianca” e “Salone degli affreschi”)

Dopo questa breve presentazione varchiamo il portone d’ingresso e lasciamo che la guida FAI ci racconti la storia e la magnificenza di ogni singolo dettaglio.

Siamo in Piazza Borromeo. La guida FAI ci spiega ogni particolare  di quella facciata così ricca di nicchie e finestre. Al centro spicca lo stemma della famiglia Borromeo.

Saliamo una scalinata in pietra, varchiamo il grande portale e, prima di accedere al cortile interno, c’imbattiamo nel motto del Collegio “Humilitas” e negli emblemi araldici della famiglia Borromeo, il Freno del Cavallo ed il Dromedario.

Il Cortile d’Onore ci accoglie in tutta la sua eleganza. I raggi solari filtrano tra le bianche colonne creando dei bellissimi giochi di luce. 

Come dice l’opuscolo, l’edificio è un luogo che

“ispira stupore e ammirazione e la bellezza sembra parlare”.

 

Volgiamo lo sguardo all’insù e notiamo i dettagli di quella campana in ferro battuto dove si intrecciano tutti gli emblemi araldici borromaici.

Proseguendo la nostra visita si accede alla Cappella attraverso un ricco portale seicentesco in marmo. La Chiesa è dedicata a Santa Giustina Martire e a San Carlo. Gli affreschi più antichi del palazzo li troviamo proprio sulla volta a botte della Cappella. Furono eseguiti nel 1579 da Giovanni Battista Muttoni. Molto più recenti sono gli affreschi alle pareti che risalgono ai primi anni del XX° secolo. Bellissime le vetrate  e la cantoria in legno sopra l’ingresso. La pala sull’altare, circondata da marmi, raffigura la Madonna col Bambino e risale al ‘700. Il pavimento in cotto lombardo è del XVI° secolo.

Che dire, è una vera chicca!

Attraverso un cancello settecentesco, realizzato in ferro battuto, si accede al giardino all’italiana. Il nostro sguardo si perde tra quelle aiuole di prato rasato incorniciate da basse siepi fino a giungere ad una grande nicchia con fontana.

 

Ma adesso saliamo verso il piano nobile e visitiamo quelle sale aperte eccezionalmente in questa giornata FAI di Primavera. Dapprima si accede alla Sala Bianca il cui nome è dovuto al colore chiaro dell’intonaco, ma la vera sorpresa per il visitatore è il meraviglioso Salone degli Affreschi. Da sempre è stato destinato agli eventi più importanti. Percorriamo passo dopo passo quei trenta metri di lunghezza volgendo continuamente lo sguardo all’insù. Impossibile non rimanere estasiati da quel tripudio di colori. Dal rosso acceso dei tendaggi alla miriade di dipinti che arricchiscono la volta a botte e le pareti. I dipinti raffigurano scene della Vita di San Carlo. La volta a botte e la parete settentrionale sono state realizzate da Cesare Nebbia ed invece la parete meridionale da Federico Zuccari.

 

Alla prossima giornata FAI non perdete l’occasione di visitare un edificio di così rara bellezza e, dedicando l’intera giornata, potreste anche scoprire le bellezze nascoste tra le vie acciottolate di Pavia. Impossibile non rimanere colpiti dalle splendide facciate delle sue Chiese, la maggior parte delle quali sono state edificate  in pietra arenaria.  Ritornando verso la macchina impossibile non immortalare in uno scatto il magnifico tramonto sul Ponte Coperto e su Borgo Ticino.

  

 

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