Great Ocean Road, indimenticabile viaggio on the road

Eccomi qui nuovamente accanto a te Sara, per scoprire attraverso scatti e racconti l’avventura più bella della tua vita. Ascoltando la tua voce non posso fare a meno d’immaginare quelle onde che con prepotenza si avvolgono e riavvolgono lungo quelle distese enormi di sabbia. Ho quasi la sensazione di sentire anch’ io il sibilo del vento e, soprattutto, di sentire il battito del tuo cuore che pulsa forte per l’emozione di essere al cospetto dell’Oceano Indiano.

Su internet si legge: “10 cose da fare sulla Great Ocean Road”, dire dieci mi sembra un po’ riduttivo. Da ciò che mi racconti capisco che questa è una strada da percorrere con calma. Volevi fermarti tra quelle foreste di eucalipto per sorprendere una famigliola di koala,

avresti voluto consumare non uno ma almeno dieci pasti in quelle piccole cittadine affacciate sul mare e respirare a pieni polmoni quell’aria benefica che ti rigenera. Ad ogni tornante un nuovo scorcio da  catturare come se stessi perdendo l’occasione dello scatto perfetto.

        E’ proprio così Bea …. eravamo talmente eccitati che ritirato il nostro Suv a Melbourne  abbiamo caricato i bagagli e con l’adrenalina a mille via verso la Great Ocean Road, una delle strade costiere più scenografiche del mondo. Il battito frenetico del mio cuore era dovuto a quell’emozione che mi ha investita come un uragano ed in poco più di un’ora abbiamo percorso quel centinaio di chilometri che ci dividevano dall’inizio della Great Ocean Road. Una giornata intera per percorrere quei trecento km di tornanti che corrono da Torquay a Warrnambool nello stato di Victoria, nel sud dell’Australia.  Non c’era alcuna fretta, abbiamo fatto stop a non finire prima di arrivare a Port Campbell. Avevamo bisogno di tempo per assaporare uno ad uno quei panorami che mi hanno proprio stregata e che oggi porto nel cuore. Facevamo attenzione ad ogni cartello stradale perché speravamo d’ imbatterci da un momento all’altro in una graziosa famiglia di canguri.

 

 

 

L’avventura inizia da Torquay, località costiera di fine ottocento oggi famosa in quanto luogo d’incontro per chi ama cavalcare l’onda ma ancora più famosa è la magnifica distesa di sabbia dorata di Bells Beach dove ogni anno, nel periodo Pasquale, c’è il raduno dei migliori surfisti del mondo desiderosi di affrontare onde alte fino a cinque metri.

Ma sai che ad Anglesea i canguri saltellano liberamente tra i campi da golf? Uno scenario veramente insolito per noi che al massimo becchiamo per strada una famigliola di cinghiali. Per un pranzetto romantico non potevamo non fermarci a Lorne al “Bottle of Milk” dove ci siamo concessi un ottimo hamburger.

 

Lorne appare agli occhi del turista in tutta la sua eleganza e vivacità con quegli eucalipto che fiancheggiano gli ampi viali. I nostri passi uno dietro l’altro ci hanno portato verso quella lunga distesa di sabbia lambita da acque scintillanti e qui, nella stagione estiva, puoi perfino permetterti il lusso di un bagno rigenerante. E’ una baia riparata dai venti e, per un momento, hai quasi l’impressione di essere in una delle nostre incantevoli spiagge del profondo sud.

Se avessimo avuto più tempo a disposizione avremmo potuto inerpicarci sui rilievi alle spalle di Lorne per vedere le Erskine Falls ma, desiderosi di andare avanti, siamo risaliti in macchina per percorrere quei 40 km di tornanti che ci hanno regalato dei panorami mozzafiato. Ad ogni curva con un gridolino dicevo “Andre fermatiiii”, avrei voluto piazzole di sosta ovunque  😦 e così, con grande disappunto, si tirava dritti senza poter acchiappare in uno scatto quelle scogliere a picco.

Dopo Apollo Bay, dove ci siamo concessi una breve sosta per un caffè, il nostro Suv, tornante dopo tornante, si è inerpicato sulle verdi alture delle  Otway Ranges, un vero paradiso! Intorno a Noi solo il cinguettio degli uccellini a tenerci compagnia. Passeggiavamo in quell’oasi di pace e ci sentivamo veramente felici per quella full immersion nella natura. E’ stato qualcosa di indimenticabile.

Lo stop successivo non poteva non essere che al faro di Cape Otway, costruito in arenaria locale nel 1848 a seguito di alcuni naufragi verificatisi sulle scogliere vicine alla costa.

Quell’ancora che vediamo lungo il percorso appartiene all’Eric the Red che affondò nel 1880.

Il nostro viaggio on the road continua ed infine …. eccoli lì davanti a noi in tutta la loro imponente bellezza i “Twelve Apostles ”.

In origine queste imponenti rocce erano 12 poi nel corso degli anni la forza brutale dell’oceano ne ha ridotto in frantumi ben 4 ma lo spettacolo è ancora notevole. Abbiamo parcheggiato al Twelve Apostles Centre e da lì ci siamo incamminati lungo una stradina e passo dopo passo abbiamo raggiunto i vari punti di osservazione.

Avevo letto che uno dei momenti migliori era il tardo pomeriggio e noi eravamo lì quasi al tramonto a cogliere quelle sfumature di colori di un bello inimmaginabile. Una tappa d’obbligo sono le Gibson Steps che ti permettono di giungere fino in spiaggia e tu ti senti letteralmente rapito dalla maestosità di queste scogliere di pietra calcarea che si ergono dall’oceano.

Quel vento quasi rabbioso ci trascinava indietro ma noi, imperterriti, andavamo avanti verso quelle onde che nel corso di milioni di anni hanno eroso questo litorale. Un’altra tappa da non perdere è il Loch Ard Gorge una gola spettacolare che si apre sulla Great Ocean Road proprio prima di entrare a Port Campbell.

Anche qui è possibile accedere alla spiaggia attraverso una scalinata che parte direttamente dalla strada. Un altro punto di osservazione imperdibile è il London Bridge.

Ogni singolo elemento è niente in confronto alla visione d’insieme che si ha sull’intera baia, un panorama mozzafiato che ci è letteralmente rimasto scolpito nel cuore.

La nostra avventura sulla Great Ocean Road è giunta al termine, solo una decina di km ci separavano dal Southern Ocean Villas, incantevole struttura a soli 5 minuti a piedi dal centro di Port Campbell. Non avremmo potuto concludere meglio la nostra splendida giornata on the road.

25 thoughts on “Great Ocean Road, indimenticabile viaggio on the road

    • Facciamo i complimenti a mia nipote e suo marito per foto e per aver fatto un viaggio così bello ma a me che mi sono scervellata per ricostruire un viaggio con la fantasia e tanto leggere su internet? Scherzo 😉 cmque graziee
      Ps ecco vedi adesso ho voglia di farlo anch’io

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      • Beh, te sei sempre superbrava a rimettere in sesto le fotografie con il sottotesto per far emozionare i tuoi lettori/lettrici! 😉
        Lo sapevo che alla fine ci saresti caduta anche tu in questo “tranello” del viaggio: si è disinteressati, poi in un sol botto, scatta quel quid che si vorrebbe partire subito, senza perder altro tempo! 🙂
        E poi oggi, a vedere tutte quelle foto mi è preso il gusto dell’avventura, stile Indiana Jones. 🙂
        E per finire lasciati dire che sei una donna straordinaria! ❤

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          • In tutto questo periodo wordpressiano ho imparato a conoscerti… almeno un po’, credo… e non penso tu sia una strega come ti definisci; non so come spiegarti meglio, non sono mai stato troppo capace di esplicitare meglio il mio pensiero (soprattutto se si tratta di pensieri di questo genere). Ad ogni modo, io il complimentone te l’ho fatto, e non è rispedibile al mittente. 😀 ricambio il tuo abbraccio grosso grosso… Ah ecco, vedi? Già questo denota che tu sia una… vogliamo dire “una bella persona”? Beh ecco, una “strega” non avrebbe mai dato abbracci grossi grossi… 😉

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