Milano è sempre apparsa ai nostri occhi come una città frenetica, una città fredda e priva di charme, la città della movida, ma, a parer mio, non è proprio così. Per anni sono passata frettolosamente davanti ai suoi monumenti più belli e non mi sono mai accorta di quanta bellezza fosse nascosta tra i suoi palazzi. Imparate a conoscerla proprio come ho fatto io. Vi ho mostrato il suo cuore pulsante, siamo andati virtualmente insieme alla scoperta delle sue Basiliche più belle. Dietro i suoi portoni, tra le sue vie trafficate si nascondono ville e giardini che non vi sareste mai aspettati di vedere. Dai rumori assordanti di clacson ti basta varcare un cancello e ti trovi magicamente catapultato nel passato. Non potrai non apprezzare ed innamorarti di questi piccoli gioielli nascosti. Vi ho mostrato la Milano anni ’30 percorrendo una ad una le eleganti stanze di Villa Necchi ed oggi vi voglio raccontare una storia ai più sconosciuta che non mancherà d’incuriosirvi e affascinarvi. Poco più di un anno fa Alessandra, deliziosa blogger appassionata d’arte, mi ha fatto conoscere, attraverso le sue parole ed i suoi scatti, la ” Vigna di Leonardo @Milano”.
Non nego di aver provato un certo stupore e, proprio come dice Ale, mi sono chiesta “cosa avrà mai a che vedere una “Vigna” nel cuore di Milano con Leonardo? “. Avreste mai pensato che un uomo di così grande ingegno e talento avesse una così grande passione nascosta?
Dobbiamo ringraziare Expo se Milano ha cambiato look e ci ha restituito dei tesori magnifici. Su “Milanotoday” era apparso l’annuncio dell’apertura straordinaria della Vigna di Leonardo in occasione di EXPO 2015 ma ero talmente presa dai miei programmi di lunghe passeggiate tra i padiglioni del decumano che, ahimè, non ci ho fatto proprio caso. Grazie ad uno straordinario studio è stato possibile ripiantare la vigna di Leonardo da Vinci ed aprire al pubblico sia la casa che il giardino degli Atellani. Da internet copio testuali parole “La vigna rinasce con Expo 2015 per volere della Fondazione Portaluppi e grazie anche agli attuali proprietari di casa Atellani” che, a mio avviso, non si sono minimamente fatti intimorire dal grande flusso di visitatori che c’è stato in questi due anni. Hanno imparato a convivere con i turisti che, giornalmente, quasi in punta di piedi ed in rigoroso silenzio, passano tra quelle sale così calde e ricche di storia prima di raggiungere la Vigna.
A distanza di due anni dall’apertura straordinaria della Vigna in queste calde giornate agostane mi sono ritrovata a fare la turista tra le vie deserte di Milano e a scoprire questo sito di rara bellezza tanto amato da Leonardo. Siamo a due passi dalla Basilica di Santa Maria delle Grazie, una delle più belle chiese del Rinascimento Milanese, e, per chi non l’avesse ancora fatto, converrebbe acquistare un unico tour che comprende la visita della Basilica, del “Cenacolo”, della Casa degli Atellani e della Vigna.
L’attuale corso Magenta un tempo era conosciuto come Borgo delle Grazie e Ludovico Mario Sforza, detto il Moro, donò, nel settembre del 1490, due case del borgo al suo cortigiano Giacometto della Tela. Leonardo, già presente in territorio milanese dal 1482, venne incaricato nel 1495 da Ludovico il Moro di dipingere nel refettorio della Basilica di Santa Maria delle Grazie quello che poi sarà il grande capolavoro di Leonardo, il Cenacolo. Il 26 aprile del 1499 Ludovico, in segno di riconoscimento, donò a Leonardo, con regolare atto notarile, una vigna di 8000 mq situata alle spalle delle Case degli Atellani. Ludovico sognava di costruire un quartiere residenziale nell’area della Basilica di Santa Maria delle Grazie dove far vivere i suoi uomini più fedeli proprio come gli Atellani e Leonardo.
La Vigna venne distrutta durante la seconda guerra mondiale. Oggi, grazie ad uno studio effettuato dalla Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università degli Studi di Milano sui materiali organici isolati durante gli scavi nell’area della vigna, si è giunti alla conclusione che il vitigno originale fosse la Malvasia di Candia Aromatica, per cui la stessa vigna è stata rimessa a dimora utilizzando tale vitigno e restituita ai Milanesi in tutto il suo antico splendore.
E’ ora di percorrere virtualmente quei
sette step che passo dopo passo ci porteranno a scoprire la bellezza di due nuovi tesori nascosti tra le vie di Milano

Casa degli Atellani conserva intatto il suo fascino rinascimentale. Con le nostre cuffie in testa si parte dal Cortile di Portaluppi realizzato dall’architetto Portaluppi unendo le corti di due edifici rinascimentali pre-esistenti.
Una bici abbandonata, le finestre semi aperte, l’edera che scende a cascata da splendidi balconcini in ferro battuto. Impossibile non catturare ogni singolo particolare che ci parla della storia di questa casa originariamente abitata dalla famiglia degli Atellani che dalla Basilicata giunsero a Milano al servizio di Ludovico il Moro. Da generazione in generazione si giunge fino al 1919 anno in cui la casa venne acquistata da Ettore Conti che affidò al genero Portaluppi la ristrutturazione dell’intero complesso e ne fece la sua residenza privata. Portaluppi ha riportato allo splendore di un tempo ogni singola stanza del palazzo. Con il naso all’insù ammireremo le lunette con affreschi di segni zodiacali presenti nella Sala dello Zodiaco
e subito dopo si passa alla Sala dei Ritratti dove sono stati dipinti sotto una volta a lunette quattordici tondi di uomini e donne appartenenti alla dinastia degli Sforza. I motivi floreali presenti nel soffitto e nelle volte pare siano affreschi originali mentre i ritratti nei tondi sono delle riproduzioni realizzate negli anni venti. Gli originali sono custoditi all’interno del museo del Castello Sforzesco. Terzo Step si entra nello Studio di Ettore Conti e qui non potrai non rimanere affascinata da quei toni caldi e da quell’aria vissuta che si percepisce. Qualcuno sottovoce sussurra “stupendo”.
Altrettanto bella è la Sala dello Scalone.
Dai toni caldi ed accoglienti degli interni il visitatore viene catapultato negli spazi verdi del Giardino delle Delizie, un tempo luogo di cene e di feste.
Il giardino, protetto da alberi secolari, è invisibile agli occhi di chi passa da Corso Magenta.
Il gruppo si muove lentamente tra quei vialetti acciottolati ornati da anfore e statue in pietra.
Un passo dopo l’altro ci porta fino al nostro settimo ed ultimo step dove conosceremo la passione semplice di un grande uomo, la Vigna di Leonardo.
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bellooooo grazie del tour… potrebbero usarla per ricevimenti e feste —-
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Magari lo fanno di già. La casa, comunque, è parzialmente arredata. Notte 🤗
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È una grande soddisfazione quando, grazie ad un mio post, posso contribuire alla conoscenza dei tanti luoghi della cultura sparsi per l’Italia (e in particolare a Milano!).
La vigna di Leonardo è stata una vera e propria scoperta: sono felice che ti sia piaciuta e che anche tu ne abbia parlato con così grande entusiasmo sul tuo blog!
Diffondiamo la cultura 🙂
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Si é stata una scoperta bellissima ma ciò che mi ha più colpito è la storia che c’è dietro. Diffondiamo la cultura 😉
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Ma che meraviglia!
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Affascinante lo è davvero. Notte
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Notte a te. Ci fai conoscere sempre tesori incredibili. Grazie.
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Ma grazie sei sempre molto carina 😍
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Ma che spettacolo…. sono rimasta a bocca aperta pietrificata….. tutto ciò immerso nel grigiume milanese? Sai che non lo avrri mai e poi mai immaginato !?!?!
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Dai non è poi così grigia. Milano è proprio ricca di chiese molto bella e ad uno ad uno sto scoprendo delle bellissime dimore storiche. Bacioo
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Io me le guardo attraverso i tuoi occhi comodamente da qui…. e sono felice ^.*
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Pingback: Milano … oggi si va per Basiliche | Viaggiando con Bea
Thanks for tthis
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