Brisighella alla scoperta di uno dei più bei borghi d’Italia

Entrando in Brisighella non puoi non notare quei tre pinnacoli di gesso sui quali si ergono il Santuario della Madonna del Monticino, l’imponente Rocca Manfrediana e la Torre dell’Orologio. Un dedalo di vie acciottolate si diramano dalla sommità dei colli fino a raggiungere il cuore del centro storico.

Brisighella sorge all’interno del Parco Regionale della Vena del Gesso ed, unitamente ad altre città come Faenza, Riolo Terme o Castel Bolognese, è collocata nel territorio delle “Terre di Faenza” un insieme di luoghi che meglio rappresentano lo spirito dei Romagnoli. Ho letto che ogni periodo dell’anno è favorevole per un soggiorno a Brisighella. Se ne consiglia la visita dalla primavera all’autunno; io, purtroppo, sono capitata da queste parti in un giorno feriale di marzo e non ho potuto visitare internamente né la Rocca, né la Torre dell’Orologio, né la mistica Pieve del Thò. Avrei dovuto sentirmi insoddisfatta per questa visita incompleta ma non posso dire che non sia stato ugualmente bello passeggiare senza una meta e scoprire per caso gli angoli più remoti delle vie del borgo. E’ stato bello passeggiare e respirare a pieni polmoni quell’aria frizzante che ci ha dato un primo assaggio di primavera.

Da colle in colle abbiamo raggiunto il Santuario della Madonna del Monticino All’inizio di una scalinata acciottolata la nostra attenzione è stata catturata da un’effigie che ci ha catapultati in tempi lontani. L’effigie parla della storia del Santuario nel quale è custodita e venerata una sacra immagine in terracotta risalente al 1626. Originariamente l’immagine fu posta in una teca  alle porte del paese e precisamente all’altezza della non più esistente Porta Bonfante. L’8 settembre del 1662 l’immagine venne trasferita in un piccolo romitorio costruito con le offerte dei fedeli. Nel 1758 il romitorio venne sostituito  dalla struttura attuale.

Nel suo interno, a navata unica, sono custodite opere del pittore Savino Lega e l’altare principale è rivestito di marmi pregiati.

Ritornando sui nostri passi ci siamo inerpicati verso il colle centrale sulla cui cima spicca la Rocca Manfrediana, splendido esempio di architettura militare del periodo medioevale ed oggi sede del Museo dedicato al lavoro contadino. La Rocca fu edificata nel 1228 per volere dei Signori di Faenza, la famiglia Manfredi. Dalla struttura emergono delle magnifiche torri cilindriche: il Torrione Veneziano risalente al XVI secolo e l’antico Torricino che risale al 1300. Mi sarebbe piaciuto accedere al vasto cortile interno, mi sarebbe piaciuto salire all’interno del Torricino oppure guardare affascinata le antiche prigioni o i cunicoli sotterranei un tempo destinati alla conservazione delle derrate alimentari.

Avrei fatto volentieri due passi sul camminamento di ronda e chissà quanti scatti avrei potuto fare ed invece eccomi qui a scattare due foto striminzite verso i torrioni e a sporgermi dal muretto per acchiappare con uno scatto il dedalo di viuzze sottostanti.

Un po’ contrariata da questo contrattempo ritempro spirito e corpo continuando la passeggiata verso il colle di selenite sulla cui sommità si erge la graziosissima struttura della Torre dell’Orologio baluardo difensivo del 1290, oggi ospita il Museo del Tempo.

 

Tic tac, tic tac il tempo passa e, quindi, percorrendo via Torre in men che non si dica siamo nel cuore di Brisighella, Piazza Marconi.img_6619

Appena arrivi assapori fin da subito quei ritmi lenti della vita di questo borgo. Non puoi non notare quelle case color pastello che si affacciano deliziosamente sulla piazza. Non puoi non notare quei portoni di legno massiccio che nascondono cantine e cameroni scavati nel gesso, un tempo usati come deposito dei carri da trasporto detti “birocce”.  Accanto a questo insieme di case che nascondono al loro interno la caratteristica Via degli Asini, si erge la facciata neoclassica del Palazzo Comunale. Ma ritorniamo a parlare dell’Antica Via del Borgo meglio nota come Via degli Asini.

E’ una particolarissima strada sopraelevata e coperta risalente al XII secolo. La via è interamente inglobata negli edifici che si affacciano su Piazza Marconi e la luce filtra dalle caratteristiche aperture a mezz’arco che si susseguono una dopo l’altra lungo tutta la via. Il nome particolare “Via degli Asini” deriva dal fatto che i birocciai usavano  far passare per la via carovane di asini con i loro carichi di gesso estratto dalle cave sovrastanti il paese. Era usanza dei birocciai  ricoverare gli asini nelle stalle poste di fronte agli archi mentre le abitazioni erano collocate ai piani superiori.

Un fitto dedalo di viuzze acciottolate, piccole scalinate scavate nel gesso, brevi tratti di cinta muraria ed i colori pastello delle case conferiscono un’atmosfera particolarmente affascinante a questo piccolo borgo annoverato tra i borghi più belli d’Italia.  Ancora un su e giù per i vicoli, si percorre via Fossa, un passo dopo l’altro e si arriva nella minuscola Piazza del Suffragio, antica piazza religiosa del borgo. Uno scatto alla Chiesa del Suffragio nel cui interno sono custoditi i resti di soldati del territorio.

Si fa un giro all’interno della Chiesa dedicata a San Michele Arcangelo e si conclude con uno scatto alla facciata della Chiesa dell’Osservanza. In una nota su internet leggo: ” L’interno non mancherà di stupire grazie ad una copiosa decorazione a stucchi del Seicento” Avrei voluto stupirmi anch’io ma un cartello a caratteri cubitali comunicava che la Chiesa si può visitare previo appuntamento.

Si ritorna alla macchina e prima di rimetterci in autostrada  si passa davanti la Pieve di San Giovanni in Ottavo detta “Pieve del Thò”.

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La semplice facciata a capanna, il cinguettio degli uccellini, la campagna che la circonda conferiscono al luogo un non so che di mistico. Ci avviamo con passo deciso verso il pesante portone in legno ma, ahimè, è chiuso.  Anche qui leggo che l’interno è di grande suggestione in quanto conserva un ricco repertorio di elementi architettonici risalenti all’epoca romana.  Che dire ? Ho sicuramente apprezzato la visita ma per una blogger di viaggi e per una fanatica della fotografia come me la gita è rimasta decisamente incompleta.

Ve ne ho voluto parlare lo stesso perché se siete nei pressi di Faenza ricordatevi di questo borgo e mi raccomando, che non sia un giorno feriale 😦

Dovete sapere che Brisighella, in vari periodi dell’anno, è teatro di numerose feste e sagre che danno l’opportunità  di far conoscere al visitatore non solo i prodotti tipici della zona, come l’olio extra vergine di oliva DOP “Brisighello”, ma anche l’arte e la storia di questo borgo ricco di un fascino di altri tempi. E che dire del trenino turistico che scarrozza grandi e piccini da un colle all’altro?

Leggo, sempre su internet, dell’evento “Brisighella Romantica” che quest’anno (2017)  avrà luogo il 24 giugno.  Per l’occasione vengono imbandite tavolate tra le vie del borgo per deliziose cene a lume di candela, canti e musiche soft allieteranno la serata destinata agli amanti del romanticismo. Non male come programma 🙂  Allora, quale migliore occasione per trascorrere in Terre di Faenza un weekend all’insegna della buona tavola e dell’arte?

36 thoughts on “Brisighella alla scoperta di uno dei più bei borghi d’Italia

  1. ottimo post!
    Brisighella è la mia passione, vi amo passeggiarvi in qualunque stagione, sia in occasione delle sue festose sagre che in completa solitudine e pace.
    una gentile buona notte

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  2. Il borgo non lo avrai visitato completamente ma da quel che leggo è stata un’avventura piacevole che ha meritato il viaggio. Piazza Marconi ha catturato la mia attenzione, l’ho trovata deliziosa.
    La giornata, a giudicare dal cielo, è stata proprio un assaggio di primavera con la giusta luce e il tiepido clima che ti ha permesso, ancora una volta, di immortalare al meglio i tuoi scatti pur penzolando dai muretti per cercare di carpire quello che il tuo occhio, in quel momento, voleva.
    Brisighella merita sicuramente una visita, è un luogo che regala un senso di pace.
    Non posso che aggiungere che la qualità turistico-ambientale della nostra Italia rasenta spesso l’eccellenza e Brisighella ne è l’esempio virtuoso.
    Un forte abbraccio

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  3. Stavo scrivendo esattamente quel che hai scritto tu nel commento sopra il mio ahaha
    Però è vero, quanti posti meravigliosi ci sono in Italia? E quanti nemmeno sappiamo dove siano sulla cartina geografica? Meno male che con internet c’è la possibilità di condividere queste informazioni e far scoprire tantissimi posti, altrimenti dimenticati ❤

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